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Se ero tibetano...

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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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    Le “palle” di Comdata cominciano a sgonfiarsi!

    Successo dello sciopero nazionale e dei presidi a Torino e Ivrea

    (23 Marzo 2009)

    Pur non disponendo ancora di dati ufficiali sulle altre sedi del gruppo, si può affermare che lo sciopero dei lavoratori Comdata nelle sedi di La Spezia, Torino ed Ivrea è ampiamente riuscito (pressoché totale la partecipazione nella sede ligure, circa il 70% di adesione nei due centri piemontesi), mentre partecipati sono stati i presidi organizzati dal Collettivo Lavoratori Comdata (FLMUniti-CUB) a Torino e dal COBAS Comdata ad Ivrea.

    A Torino una cinquantina di lavoratori e lavoratrici hanno partecipato all’esuberante presidio “contro gli esuberi”. Con sound system ed interventi, striscioni e bandiere, abbiamo gridato che non accettiamo né il piano di ristrutturazioni e tagli che mette a rischio circa 1.500 posti di lavoro fra le sedi di La Spezia, Asti, Torino, Ivrea, Scarmagno e Milano, né l’atteggiamento arrogante di una direzione aziendale che dopo anni di fatturati, profitti, ricapitalizzazioni e acquisizioni, crede di padroneggiare le vite dei lavoratori e delle lavoratrici senza dare alcuna spiegazione né alle organizzazioni sindacali, né ai lavoratori. La giornata, come sempre succede in questa sede, era iniziata… ieri sera: solita provocazione aziendale che, ogni volta che viene indetto uno sciopero, inventa presunti “lavori” e fa posizionare i soliti due furgoni di fronti all’entrata, nel patetico tentativo di rendere meno visibile il presidio. Questa volta però, la prontezza di spirito dei lavoratori ha guastato i loro piani: un’automobile parcheggiata in tempo utile ha impedito l’oscuramento della protesta, permettendo il posizionamento di striscioni e impianto voce. “Meno furgoni, più assunzioni”, questo lo slogan irriverente gridato dai lavoratori in piazza, molti dei quali a tempo determinato. Aggiungiamo a questo anche l’esposto ai Carabinieri effettuato da alcuni colleghi iscritti alla CISL, sbigottiti da una protervia aziendale alla quale forse alcune sigle sindacali non sono più abituate. Ciliegina sulla torta: doppia multa (38 euro per furgone) e denuncia per occupazione abusiva di suolo pubblico da parte della polizia locale, causa falsi cartelli apposti dall’azienda che avvisavano di fantomatici “urgenti lavori di riparazione tubature” da svolgersi – guarda caso – oggi, con annessa transennatura illegittima di parte della strada. Curioso epilogo il conciliabolo fra vigili urbani e digos sull’eventualità di una denuncia oltre che della multa…
    La significativa partecipazione di precari allo sciopero è uno dei primi dati da sottolineare, alla luce del fatto che essi rappresentano il 60% della forza-lavoro sulla sede di Torino. Oltre lo striscione del Collettivo, campeggiava quello “esuberanti contro gli esuberi”. Tante bandiere della CUB, poche, ma presenti, quelle di CISL e UIL. Il presidio si è poi spostato di fronte al Palazzo della Giunta Regionale del Piemonte, dove una delegazione di colleghi e colleghe, insieme alla FLMUniti-CUB, è stata ricevuta dall’assessore all’Industria, Bairati. È stato esposto il grave comportamento di un’azienda che cavalca la crisi, ma che in crisi non è, ottenendo l’impegno formale della Regione a convocare l’azienda per chiedere spiegazioni e suggerendo all’assessore stesso di agitare il tema del ritiro dei contributi regionali che l’azienda riceve, in caso di delocalizzazione delle commesse. Il presidio si è poi ricostituito di fronte all’azienda fino al primo pomeriggio.

