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    8 marzo 2009: abortite la Chiesa e chi ci stupra

    Scomunica per i medici che fanno abortire bimba violentata. Ed è polemica in Brasile

    (6 Marzo 2009)

    Guardatela bene la faccia di bronzo di questo stupratore della buona fede: è l’arcivescovo di Recife, Josè Cardoso Sobrinho. Giunge al 6 marzo dalle agenzie di stampa la notizia della sentenza inappellabile della Chiesa cattolica brasiliana contro i medici che hanno fatto abortire una bimba di nove anni, stuprata dal patrigno e incinta di due gemelli. I sanitari sono stati scomunicati. L’aborto, ha specificato Josè Cardoso Sobrinho, arcivescovo di Olinda e Recife, è un crimine agli occhi della Chiesa e la legge degli uomini non può sovrastare quella di Dio. Il patrigno ha ammesso che abusava della bambina da quando aveva 6 anni; alla piccola, ricoverata presso un ospedale di Recife, sono stati somministrati farmaci abortivi mercoledì pomeriggio. La notizia la leggo con questo titolo “Scomunica per i medici che fanno abortire bimba violentata. Ed è polemica in Brasile“.

    Secondo la legge brasiliana, l’aborto è consentito in caso di stupro o di rischi per la vita della madre. La bambina, fanno notare i medici, rientrava in ambedue le categorie. Non basta, all’orrore si aggiunge che “altre fonti vaticane fanno notare, in proposito, che il codice di diritto canonico prevede la scomunica ‘latae sententiae‘, e cioè automatica, per chiunque pratichi o favorisca l’aborto”.

    In Brasile?Il Tema ha questi confini geografici?

    C’è poco da scherzare con il Codice di diritto canonico , il canonico penitenziere e tutti i loro faccendieri.

    Non giochiamo: quando si parla di Chiesa si parla di globale, di una colonizzazione mentale e corporale, di misfatti e crimini perpetrati per secoli, di luride gerarchie di potere, di scandali finanziari, sessuali, morali sotto agli occhi di tutte e tutti. E noi ce l’abbiamo quì, dentro l’Italia, a Roma Caput Mundi, la Mafia che scova nelle mutande le sue risorse, che si allea a destra e sinistra, che compra tutte e tutti , che baratta e trova sempre più ampi Mercati e Consensi.

    Le donne cattoliche , come il papa raccomanda, per l’8 marzo sperano di far conoscere il volto e le opere della nostra Chiesa, la sfida educativa che questa data rappresenta.

    Bene, ne ho raccontato un pezzo anche io di questa storia: la Pontificia Accademia per la Vita ha un solo dictat, “Abortire è peccato. Sempre”. Non c’è mediazione, non c’è dialogo alcuno con chi si addobba con tonache e tiare, tantomeno con chi li legittima, e minaccia, usa violenza continua sulle donne, stupra. E per chi non lo sapesse: Per disposizione di Giovanni Paolo II, (al fine di rendere più espliciti i suoi compiti) dal 1988 la primitiva Propaganda Fide, si chiama “Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli”

    Scomunicatevi, sbattezzatevi, svergognate il Disegno di questa Maschera da Santa Madre che dà Vita ad orrori: Abortite la Chiesa e chi la serve e la usa. Questi sono metodici stupri di guerra e le aberrazioni cromosomiche di qualunque potere che sottopone, controlla e reprime le donne e gli uomini su questa Terra. Svuotatevi e respingete al Mittente tutte le terapie dei loro mali, stati e chiese. Amatevi liberamente non solo l’ 8 marzo.

    Doriana Goracci

    Fonte

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    Commenti (1)

    La Chiesa inganna credenti e non credenti

    La Chiesa cattolica brasiliana ha scomunicato i medici che hanno fatto abortire una bimba di nove anni, violentata dal patrigno e incinta di due gemelli. A giudizio dei sanitari portare a termine la gravidanza avrebbe comportato gravi rischi per la salute della bambina. L'arcivescovo Jose' Cardoso Sobrinho ha specificato che l'aborto e' un crimine agli occhi della Chiesa e la legge degli uomini non puo' sovrastare quella di Dio. Il ragionamento sembra giusto ma è ingannevole, giacché si dà per scontato che la legge della Chiesa cattolica e la legge di Dio siano la stessa cosa. La Chiesa ovviamente fa riferimento al quinto comandamento. Ma se così è, il suo ragionamento potrebbe essere applicato tranquillamente all'omicidio per legittima difesa e, a maggior ragione, alla pena di morte non ancora fermamente condannata dalla Chiesa. Anche in questi casi, infatti, la legge degli uomini sovrasterebbe la legge di Dio. La Chiesa finge di non sapere che gli uomini, putroppo, alle volte sono costretti a ricorrere ad un mezzo oggettivamente cattivo per raggiungere un fine buono. Ovviamente il ricorso al mezzo cattivo deve avere carattere di necessità, ed è il caso della legittima difesa ma non della pena di morte. Ed è anche il caso della bambina brasiliana, la cui salute fisica e psichica andava difesa ricorrendo necessariamente all'aborto.

    (7 Marzo 2009)

    Renato Pierri

    renatopierri@tiscali.it

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