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    Anche i monopolisti piangono

    (16 Marzo 2009)

    Maurizio Costanzo, il piduista passato dalla RAI a servire il collega di loggia Berlusconi, attacca duramente Mike Bongiorno, perché reo di aver appoggiato il suo amico personale Fiorello nel pubblicizzare la prossima trasmissione che lo stesso Fiorello condurrà su SKY nei primi di aprile.

    L’attacco è veramente stupido per molti motivi: il primo è che l’accusa di “tradire” Mediaset a favore della concorrenza, nella innocente veste di uno spot pubblicitario, ci rivela quanto i “monopolisti”, a parole a favore del “libero mercato”, temono una qualsiasi concorrenza, dopo aver speso anni a manovrare per normalizzare la RAI riempiendola di dirigenti più vicini ad Arcore che a Viale Mazzini e dopo aver trasformato il “servizio pubblico” in “servizio privato” per partiti e monopolisti.

    La stupidità senile di Costanzo è quella di attaccare personalmente Mike e farsi così dedicare mezza pagina dal Corriere della Sera di oggi, rompendo così il silenzio sulla trasmissione di Fiorello che, sia la Rai che Mediaset, conservavano così gelosamente, sperando in un basso indice di ascolto.

    La cosa non è così innocua come può sembrare. In gioco ci sono importanti quote di pubblicità che stanno già trasmigrando verso Sky ed Internet e la reazione un po’ scomposta di Costanzo sta lì a dimostrarlo.

    Mi piace assistere a questo episodio. Vi è rappresentata una sorta di “legge di contrappasso”, che riecheggia la fase storica in cui i soldi delle neonate Tv commerciali del cavaliere attiravano i Bongiorno, i Costanzo, i Mentana e via cantando, e indebolivano la RAI costringendola a snaturarsi in una rincorsa verso il basso.

    Fiorello è un artista vero, politicamente agnostico, ma, essendo stato trattato male sia dalla Rai che da Mediaset, ha cercato una terza via, e di ascolti ne muoverà tanti perché è bravo e simpatico.

    Murdoch, proprietario di Sky, è un pescecane come Berlusconi e compra le televisioni per fare profitti, ma, per ora, non sembra farlo per fini di potere politico, e questo già ci basta e speriamo che le sue operazioni commerciali tolgano spazi e pubblicità ai monopolisti, che il potere politico lo hanno conquistato proprio grazie ad un uso dittatoriale delle informazioni.

    Grillo continua a sottovalutare il peso delle televisioni e non ha attivato una grande campagna contro il canone Rai finalizzata ad ottenere un “servizio pubblico”, con un presidente indipendente, fuori dai partiti e dalle lobby, eletto direttamente dai cittadini.

    I privati e i partiti oggi hanno in mano il 100% delle informazioni che girano, e nessuna opposizione antagonista si potrà mai affermare senza la conquista di uno spazio che infranga il monopolio.

    16 marzo 2009

    Paolo De Gregorio

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