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(30 Settembre 2010) Enzo Apicella
Terzigno: una nuova discarica nel territorio di produzione del Lacryma Christi

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Amianto: nuove deroghe e facilitazioni, in Europa e in Italia. Mentre ancora per l'amianto ci si ammala e si muore!

(8 Aprile 2009)

Finalmente si è aperto a Torino il processo ai vertici Eternit, l'azienda che ha costruito le sue fortune fabbricando prodotti contenenti fibre di amianto. Una produzione con materiale altamente cancerogeno, portata avanti anche molti anni dopo che la pericolosità delle fibre di amianto era stata accertata. Erano gli anni '60 ed i vertici Eternit sapevano che l'amianto provocava il cancro ai polmoni, ma in nome del profitto si era messo tutto a tacere. I lavoratori non devevano sapere e non avrebbero saputo per molto tempo. Le fortune della Eternit è stata ed è ancora la morte di migliaia di persone, non solo lavoratori dell'azienda. Basti pensare che solo per questo processo, i vertici Eternit sono chiamati in causa per la morte di 2.056 persone dal 1952 al 2008 e di almeno 830 malati. Mentre le fibre di amianto continuano a provocare tumori a 1.350 italiani ogni anno (dati dell'Ispesl, Istituto Superiore di Prevenzione e Sicurezza Sul Lavoro). L'Eternit è stata praticamente una multinazionale del cancro!

Ma l'Eternit non è sola. Altre multinazionali dell'amianto continuano a fare profitti con la fibra cancerogena, e continuano a fare pressione sui governi e ad influenzare le normative a tutela della salute delle persone.
Infatti, mentre a Torino si apre il processo contro i vertici Eternit, il Parlamento europeo vaglierà la proposta della Commissione europea di derogare la cessazione dell'uso e fabbricazione di prodotti in amianto. Il testo della proposta, se sarà adottato, permetterà la fabbricazione, il commercio e l’uso di parti contenenti l’amianto crisolito utilizzate nell’elettrolisi. La salute dei lavoratori? Come al solito, prima viene il profitto. Prima vengono gli interessi delle multinazionali. E' il capitalismo, bellezza!

E gli interessi del capitalismo, devono aver dato il pretesto in Italia, anche per una proposta di modifica importante del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, che è passata assolutamente inosservata. All'art. 17 dello schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al testo unico sulla sicurezza sul lavoro, si legge: "All’articolo 29, comma 7, del Decreto [D.Lgs. 81/08, T.U. sulla sicurezza sul lavoro] sono abrogate le lettere b) e c)." Ecco in cosa consiste.
L'art. 29 del T.U. stabilisce le modalità di effettuazione della valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro. Allo stato attuale, sono stabilite modalità semplificate per piccole aziende che occupano fino a dieci dipendenti e procedure standardizzate per imprese con meno di 51 lavoratori, purchè non siano soggetti a particolari rischi. Per come stabilisce il decreto approvato dal governo Prodi, nei casi in cui in un'azienda ci siano rischi rilevanti, la valutazione non può seguire procedure semplicate, ma deve svolgersi una valutazione più complessa e approfondita che per ovvie ragioni non può essere standardizzata. Qui interviene la proposta di modifica del governo Berlusconi, volendo abrogare quella parte in cui si vietano procedure semplicate per la valutazione dei rischi in ambienti di lavoro ad alto rischio per la sicurezza e salute dei lavoratori, tra cui le "aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi ... connessi all'esposizione ad amianto".

Le conseguenze potrebbero essere drammatiche per i lavoratori esposti a rischi elevati, come gli esposti all'amianto, visto che la valutazione dei rischi così condotta, potrebbe essere superficiale e sottostimata o comunque inadeguata alla tipologia del rischio. Di conseguenza le misure di prevenzione per la salute dei lavoratori, rischierebbero di essere insufficienti rispetto ai rischi a cui sono sottoposti i lavoratori.

Per quanto tempo ancora si dovranno contare i morti da tumori ai polmoni, causati da esposizione all'amianto? Quanti lavoratori si vogliono sacrificare ancora sull'altare del profitto?

Commenti (2)

VALUTAZIONE DEI RISCHI DA ESPOSIZIONE AD AMIANTO

La semplificazione proposta, cui fa riferimento l'autore dell'articolo, non può riguardare la esposizione a fibre di amianto giacchè questo è cancerogeno. Il DLgs 81-08 e le proposte di modifica prevedono in ogni caso che oltre alla valutazione dei rischi in generale, debba esere sempre valutata l'esposizione ad agenti chimici (e l'amianto lo è); ad agenti cancerogeni (e l'amianto lo è). Infine poichè gli esposti a fibre di amianto, datochè la sua produzione e commercializzazione è vietata dal 1992, sono solo coloro che operano nelle bonifiche i cui datori di laoro sono tenuti a presentare alle AA.UU.SS.LL. un piano di lavoro specifico per ogni bonifica e in parecchi casi anche il Piano Operativo per la Sicurezza.
Non mi pare che sul piano cartaceo vi siano lacune, anzi, troppa carta non salva le vite umane. Il vero problema è la formazione e informazione dei lavoratori e i controlli efficaci. Il resto conta poco, come la DATA CERTA che finalmente sarà cancellata.
Ringrazio per l''attenzione

(9 Aprile 2009)

dott. Marco Maggioli
Tecnico della Prevenzione negli ambienti di lavoro

maggioli.marco@fastwebnet.it

VALUTAZIONE RISCHI ED ESPOSIZIONE AD AMIANTO

Cosa significa che la semplicazione "on può riguardare la esposizione a fibre di amianto"? La valutazione del rischio chimico e la valutazione del rischio da esposizione ad agenti cancerogeni, fanno riferimento alla valutazione del rischio di cui all'art. 28. Cioè quella che il dott. Maggioli chiama "valutazione dei rischi in generale". Definizione che significa ben poco, poichè l'art. 28 del T.U. impone (testualmente) che la valutazione rischi "DEVE riguardare TUTTI i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari".
Tale valutazione, può essere svolta con le modalità previste all'art. 29 del T.U. che, se modificato come proposto e già detto nel mio articolo, può seguire procedure standardizzate anche per i rischi connessi all'amianto, mentre attualmente è esplicitamente vietato. Se tale divieto venisse abrogato, cosa impedirebbe di seguire tali procedure di semplicazione (perchè la standardizzazione è di fatto una semplicazione)?
Quando il dott. Maggioli scrive che "troppa carta non salva le vite umane" ha ragione, ma temo stia confondendo la valutazione dei rischi con il DOCUMENTO di valutazione dei rischi. Ma quest'ultimo altro non è che il mettere per iscritto ciò che prima si è valutato. Mentre la proposta di modifica, interviene proprio sulla valutazione.

(10 Aprile 2009)

Crocco1830

crocco1954@yahoo.it

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