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Il Vaticano colpisce la laicità della scuola usando PD e sindacati

Comunicato-stampa
Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas della scuola

(24 Febbraio 2009)

Ingiustizia è fatta, l’integralismo clericale fa un altro minaccioso passo avanti nella scuola, il Vaticano ne colpisce la laicità usando PD e sindacati: questo dice l’intollerabile “sentenza” del Consiglio di disciplina del CNPI (Consiglio Nazionale Pubblica Istruzione), poi messa in opera dalla Direzione scolastica regionale umbra e dall’Ufficio scolastico provinciali di Terni, che sospende dal servizio per un mese il professor Franco Coppoli di Terni, esponente dei Cobas scuola, per aver rimosso il crocifisso in classe all’inizio delle proprie lezioni, riappendendolo alla fine

Con motivazioni sacrosante Coppoli rivendica il diritto di non fare lezione sotto il simbolo di una confessione religiosa, invocando la libertà di insegnamento e la laicità della scuola pubblica. L’ordine di Giuseppe Metastasio, dirigente scolastico dell’ Istituto “Casagrande” di Terni ove Coppoli insegna, di non rimuovere il crocifisso è un atto discriminatorio ai sensi del d.lgs.216/2003: costringere un docente ad insegnare sotto un crocifisso impone infatti una posizione di inferiorità del docente non cristiano o non credente. Non esiste alcun obbligo del crocifisso in aula, essendo abrogate le norme fasciste, che lo inserivano tra gli arredi nelle scuole elementari e medie, con la sentenza della Cassazione del 1 marzo 2000. Più o meno nelle stesse ore, la Cassazione dava ragione a tutti coloro che, nei posti di lavoro e di studio, esigono che si ponga fine all’imposizione a tutti/e di un simbolo di una religione. I giudici hanno riconosciuto giusto il comportamento di Luigi Tosti, di L’Aquila, che si era rifiutato di svolgere udienze con il crocefisso alla parete, valutandone la presenza un atto di “discriminazione religiosa”.

Ma il preside dell’istituto Casagrande, i componenti del Consiglio di disciplina del CNPI, i dirigenti della DSR umbra e dell’USP ternano sono andati nella direzione opposta, con una motivazione grottesca: il crocefisso doveva restare nella classe non perchè ci sia alcun obbligo ma solo perché la maggioranza degli studenti lo voleva. Cosicché, d’ora in poi se la maggioranza degli studenti lo volesse, gli insegnanti dovrebbero fare lezione alla presenza di statue del Budda o della Trimurti e magari di foto di Berlusconi o di Gelmini. Peraltro, per settimane nessuno studente aveva obiettato al comportamento di Coppoli: salvo, all’improvviso, probabilmente “imbeccati” da integralisti cattolici, scoprire di esserne “turbati”.

Un mese di sospensione era il massimo delle sanzioni possibili; e la sua gravità appare ancor più clamorosa quando si pensi che, fino a pochi anni fa, alcuni docenti ed Ata, condannati dalla magistratura ordinaria per violenza sessuale se la sono cavata con sospensioni fino a dieci giorni; e che per un mese negli ultimi tempi è stata sospesa solo una preside condannata dalla magistratura per peculato, truffa, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Ma altrettanto clamorosa è l’impronta politica e sindacale dei protagonisti di questo assalto clericale. Giuseppe Metastasio, il preside che ha avviato il procedimento (e che spudoratamente, in una intervista con tanto di foto a “La Nazione”, dichiara “quando arriva una punizione come questa anch’io mi sento sconfitto”) è candidato del PD alle primarie per la carica di sindaco di Terni e magari pensa che questa pubblicità gli sarà utile per ottenere il sostegno di quell’elettorato “moderato” che il suo partito insegue inutilmente. Nella stessa area stanno le dirigenze umbre degli uffici scolastici, mentre i membri del Consiglio di disciplina CNPI coprono l’arco dei sindacati legati al PD. Insomma, una folgorante dimostrazione dei motivi che hanno portato la cosiddetta “sinistra” alla subordinazione totale ai valori clerico-reazionari del berlusconismo, alla disgregazione e all’inutilità sociale che è di fronte agli occhi di tutti. L’attacco a Coppoli si inserisce infatti in un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze della chiesa cattolica nella vita politica italiana, delle quali abbiamo avuto scandalosi esempi nella tragica vicenda Englaro, di cui sono complici o succubi sia il governo sia la sedicente opposizione, che rendono l’Italia uno Stato confessionale e finanche teocratico.

Lor signori però non si illudano: questa battaglia è appena iniziata. Sulla laicità della scuola, sulla libertà di insegnamento i Cobas non molleranno un centimetro. Useremo tutti gli strumenti democratici, sindacali, politici e giuridici a nostra disposizione per ricacciare indietro l’assalto integralista alla scuola pubblica e per annullare questo intollerabile provvedimento.

Piero Bernocchi
portavoce nazionale Cobas della scuola

Fonte

  • ENconfcobas@googlegroups.com

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Commenti (1)

la scuola laica

mi viene da ridere. sono sarda ,insegno in una scuola elementare di ozieri , sassari. per anni noi insegnanti abbiamo deciso di insegnare ,assieme alle altre materie ,anche religione cattolica per rendere questa una materie interdisciplinare e comunque di arricchimento culturale per la società.abbiamo un'abilitazione magistrale che ce lo permette .ebbene,qualche anno fa ci siamo viste revocare dalla curia (IMPROPRIAMENTE) l'idoneità sapete perchè? Udite udite ,dovevano sistemare un'imprenditrice agricola con tanto di partita IVA tanto cara a qualcuno della curia.CI siamo impuntate, abbiamo cercato leggi e minacciato articoli sul giornale e ci hanno fatto le loro scuse,Adesso sono tornati alla carica e sarà una guerra senza quartiere perchè adesso rivogliono le ore di religione cattolica anche quelle insegnanti che prima non avevano aderito all'insegnamento di questa materia ma con la riforma gelmini sulla abolizione delle ore di compresenza vedono in pericolo i loro posti di lavoro ma devono difendersi dai privilegi di chi ha il titolo di insegnante di religione cattolica .esiste una mafia ecclesiastica che non sarà mai vinta se questa sinistra non la smette di litigare possibile che non si riesca a mettersi d'accordo?abbiamo bisogno di voi

(1 Marzo 2009)

caterina becciu

caterinabecciu@tiscali.it

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