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La Cina è vicina

La Cina è vicina

(17 Agosto 2010) Enzo Apicella
Il prodotto interno lordo cinese ha superato quello del Giappone, ed è secondo solo a quello degli Usa

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Primo Maggio: centralita’ del lavoro dipendente e dell’internazionalismo delle lotte

(4 Maggio 2009)

Nonostante le pietose rassicurazioni del Governo Berlusconi, la crisi mondiale non sembra affatto finita, né pare avere smesso di colpire l’Italia, e di conseguenza le condizioni della forza-lavoro nel suo insieme. La maggior parte degli “esperti” economici e finanziari cerca di dissimulare il proprio disorientamento, cercando di non rinnegare il proprio credo liberista, anche se il dato di fondo è che solo l’intervento pubblico ha potuto “salvare” qualcosa.

MAI COME OGGI I FATTI SONO STATI COSI’ EVIDENTI, E DANNO TORTO AGLI APOSTOLI DEL CAPITALE!

In un momento di crisi, come questo, adattarsi alle condizioni-capestro, che il mercato del lavoro “offre”, può apparire come una necessità. Ed invece, mai come oggi, va rivendicato un lavoro giusto, un lavoro, cioè, corredato di tutti i diritti che i sacrifici e le lotte operaie sono riusciti a strappare nel tempo, a partire dai primi del secolo scorso, come le otto ore giornaliere, frutto di decenni di sofferenze proletarie in tutto il mondo, ricordate proprio dalla ricorrenza del Primo Maggio; ma non solo…
NON E’ INELUTTABILE OGGI DOVERCI RIMETTERE: E’ LA BORGHESIA CHE VUOLE RIUSCIRE, ANCORA UNA VOLTA, A FAR PAGARE LA SUA CRISI AL LAVORO DIPENDENTE! VA FATTA PAGARE, INVECE, ALLA CLASSE CHE LA HA PRODOTTA!!

Il relativo, e peraltro effimero, benessere raggiunto, poi i decenni di “moderazione salariale”, gli ultimi tempi di concertazione sindacale con padroni e governi, hanno “narcotizzato” gran parte della classe in Occidente. Le politiche liberiste dei governi, europei in primo luogo, sia di destra, che di “sinistra”, hanno poi diffuso fra i lavoratori una sorta di involuzione della coscienza di classe, per cui è bastato realizzarne l’emarginazione politica della parte più cosciente e reattiva, per portare avanti con vigore una politica di tagli continui dei diritti, di cui i provvedimenti del Governo attuale e l’Accordo della complicità, firmato da Confindustria, CISL, UIL ed UGL, ne sono esempi illuminanti.

Come è stato anche per la lunga crisi, partita nel ’29, il capitalismo non è riuscito a superarla pacificamente. Oggi la crisi economica evidenzia più nettamente contraddizioni di fondo di questo sistema sociale: un sistema finanziario, che tratta “valori” diverse volte maggiori dell’insieme di tutti i beni ed i servizi prodotti sul pianeta, gli “utili”che vengono riservati a pochi privati mentre le “perdite” sono fatte pagare al pubblico (cioè ai lavoratori dipendenti), la commercializzazione di beni primari come l’acqua (a quando anche l’aria?), merci prodotte in eccesso e villaggi interi che muoiono di fame. Questi pesanti limiti del sistema capitalistico sono sempre meno sopportabili, e cambiare si può… Il lavoro umano, l’uguaglianza, la libertà e la creatività, non individualistica ed arida, distruttiva di risorse umane ed ambientali, ma partecipativa e solidaristica, vanno posti al centro dei nostri obiettivi, per farla finita col corrotto sistema dominante, padronale e bancario. Oltre tutto, esso non esiterebbe nemmeno oggi, per superare la crisi, ad intraprendere anche una guerra estesa o mondiale, in cui a morire sarebbe, ancora una volta, proprio il proletariato, che non ha alcun interesse in essa, trovandosi contro “il nemico”, cioè altri proletari, nelle stesse identiche condizioni. In realtà, oggi come ieri, ed oggi come domani,
IL NEMICO E’ IN CASA PROPRIA,
ed è con lui che, prima o poi, vanno saldati i conti, qui come in tutto il mondo, con la lotta!

Circolo ALTERNATIVA DI CLASSE (SP)

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