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Antifascismo oggi e’ lottare contro l’imperialismo europeo

(25 Aprile 2009)

Il ritorno alla ribalta dei fascisti, che, nonostante la Costituzione antifascista del ‘47, hanno ricominciato a farsi vivi dappertutto con la chiusura mentale e la violenza che li contraddistingue, non è solo un sottoprodotto dell’attuale Governo di destra.
Ripercorrendo gli anni a ritroso, infatti, incontriamo il revisionismo storico “bipartisan”, che, oltre a rivelare che quegli “ex-comunisti” che lo hanno sostenuto non sono, in realtà, mai stati davvero dei compagni, ha aperto loro la strada.
Prima ancora, durante la “Prima repubblica”, l’antifascismo di maniera dei “salotti buoni” e quello liturgico delle ricorrenze annuali non avevano impedito il proliferare dei gruppi eversivi, mai puniti secondo la Legge n. 645/’52 (attuativa del punto XII delle Norme finali della Costituzione), ma anzi utilizzati dai “poteri forti” per il comodo, e falso, teorema degli “opposti estremismi”.
Del resto il “buon esempio” di accettare i fascisti era stato dato dallo stesso Togliatti, quando già nel ’46, da Ministro della Giustizia, firmando l’amnistia, aveva lasciato a piede libero numerosi criminali fascisti, compresi quelli pronti a rientrare nel “nuovo” ceto politico della nascente Repubblica Italiana.

La verità, infatti, è che la democrazia borghese non è in grado di farla finita con i fascisti! E questo, se non altro, per il semplice motivo che UN DOMANI POTREBBERO FARE COMODO AGLI INTERESSI DOMINANTI!!

Non bisogna, però, semplificare troppo. Se è vero che alla borghesia i fascisti praticamente servono sempre, il fascismo, come regime politico, al capitale qui oggi non serve più. Questo Paese, infatti, vecchio imperialismo continentale, ha fatto ricorso ad esso in un contesto storico, quello del ’21, molto diverso da quello attuale, quando invece l’Unione Europea, nonostante tutti i contrasti e le difficoltà di realizzazione, ma con le sue definite connessioni interne, il suo ruolo internazionale ed il suo “modello sociale”, rappresenta, ormai, una scelta irreversibile soprattutto per gli imperialismi d’Europa: tutte, o quasi, le indicazioni politiche ed economiche seguite qui in Italia dal Centro-destra (come, del resto, dal Centro-sinistra, che esprimeva, al massimo, qualche accento diverso) provengono dalla U.E.! Un esempio, fra i tanti possibili, …la risoluzione approvata Giovedì 2 u. s. dal Parlamento Europeo, che equipara nazismo, fascismo e comunismo: ecco a quale “logica” si rifà l’ormai tristemente noto ddl n.1360, che intende insignire gli ex-repubblichini!
Oggi, cioè, vige un autoritarismo “targato UE”, condito da una informazione a senso unico, ed “i fascisti in doppio petto”, quelli “alla Fini”, sono completamente riciclati; anzi, in certi casi interpretano “audaci” posizioni democratico-borghesi, che nemmeno certi “progressisti”… Le differenze fra PdL e PD sono, poi, sempre più sfumate, tanto che mentre il premier quest’anno ha parlato, per la prima volta, di celebrazione del 25 Aprile, grosse fette di PD esprimono fastidio anche per un semplice “antifascismo da cerimonia”, reputato “troppo di parte”…
Non intendiamo certo cadere in simili “qualunquismi” (come si diceva una volta…), ma occorre sempre più che l’antifascismo militante esca dagli equivoci in cui lo hanno relegato più di cinquant’anni di retorica e finisca per individuare “il problema dei fascisti” come un falso problema in sé, in quanto questi “servi del sistema” non fanno altro che rispondere al richiamo del capitale quando aggrediscono e provocano (come avvenne l’anno scorso anche qui a Spezia).

Allora,
QUANDO L’ORIZZONTE DELL’ANTIFASCISMO DIVENTA LA DIFESA DI QUESTO TIPO DI SISTEMA SOCIALE, NON LO RICONOSCIAMO NOSTRO:
L’ANTIFASCISMO E’ CONSEGUENTE SE E’ CLASSISTA,
cioè SE, OLTRE AI SERVI, INDIVIDUA I MANDANTI!

ALTERNATIVA DI CLASSE (SP)

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