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Operai “schiavi” anche alla Fincantieri di Sestri Ponente

(9 Aprile 2009)

In data odierna alcune notizia di stampa annunciano l’apertura di una inchiesta della Procura di Venezia sugli appalti e subappalti nel cantiere navale di Marghera e delle condizioni di sfruttamento ed illegalità in cui sono costretti a lavorare i dipendenti di queste ditte: finte assunzioni, finte buste paga, società che falliscono e poi riaprono per non pagare i dipendenti, i contributi ed il fisco.

Finalmente qualche istituzione si muove per controllare il “territorio” Fincantieri che è diventato zona franca per il rispetto dei contratti, dei diritti del lavoro, ma anche della evasione contributiva e fiscale.

Anche nel cantiere di Sestri Ponente a Genova ci sono migliaia di “paghe globali” cioè quel sistema che dichiara sulla carta una cosa chiaramente falsa (salario, ferie, trattamento di fine rapporto, assegni familiari, ecc.), ma che per i lavoratori non corrisponde alla realtà.

A questi lavoratori non viene pagata la malattia, l’infortunio, le ferie, lo straordinario. Ad alcuni di loro non è stato versato il rimborso per la dichiarazione dei redditi che è stato trattenuto dal “padrone”; molti di loro firmano al momento dell’assunzione dimissioni preventive che verranno utilizzate per il licenziamento in tronco. I delegati, gli uffici della Fiom e della Cgil consegnano periodicamente prestampati affinché i lavoratori rispondano alla richiesta dei capocantiere di: “…stattene a casa e poi ti richiamo quando servi” per tentare di non perdere oltre al lavoro anche i soldi dell’assunzione.

Gli uffici vertenze della Cgil sono impegnati per il 70% del tempo dedicato all’industria a seguire le denuncie nei confronti degli appalti Fincantieri: Isolstar, Fazan, DKS, Lo Piccolo, CME, BieffeMarine, It.Im., Tecnica Navale, Total Equipment, Sin, Ig, Sama arredamenti, Nav.Er Mele, con sedi a Venezia, Monfalcone, Napoli, Palermo, Taranto, Avellino, Genova.

Questi lavoratori vengono impegnati anche per 10 ore al giorno per 6 giorni la settimana, ma sulla loro busta paga risulta molto meno. Lavoratori che denunciano il mancato pagamento dello stipendio così come si scopre il mancato pagamento dei contributi.

Fincantieri è a conoscenza di tutto ciò perché vista l’enorme diffusione di questa pratica è umanamente impensabile che il Gruppo non conosca il proprio mondo (anche perché come Fiom sono comportamenti più volte denunciati).

Perché Fincantieri rifiuta energicamente di mettere a disposizione dei lavoratori, del sindacato, degli uffici legali le timbrature di entrata e di uscita dei dipendenti degli appalti?

Solo questo atto farebbe crollare questo castello di illegalità verso questi lavoratori che stanno nei cantieri per 60 ore la settimana, ma delle quali gliene vengono pagate solo 48!

Nel 2005 denunciammo tale condizione alla commissione di inchiesta parlamentare presieduta dall’On. Tofani ricordando tra l’altro come in alcuni momenti davanti al cantiere navale vi fossero anche forme di caporalato.

Negli ultimi due mesi oltre 1200 lavoratori delle ditte d’appalto sono “uscite” dal cantiere di Sestri Ponente: italiani, polacchi, maghrebini, cingalesi, ecc., alcuni di loro vengono a denunciare i licenziamenti illegittimi, le mensilità non pagate, la paura della disoccupazione e del rischio della perdita del permesso di soggiorno, ma sembra che la città non se ne accorga. Anche nell’incontro fatto con il Sindaco Vincenzi denunciammo questa pratica chiedendo di convocare Confindustria ed il Sindacato, ma il tempo passa è nulla è cambiato.

Se la magistratura di Venezia apre un’inchiesta non possiamo che essere contenti sperando che anche sul territorio genovese si alzi il velo sulla condizione di alcune migliaia di lavoratori a cui non sono garantiti normali diritti sindacali e sui quali si costruiscono evasioni fiscali e contributive.

Genova, 3 aprile 2009.

Bruno Manganaro
Segreteria Fiom Genova

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