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Nel dubbio firma

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Affrontare un governo fondato sull’odio di classe

(2 Marzo 2009)

1. Le misure contro il diritto di sciopero approvate dal Consiglio dei Ministri, intendono legare le mani ai lavoratori dei servizi strategici per impedirgli di incidere sulle soluzioni della crisi. Il governo non vuole privare solamente i lavoratori dello strumento dell’astensione organizzata dal lavoro ma vuole anche colpire le proteste come i blocchi stradali e ferroviari che sono spesso lo strumento di lotta di chi il lavoro lo ho perso o lo sta perdendo. I blocchi – come hanno ben spiegato per anni i piqueteros argentini – sono lo sciopero di chi non ha la possibilità di scioperare sul lavoro

2. La legge antisciopero avviene parallelamente allo stravolgimento della contrattazione collettiva che punta a rendere completamente subalterno il lavoro rispetto al capitale riducendo il più possibile gli elementi di unità dei lavoratori, favorendone al contrario la frammentazione lavorativa e contrattuale

3. Queste misure affiancano e convivono con i provvedimenti previsti dal Pacchetto Sicurezza che attraverso la repressione e il razzismo di stato alimentano fobie, prevaricazioni e razzismo “sociale”, creando così continuamente capri espiatori sui quali scaricare le frustrazioni e la rabbia delle classi subalterne sottoposte alla pressione della crisi e delle scelte antipopolari del governo. Gli immigrati – anche quando sono lavoratori e integrati nel nostro paese- sono ormai esposti e vulnerabili ad ogni campagna di odio che viene scatenata per nascondere le responsabilità di banchieri, imprenditori e ministri nel peggioramento complessivo delle condizioni di vita dei lavoratori e dei settori popolari.

4. Nel nostro paese si va configurando con un ritmo di marcia crescente una società fondata sulla lotta di classe dall’alto contro i lavoratori, la loro storia e le loro organizzazioni. E’ una società conformata da un governo reazionario e da una classe dominante che manifestano senza infingimenti il loro odio di classe. Il buon senso vorrebbe che le classi subalterne rendessero la pariglia dandosi una identità conseguente e gli strumenti di lotta per opporvisi a tutto campo.

5. Nel nostro paese agiscono fin troppi facilitatori. Il PD, i sindacati concertativi e le forze dell’opposizione parlamentare, in nome della governabilità, del bipolarismo elettorale e della concertazione impediscono con ogni mezzo la ricostruzione di una identità di classe di tutti i segmenti del mondo del lavoro, di un punto di vista della realtà e dell’organizzazione sociale consapevoli di doversi ormai misurare con l’odio di una classe dominante follemente preoccupata dalla crisi del suo sistema ma soprattutto dall’emancipazione che può scaturire da un conflitto sociale che sveli a tutti la natura e le conseguenze della crisi stessa

6. I padroni, i banchieri, i loro uomini e donne nel governo e nel parlamento, odiano i lavoratori e li considerano un ostacolo al loro ordine di priorità. Per questo motivo devono demolirne tutti gli strumenti di organizzazione e di emancipazione: dai sindacati di base al diritto di sciopero, dalla contrattazione collettiva all’idea stessa del conflitto sociale

7.In questi anni una classe dominante prosperata sulla rendita e i suoi apparati politici e mediatici hanno agitato come una clava il tema della legalità su ogni aspetto della vita sociale introducendo leggi inaccettabili da ogni punto di vista.

I lavoratori e i democratici hanno oggi l’obbligo di opporre la giustizia a questa legalità, di invocare la disobbedienza politica e sociale contro l’ingiustizia, di contrapporre la dignità all’odio di classe evocato dal governo e dai suoi sostenitori. Nei prossimi mesi si potranno ancora scrivere queste cose su un volantino, un giornale o su un sito internet? Secondo il governo potrà essere più possibile. Spetta a tutti noi tenere aperti questi spazi di agibilità democratica sui luoghi di lavoro come nel resto della società. E’ tempo di resistenza globale.

Occorre produrre il massimo impegno in tutte le città per assicurare la riuscita della manifestazione nazionale del 28 marzo convocata dai sindacati di base su una piattaforma sociale e sindacale che pone al centro obiettivi sociali e politici coerenti con una opzione anticapitalista contro la crisi e per affrontare un governo fondato sull’odio di classe

la Rete dei Comunisti
www.contropiano.org

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