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La borsa vola

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(22 Febbraio 2012) Enzo Apicella

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    (Capitale e lavoro)

    Contro la loro crisi uniamo le lotte prima che sia troppo tardi!

    (27 Febbraio 2009)

    -Solo negli ultimi 4 mesi del 2008 in Europa si sono persi 130 mila posti di lavoro
    -Nel 2009 si prevedono ben 3 milioni e mezzo di posti di lavoro a rischio
    -In Italia, come conseguenza diretta della crisi dell’auto, si prevede che andranno a casa ben 98 mila lavoratori: di questi, 8.500 saranno in Campania.
    -In Campania, già nel 2008 si sono persi ben 49 mila posti, di cui 17 mila nell’industria, e nel 2009 le cose rischiano di peggiorare per via della crisi dell’auto che già ha portato a migliaia di casse integrazioni alla Fiat.


    Questi solo alcuni dei dati più drammatici della crisi generale del sistema capitalistico.
    In questi anni i grandi imprenditori e i loro manager si sono arricchiti senza limiti: In Italia se nel 1975 il 70% della ricchezza andava ai salari, nel 2007 ai salari è andato solo il 54%, mentre il restante 46% è finito nelle tasche di pochi privilegiati. Questi signori, invece di reinvestire i profitti nella produzione e nella creazione di nuova occupazione, hanno sperperato questa immensa ricchezza prodotta dai lavoratori con le speculazioni in borsa e sui mercati finanziari.
    Per 30 anni tutti i governi, di destra e di “centrosinistra”, in nome della “crescita” e dello “sviluppo”, hanno imposto sacrifici sempre maggiori alla classe lavoratrice: prima l’abolizione della scala mobile (1992), poi l’attacco alle pensioni (1995), poi il “Pacchetto Treu” che ha introdotto il lavoro interinale (1997), poi la “Legge 30” del 2002, lo scippo del TFR verso i fallimentari fondi pensione (2006 - 2007), e i protocolli sul welfare per aumentare l’età pensionabile e allungare la precarietà (2007). Nel frattempo hanno privatizzato tutto il possibile (scuola, sanità, trasporti, ecc.). Non contento, il governo Berlusconi, insieme a Confindustria e ai vertici corrotti e venduti di CISL E UIL, sta cercando di smantellare i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL).

    HANNO ARRAFFATO TUTTO IL POSSIBILE,
    E ORA VOGLIONO SCARICARE LA CRISI SUI LAVORATORI…

    Di fronte a questa barbarie bisogna rispondere a governo e padroni senza mediazioni, dando vita a comitati di lotta e di controllo popolare contro la crisi, che uniscano i lavoratori a prescindere dal sindacato d’appartenenza, ma autonomi dai vertici di Cgil-Cisl-Uil, responsabili di decenni di sconfitte sull'altare della concertazione, e da una sinistra istituzionale che in questi anni ha tradito gli interessi popolari svendendosi per un pugno di poltrone.

    · No a licenziamenti e casse integrazioni: difesa ad oltranza di ogni posto di lavoro
    · Nazionalizzazione sotto controllo operaio di tutte le industrie in crisi
    · Per far fronte alla crisi: riduzione dell’orario di lavoro con forti aumenti salariali
    · Contro l’elemosina del governo: casa, scuola e servizi sociali gratuiti per i lavoratori
    · Meno tasse al lavoro dipendente, più tasse per chi evade e sfrutta il lavoro nero

    GLI OPERAI LA CRISI LA STANNO PAGANDO GIA’ DA 30 ANNI…
    ADESSO TOCCA AI PADRONI!

    Napoli, 23-02-2009

    Associazione Marxista Unità Comunista
    Movimento Campano per la Costituente comunista
    www.unitacomunista.it;

    Fonte

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