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Bologna. Sinistra Democratica e le elezioni amministrative

Lettera aperta sulla sinistra a Bologna

(25 Aprile 2009)

E' per un atto di serietà, trasparenza e responsabilità, e in ragione di una relazione intensa con tante e tanti di voi a cui indirizziamo questa e-mail, compagne e compagni di Sinistra democratica, ma anche compagne e compagni di appartenenze diverse nella sinistra bolognese, che scriviamo alcune cose che riteniamo vadano dette in modo chiaro per spiegare, al di là di ogni interpretazione, a volte non corretta per come è giunta di ritorno alle nostre orecchie, le ragioni di una presa di distanza da Sinistra democratica di Bologna in questa fase elettorale, movimento alla cui fondazione abbiamo partecipato direttamente, da subito, a livello nazionale e a Bologna.

Presa di distanza dal movimento qui a Bologna, ci teniamo a precisarlo, e non da Sinistra democratica nazionale di cui condividiamo il progetto e per il quale siamo impegnate a lavorare nell' l'Associazione per la sinistra di Bologna, che ha, come obiettivo, la costituzione di un nuovo soggetto politico della sinistra.

Da un anno, dalla drammatica sconfitta della sinistra alle elezioni di aprile del 2008, ci siamo con ragione e sentimento impegnate per tentare di rispondere ai segnali duramente critici che provenivano da quella sconfitta, per costruire, anche da Bologna, una sinistra unita, plurale, autorevole, autonoma, che recuperasse quel drammatico disseccamento delle sue radici sociali innovando profondamente la sua politica, la sua cultura e le sue pratiche.

Le elezioni amministrative potevano essere la prima occasione per mettere alla prova la sapienza politica degli stessi gruppi dirigenti della sinistra bolognese. Si trattava di saper raccogliere un segnale che veniva da tante donne e tanti uomini della sinistra che hanno fatto in questi mesi i pendolari da un incontro all'altro per cercare risposte al bisogno di una sinistra più forte e più unita, risposte che gruppi dirigenti ristretti non hanno dato perchè, a noi pare, più impegnati nella loro autoriproduzione piuttosto che in un serio ragionamento sul che fare dopo la sconfitta di aprile.

Anche all’interno di Sinistra democratica a Bologna, nel corso di mesi di discussione non facile,a volte molto aspra in previsione delle elezioni amministrative, abbiamo avvertito che man mano stava prevalendo una posizione che metteva al centro la dimensione istituzionale a scapito di un percorso e di una forte iniziativa politica proiettata all'esterno per la ricostruzione di una sinistra unita. L'alleanza con il PD era diventato l'obiettivo prioritario sull'altare del quale sacrificare l'autonomia politica e programmatica del movimento.
Questa impostazione diventata prevalente, seppure in una cerchia assai ristretta di compagne e compagni che costituiscono il coordinamento, e le modalità di una discussione spesso non trasparente, ci hanno fatto amaramente concludere che quello non era più per noi luogo di agio politico e neppure più luogo nel quale venisse salvaguardata la dimensione collettiva e la normale pratica democratica di fronte alla diversità di opinioni.

Il punto di dissenso di allora e di oggi è che, secondo noi, una sinistra che si presenta così frantumata e senza profilo politico alle elezioni amministrative rischia di essere condannata alla totale irrilevanza.

A tutt'oggi nè il PRC ( ciò che ne è rimasto dopo l'uscita dei Vendoliani e del gruppo di Loreti), né il PDCI, né i VERDI, né la lista SINISTRA PER (SD, SOCIALISTI, AREA VENDOLA), sedute ciascuna per conto proprio al tavolo delle trattative con il candidato sindaco del PD Del Bono, riescono a presentare alla città un profilo politico autonomo dal candidato scelto dal PD, fino ad arrivare a condividere ed APPROVARE IN ANTICIPO LA RELAZIONE che il candidato sindaco ha presentato al Teatro delle celebrazioni la settimana scorsa.

Anche il serio e approfondito apporto programmatico di Guido Fanti sembra scomparso dallo scenario di proposte che abbiamo letto sui giornali (sedi aperte e trasparenti di discussione sui programmi della futura coalizione non ci pare ce ne siano state o siano in previsione. Lì almeno avremmo potuto capire quali fossero i punti discriminanti posti dalla lista “Sinistra per” facendo tesoro dei gruppi di lavoro attivati da Fanti).

La nostra convinzione era allora e rimane ora a cose ormai già concluse ( e quindi solo a testimonianza) che Sinistra democratica avrebbe dovuto con determinazione cercare di costruire le condizioni per una lista civica di sinistra la più aperta possibile, se del caso con un proprio candidato Sindaco con il quale presentarsi al primo turno, ESIBENDO UN CHIARO PROFILO POLITICO CHE PARTISSE DAL GIUDIZIO SULL'AMMINISTRAZIONE COFFERATI E PROPONESSE ALCUNI, POCHI, CHIARI PUNTI DI PROGRAMMA CON I QUALI APRIRE, ALLA PARI, IL CONFRONTO CON IL PD . Ci hanno risposto che sarebbe apparsa una scelta politicista.

Anche noi siamo profondamente convinte che non si deve consegnare Bologna al centro destra ma non ci convince il ragionamento che per battere il centro destra bisogna ricostruire il centro sinistra.
Ci pare slogan vuoto, e questo sì politicista, perchè completamente avulso dal merito dei contenuti sui quali costruire la coalizione.
Siamo convinte anche noi, naturalmente, che senza una larga alleanza fra forze di centro sinistra a Bologna e nel Paese la destra non potrà mai essere battuta (oltre che dal Paese, è bene ricordare che l'autosufficienza del PD è stata pagata drammaticamente dalla sinistra, del resto questo era l'obiettivo di Veltroni); ma siamo altresì convinte che un nuovo, credibile centro sinistra non potrà darsi senza una profonda messa in discussione che parta dall'interno della formazioni politiche oggi esistenti, pd compreso, e che porti a una profonda scomposizione e ricomposizione del quadro politico.

Abbiamo anche proposto invano, nel corso della discussione di questi mesi, che si aprisse una interlocuzione politica trasparente con la lista di Pasquino per verificare possibili condivisioni di programma e prospettive per Bologna. Si è ignorata, invece , questa sollecitazione per la semplice ragione che Pasquino si presenta in alternativa a Del Bono.
Così come ci pareva opportuna una interlocuzione con la lista di Monteventi.

Non ci vuol molto, a questo punto, a rappresentare uno scenario in cui un elettore moderato di centrosinistra sceglierà direttamente di votare PD, mentre un elettore più decisamente orientato a sinistra avrà la possibilità di scegliere fra la lista Monteventi, quella Pasquino, l’astensione o anche il voto all’IDV.

Ma il rischio vero è che una parte di uomini e donne che si riconoscono nelle forze e movimenti della sinistra, di fronte a questa frantumazione e appannamento di profilo politico-programmatico, confuso e deluso, decida per l'astensione e noi ne sentiamo tanti, troppi che ancora oggi si pronunciano in tal senso, stanchi di andare al voto sull'onda dell'emergenza .

Questo è ciò che pensiamo e da qui deriva la nostra scelta di oggi.

Un caro saluto.

Bologna, 19 aprile 2009

Katia Zanotti, Vania Zanotti, Irene Pedacchia.

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