    Come detto, attendiamo i dati dal nazionale sull’adesione allo sciopero, e soprattutto il resoconto dei colleghi e delle colleghe di Ivrea, ma, senza perdersi in facili entusiasmi o immaginare scenari futuri, vogliamo provare a fare alcune considerazioni a caldo.

    1) L’azienda non è in crisi: oltre le varie acquisizioni fatte in questi ultimi due anni (dai 914 colleghi di Vodafone a Met Sogeda, a Selfin, ecc…), l’ultima operazione, quella della cessione di Comdata Tech, con relativi 400 dipendenti, a Core Informatica, entrando a sua volta nel CdA di quest’azienda, non è un’operazione dettata da conti in perdita: è esattamente il contrario! In questo modo, come tutti i media finanziari hanno sottolineato a febbraio, Comdata SpA ha aumentato il suo peso nel settore IT. Teniamo presente anche che recentemente l’azienda ha avuto una iper-ricapitalizzazione, a mezzo “versamenti” di importanti istituti finanziari, legata alla fusione con Nuova Iniziativa SpA e che i suoi margini di incremento dei ricavi rispetto all’anno scorso non sono azzerati, ma semplicemente “ridimensionati” dal 12,7% stimato a circa il 7%. L’azienda guadagna, opera spregiudicatamente sul mercato, ma non eroga più il premio di risultato ed anzi minaccia di mandare a casa 1500 persone!

    2) Questa operazione furbina – che ha più l’idea di una tendenza a diversificare gli obiettivi di investimento (magari buttarsi in finanza?) che a ristrutturare per salvarsi dalla crisi – è stata ideata alla “chetichella”, cioè sede per sede, senza interpellare alcuna sigla sindacale, ma anzi organizzando colloqui individuali e briefings di reparto, nel tentativo da una parte di spaventare gli operatori per tenerli sotto ricatto, dall’altra per tentare una manovra che metta fuorigioco sindacati e collettivi aziendali, di fatto abolendo la contrattazione e tornando agli ottocenteschi schemi del “padrone delle ferriere”, fatto di ricatti e concessioni dall’alto, salvo un contemporaneo esercizio del consenso, attraverso riviste patinate, managers che facendosi dare del tu illudono i dipendenti su una presunta ugualità in azienda, iniziative umanitarie di cui non si sa nulla se non i manifesti appesi in azienda e kermesse canore con annessi sprechi di altri soldi. Lo sciopero nazionale e soprattutto i presidi locali hanno tolto la maschera a questi volponi, mettendoli “nudi” di fronte ai lavoratori, alla cittadinanza che siamo riusciti a raggiungere, ai mezzi di informazione, alle istituzioni.

    3) Nelle sedi di Torino e Ivrea, volenti o nolenti, i managers aziendali devono fare i conti coi lavoratori e con realtà sindacali (FLMU e COBAS) che non si piegano ai diktat di un’azienda che ci vorrebbe riflesso speculare delle sue voglie e delle sue idee. Quando i lavoratori si organizzano in maniera autonoma e indipendente, sviluppano capacità critica e sanno anche sviluppare una politica sindacale credibile e praticabile (lo dimostrano i due incontri organizzati alla Regione Piemonte e al Comune di Ivrea), hanno più possibilità di vincere. E in questa lotta è necessario, è vitale vincere, ne dipendono 1500 posti di lavoro, 1500 famiglie, la prospettiva di migliaia di vite.

    4) Per questo, nonostante la gioia e la soddisfazione per questa giornata di lotta, dobbiamo avere consapevolezza che questo è solo l’inizio e che nessuna pressione istituzionale, nessuno “sputtanamento” mass-mediatico, nessuna ipotetica trattativa sindacale avranno successo, se alla base e al centro non ci sarà la nostra lotta, la nostra volontà di non farci più prendere in giro, la nostra determinazione a sgonfiare le “palle aziendali” per difendere il nostro lavoro e il nostro salario.

    Collettivo Lavoratori Comdata
    FLMUniti-CUB TLC – Torino

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