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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
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Il ministro Sacconi incoraggiato da 1140 morti sul lavoro

(29 Aprile 2009)

L'Inail ha stimato che il numero degli infortuni mortali nel 2008, sia sceso sotto 1200. E' una stima per la cui confermata o meno, si dovrà attendere ancora un po' di tempo. Basti pensare che il rapporto annuale sull'andamento infortunistico per il 2007, è stato pubblicato dall'Inail nel luglio 2008. E' già capitato che previsioni ottimistiche siano state smentite dai dati reali. Ma quel dato provvisorio basta per rallegrare il ministro Sacconi, che considera «incoraggiante» una stima di 1140 morti sul lavoro denunciati, che ovviamente non può tenere conto degli infortuni che avvengono nella penombra di quel lavoro nero che tanto piace al ministro Brunetta.

Ma i "soli" 1140 morti, che significano 1140 famiglie che piangono loro cari, tanti genitori che piangono figli e migliaia di bimbi che potranno solo ricordare un loro genitore, quei morti incoraggiano Sacconi ad utilizzare quel dato per fare ancora una volta le veci dei padroni. Non tarda infatti il ministro del lavoro, a chiarire che il merito di quella stimata diminuzione dei morti sul lavoro, non deve essere attribuita al Testo unico sulla sicurezza emanato dal governo Prodi. Ed ha ragione!

Come può essere merito del Testo unico, se il governo Berlusconi, prima ancora di insediarsi parlava di modificarlo e se da quando ha preso il potere si è accanito contro quel decreto? Infatti, molta parte del Testo unico sulla sicurezza, attende una serie di decreti attuativi senza i quali rimane inattuabile, mentre in altre parti è stata prorogata la sua applicazione. Una serie di deroghe, proroghe ed inattività legislative, in attesa di decretare modifiche importanti che svuoteranno di significato e di efficacia le norme sulla sicurezza sul lavoro. Tra queste la riduzione delle sanzioni per le aziende ed il loro aumento per i lavoratori, oltre che l'indecente proposta "salva-manager" di cui si attende la riscrittura.

In realtà, però, quello che il ministro Sacconi sa ma non dice, è che già nel 2007 era stata introdotta dal precedente governo la Legge 123, che conteneva una serie di prime importanti misure, tra le quali: la sospensione dell’attività nel caso di presenza di lavoratori al nero superiore al 20%; l'ntroduzione del tesserino di riconoscimento nei cantieri e l’obbligo di comunicazione dell’assunzione del lavoratore il giorno precedente l’inizio del lavoro. Ma anche su questo il governo dei padroni ha poi posato la sua pesante mano disfattrice, mentre ha ridotto per quest'anno il numero di verifiche presso le aziende da parte degli organi ispettivi.

Lo sa il ministro Sacconi, ma non lo dice, che rendere inapplicabile il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, come il suo governo sta facendo, incoraggerà a ridurre le misure di prevenzione contro gli infortuni. Lo sa il ministro Sacconi, ma non lo dice, perchè ha bisogno di silenzio intorno a lui, mentre il suo governo continua a porre gli artigli sulle norme sulla sicurezza. Lo sa il ministro Sacconi, ma non lo dice, che lo stupro che il suo governo sta facendo sul Testo unico per la sicurezza sul lavoro, provocherà ancora morti sul lavoro ed invalidi, e che i lavoratori continueranno ad essere le vittime sacrificate sull'altare del profitto, con le quali la politica rende onore alla dea impresa.

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