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Detroit bankrupt city

Detroit bankrupt city

(19 Luglio 2013) Enzo Apicella
Detroit è fallita, rischio di migliaia di licenziamenti e di tagli alle pensioni municipali

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CONTRO LA COSTITUZIONE del lavoro salariato!

Attentiamo alla sana e robusta costituzione dei padroni.

(23 Febbraio 2009)

La crisi attenta alla nostra sana e robusta costituzione.
Quanto ai padroni,
e alla loro sana e robusta costituzione un po invecchiata,
se la difendano loro!

I borghesi difendono la democrazia per la quale hanno fatto la rivoluzione, su cui hanno costruito la propria costituzione.
I proletari difendono la loro esistenza nella crisi, contro la democrazia dei borghesi, preparandosi a superarla con la propria rivoluzione.

Niente da contrattare niente da difendere

La sovrastruttura si adegua sempre, anche se spesso in ritardo, al movimento reale della struttura economica.
L’ultimo esempio e’ l’attuale tentativo di gestione planetaria della crisi alla ricerca di nuove regole complessive di sistema corrispondente alla gestione locale degli stati nazione con i loro aggiornamenti giuridico-procedurali e riequilibri tra i poteri statuali.
In ultima analisi, il senso profondo di talune “rivoluzioni giustizialiste” e’ stato quello di accelerare il processo di adeguamento della sovrastruttura alla struttura, in Italia in forte ritardo.
Il passaggio dalla prima alla seconda repubblica borghese ha contemplato snellimenti e modernizzazioni sia nel campo della costituzione materiale che in quello della costituzione giuridico-legale.
A fronte del generale riaggiustamento al ribasso dei rapporti di forza tra le classi, assistiamo di riflesso alle prove di riscrittura-revisione costituzionale unite alla riduzione della frammentazione politico parlamentare e del peso del capo dello stato rispetto all’esecutivo.
Oggi, la “riforma” del contratto nazionale fa il paio con una prima conclusione delle prove tecniche di bipartito ( vedasi l’approvazione trasversale P.D.-P.d.L. degli 11 punti federalisti ), e con la riproposizione della rivisitazione costituzionale.
Di fronte alla crisi, ed al tentativo dei padroni di porvi rimedio facendola pagare al proletariato, il P.D. sceglie il bipartito.
In vece di una “opposizione” ormai defunta ed ex parlamentare ( a parte gli scodinzolamenti di Di Pietro ), la c.g.i.l. gioca il ruolo sostituzionista ponendosi piu’ come contraltare politico al governo che come reale organizzatrice del conflitto di classe.
Il resto dei rottami della sinistra di stato ulula all’attentato alla democrazia impaurita dalle prossime “soglie” elettorali, provando a reimpostare la solita vecchia nenia dell’”emergenza democratica” e dell’”eversione delle classi dominanti” di Togliattiana memoria.
A queste sirene si aggregano gli attacchini girotondini e i movimenti di una stagione metereologica, eterni predicatori del pericolo “fascistizzazione”.

Il terreno interclassista della difesa repubblicana, se da un lato impedisce la comprensione del reale processo di matura democrazia borghese in corso, favorisce dall’altro ulteriori assemblaggi di stantie rifondazioni e costituenti sul terreno dell’antifascismo di stato.
Noi non ci schieriamo; ne’ con i “riformatori” di sistema al governo, ne’ con gli “oppositori” della legalita’ repubblicana.
Lo diciamo chiramente: la costituzione repubblicana del lavoro salariato ( quando sei fortunato ) esprime la costituzione materiale dello sfruttamento.
Noi siamo contro lo sfruttamento del lavoro salariato, e contro qualunque suggello giuridico lo garantisca, imponendolo con la forza.

Nonostante slogan improvvisati come i movimenti che li hanno inventati, la crisi la stiamo pagando, eccome!
Vogliono distoglierci dal difficile tentativo di organizzare una ritirata ordinata di classe che limiti i danni, spostando l’attenzione verso il terreno della difesa della democrazia dal pericolo autoritario.
Non ci faremo ingannare, e non attaccheremo manifesti per nessuna lista.
Siamo per una posizione autonoma dell’intero movimento di classe che sappia coniugare la giusta difesa dei diritti e delle conquiste di decenni di lotte, con la critica di questa democrazia borghese in ristrutturazione, dei suoi istituti, delle sue norme e statuti costitutivi.
Ecco perche’ siamo per la resistenza alla “riforma” del contratto nazionale ma siamo anche contro contratti che servono sempre piu’ solo ai padroni ed ai sindacati che li firmano, siamo contro precariato-disoccupazione-cassa integrazione ma siamo anche contro quel lavoro salariato sinonimo di morte e sfruttamento, siamo per la difesa dei diritti acquisiti ma siamo anche contro un diritto borghese che nasconde l’oppressione di classe.
Noi la crisi la paghiamo, ma dentro la crisi tenteremo un primo passo pratico contro la crisi, dando di nuovo teoria ed azione diretta alla lotta di classe, anziche’ subirla solamente.

In questa crisi senza precedenti non c’e’ piu’ spazio per moine e finzioni, per tentennamenti ed intermedismi.
Occorre schierarsi.
Il tempo delle scelte e’ arrivato!

c o m b a t

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