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(Chi non occupa preoccupa)

Palermo. Zetalab non si tocca

(26 Aprile 2009)

Oggi, mercoledì 22 aprile, è stata comunicata al Laboratorio Zeta una inginuzione di sgombero.

Lo IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) proprietario dell’immobile, nel 2002, mentre era in corso una vertenza da parte del Laboratorio Zeta (poi interrotta dallo stesso Istituto), emana un bando per l’assegnazione deilocali. Il bando viene vinto da tale Associazione Aspasia che, venendo a conoscenza dello stato di occupazione di via Boito 7, denuncia alla magistratura lo IACP. Pochi giorni fa è arrivato un provvedimento di condanna dello IACP, e l' ingiunzione di sgombero. Le operazioni si sono conclusa con la presa d'atto dell'impossibilità a procedere. Lo IACP si è impegnato a convocare un tavolo con tutte le parti coinvolte. Lo sgombero è stato rinviato al 22 giugno.

A partire da tale atto il civico di via Boito 7 è sotto sfratto.

Quella di Zeta è una storia collettiva, che sta dentro i percorsi di democrazia partecipata e di difesa dei diritti sociali che hanno segnato la nostra città negli ultimi dieci anni.

La storia del Laboratorio Zeta è la storia di quanti in questi anni hanno condiviso, sostenuto e accompagnato questo percorso politico, per un tratto breve o lungo, per una sera o per anni interi contribuendo alla sua trasformazione.

Dal 20 marzo 2001, quello che era uno stabile abbandonato è stato trasformato in uno spazio pubblico, divenendo laboratorio di sperimentazione culturale e di partecipazione sociale e politica in prima linea nelle lotte per il diritto alla casa, la difesa dei beni comuni, i diritti dei migranti, la denuncia del sistema di potere affaristico-politico-mafioso che governa la città.

In questi 8 anni abbiamo prodotto e ospitato laboratori e spettacoli teatrali, presentazioni di libri e di video, concerti, rassegne cinematografiche, seminari, dibattiti, mostre fotografiche e pittoriche, corsi di informatica, corsi di italiano per stranieri, ecc... E' attiva una biblioteca con più di 2000 volumi.

Dal marzo 2003 ha preso vita un'esperienza di cogestione abitativa. Questa esperienza nasce dall’incontro con un gruppo di richiedenti asilo sudanesi, insieme ai quali è stato intrapreso un percorso di rivendicazione dei diritti dei migranti.

Lo Zeta è così diventato un punto di riferimento, stabile o di passaggio, per centinaia di migranti di ogni nazionalità che hanno collaborato alla trasformazione e alla gestione degli spazi, sperimentando una forma di accoglienza lontana da logiche paternalistiche ed assistenziali. In quest’ottica nel 2006 abbiamo lanciato una campagna di solidarietà, che grazie ad una sottoscrizione popolare, ha consentito l’autorecupero e la ristrutturazione degli spazi abitativi (bagni, lavanderia, cucina).

Nell’assenza totale di politiche di accoglienza da parte dell’Amministrazione, lo Zeta è l’unico spazio di accoglienza laico della città, ruolo ipocritamente legittimato dalle stesse istituzioni che, pur non riconoscendolo ufficialmente, lo hanno inserito nell’elenco dei servizi agli immigrati presenti sul territorio.

Gli attacchi susseguitisi nell'ultimo anno ad esponenti del movimento e al comitato di lotta per la casa sono segnali che vanno nella stessa direzione, quella del tentativo di azzeramento dei conflitti sociali e della normalizzazione di una città che è tutt'altro che normale.

Sono tutte questioni non tecnico-giuridiche, ma politiche e sociali.

Ciò che è in gioco non è la destinazione d'uso di un posto, ma la quota di democrazia di una città.

Zetalab non si tocca
Palermo - 21/4/2009

Laboratorio Zeta

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