">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

L'elemosina del partito di dio.

Il vaticano tra il pastore tedesco e l'elemosina compassionevole.

(4 Marzo 2009)

La chiesa cattolica si prepara ad attraversare la crisi capitalistica mettendo in campo tutto il proprio apparato propagandistico ed organizzativo, spargendo, insieme alla “dottrina sociale” le bricole della solita’ carita’ cristiana.

“Il sistema bancario internazionale ha bisogno di strumenti che riportino al centro l’etica del business e ricostruiscano la reputazione di un sistema capitalistico che ha fallito.”
L’osservatore romano 4 marzo 2009

L’elemosina del partito di dio.

La chiesa cattolica e’ l’unica organizzazione sociale capillarmente presente in tutto il territorio nazionale; essa ha un proprio capo carismatico, federazioni
( diocesi) in tutte le metropoli, sedi ( chiese ) in ogni piu’ piccolo paese, dirigenti , militanti e simpatizzanti ( vescovi, preti, suore e laici ) attivi e coordinati, forme di autofinanziamento palese ed occulto, una teoria plurisecolare ed una pratica organizzativa supersperimentata.
Oggi e’ costretta a confrontarsi col perdurare di una crisi che mette a dura prova anche il suo popolo, e ci si confronta con i propri oliati strumenti caritatevoli e con interventi propagandistici diffusi in “difesa” dei lavoratori.
Per questo assistiamo, dal soglio di Pietro in giu’, ad un proliferare di dichiarazioni e presenze di strada in mezzo al popolo, fino all’annuncio di una prossima enciclica sociale per l’estate.
Oltre i pensieri e le parole, ci sono le missioni, i fatti : si va da forme di microcredito a bassissimo rimborso rateale, alla facilitazione dell’accesso ai mutui in banca, fino all’elemosina vera e propria a cura di parte dell’obolo di s.Pietro e delle disponibilita’ economiche locali delle varie diocesi.

E’ l’applicazione puntuale della dottrina sociale cattolica, che, a nostro avviso, piu’ che mirare a salvare i lavoratori, mira a salvare la pace sociale, cui invece la crisi attenta; un po di vasellina nella contraddizione, un po’ di spicci santi, tanta solidarieta’, qualche messa e raccomandazione ai cuori delle tante madonne, ed il gioco e’ fatto: al posto delle strade e delle barricate, chiese ed altari, in attesa di quel paradiso dove noi ultimi saremo i primi.

Il Vaticano gioca dentro la crisi una partita per il proprio rafforzamento come proposta politica, sociale, morale, autonoma dentro la societa’, in un ruolo suppletivo delle tradizionali espressioni di rappresentanza partitica e sindacale, e lo fa alternando il dogma reazionario con l’elemosina progressista.
Sono 2 facce della stessa medaglia, che solo degli spaesati politicantucoli alla ricerca del seggio perduto non vedono, o fanno finta di non vedere, appecoronandosi uniti al coro dei papa-boys.
Impotenti come sono, sindacati di stato e partiti fanno a gara a lodare le uniche iniziative concrete, sia ideologiche che materiali, in favore dei “poveri”; ondivaghi e storditi da mille sconfitte, da una parte deplorano Ratzinger come reazionario “pastore tedesco”, dall’altra lo applaudono come novello Di Vittorio.

Noi pensiamo che tutte le chiese siano un moloch difficilmente sezionabile, rispondente a prori interessi strategici di sopravvivenza e sviluppo, spesso in competizione tra di loro, come nella presente epoca storica.
E’ necessario segnare un netto tratto di discrimine tra chi vuole attraversare la crisi nella pace sociale e nella compassione per i “poveri”, e chi si pone sul terreno della non conciliazione, della lotta di classe.

Non e’ vero, “caro” parroco di Pomigliano,
che “se perdono i lavoratori perdono tutti”.
In questa societa’ e’ vero esattamente il contrario.
Quando perdono i lavoratori, vincono i padroni.
E viceversa.
Noi senza dio
restiamo contro il capitalismo, contro la sua crisi,
contro le sue elemosine benedette.
Continuiamo a volere tutto!


NE DIO - NE’ STATO - NE’ MERCATO

COMBAT

3371