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Sotterranei della giustizia

Sotterranei della giustizia

(14 Novembre 2009) Enzo Apicella
Tre medici e tre agenti penitenziari indagati per la morte di Stefano Cucchi

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    (Omicidi di stato)

    9 marzo 1985 – 9 marzo 2009. Pedro vive!

    (10 Marzo 2009)

    Il 9 marzo del 1985 il compagno Pietro Walter Maria Greco detto Pedro veniva ucciso a colpi d’arma da fuoco in via Giulia a Trieste da sicari della Digos e del Sisde.

    Pedro era un proletario comunista di origini calabresi, trasferitosi a Padova alla fine degli anni sessanta e da allora attivo nelle lotte popolari e nel movimento rivoluzionario.

    Proprio per questa era stato più volte colpito dalla repressione e costretto alla latitanza. A Trieste aveva trovato rifugio difronte all’ennesimo mandato di cattura per “banda armata”, spiccato nell’ambito delle inchieste che, all’inizio degli anni ottanta, colpirono il movimento di classe con l’obbiettivo di annientarlo definitivamente.

    In questo clima di terrorismo di stato, contro di lui viene emessa una vera e propria condanna a morte extragiudiziale, eseguita dai boia delle classe dominante per farla finita con un irriducibile nemico dell’ingiustizia, dell’oppressione e dello sfruttamento.

    Le accuse caddero a livello giudiziario solo dopo il suo assassinio.

    Oggi è ancora più importante ricordarlo come esempio di determinazione, coraggio e estrema generosità nel servire la causa degli sfruttati.

    Il sistema capitalista internazionale infatti si dibatte in una crisi mortale portatrice di miseria e guerra per il proletariato e i popoli oppressi. Da questa barbarie emerge la necessità del superamento storico della società divisa in classi, la stessa prospettiva di comunismo che Pedro con la sua militanza incarnò per tutta la vita.

    È una prospettiva che continua a incutere terrore fra la borghesia, come testimonia l’accanimento contro i compagni comunisti sotto processo a Milano, incarcerati nell’ambito della cosiddetta “Operazione Tramonto”, la quale ha avuto il suo apice nel blitz repressivo del 12 febbraio 2007. La pm Ilda Bocassini ha richiesto a loro carico condanne fino a 22 anni, per un totale di 198 anni divisi fra 17 imputati, riportando così alla memoria la prassi dei tribunali fascisti di seppellire per anni in galera gli oppositori, colpendoli principalmente per la loro identità politica.

    Ieri gli omicidi di stato, come quello di Pedro, per liquidare lo straordinario ciclo di lotte espresso dalle masse popolari del nostro paese nel corso degli anni settanta. Oggi processi politici, come quello in corso a Milano, per incutere terrore e stroncare sul nascere ogni realtà e prospettiva rivoluzionaria.


    La memoria di Pedro e la resistenza dei rivoluzionari prigionieri devono essere patrimonio, parte integrante e guida nelle lotte degli sfruttati e nella più generale battaglia contro il capitalismo.

    ONORE AL COMPAGNO PEDRO E A TUTTI I CADUTI PER IL COMUNISMO!

    STRINGERSI ATTORNO AI COMPAGNI SOTTO PROCESSO A MILANO E A TUTTI I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI!

    CONTRO LA BARBARIE DEL CAPITALISMO, PER IL COMUNISMO!

    Gruppo Primo Maggio 1945 – Trieste

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