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Giusppe Pinelli e la strage di stato continua

(12 Maggio 2009)

Il presidente Napolitano ha ricordato due giorni fa, nell’occasione della giornata delle vittime del terrorismo e del primo incontro tra le vedove Pinelli e Calabresi, l’anarchico milanese fuoruscito da una finestra al quarto piano della Questura di Milano. Singhiozzava il presidente migliorista e simultaneamente ribadiva, anche per oggi, il teorema degli “opposti estremismi” con il quale allora si voleva e pedissequamente anche oggi si vuole soffocare l’opposizione vera alla dittatura capitalista e alla fascistizzazione. A Pinelli, sul cui demenziale “malore attivo”, che secondo il magistrato D’Ambrosio, futuro candidato PCI, ne aveva causato la spontanea estromissione dalla finestra, da questa sola istituzione è stato riconosciuto il ruolo di ingiustamente perseguitato e vessato, 40 anni troppo tardi. Nessuno ha ricordato che fu Calabresi a togliere l’inchiesta sulla strage di Piazza Fontana a un collega, che stava indagando sugli ambienti di estrema destra (poi risultati colpevoli), per indirizzarla verso i compagni della sinistra. Nessuno ha ricordato che le indagini sul volo da una finestra piena di poliziotti furono condotti e fatti archiviare dagli stessi e che non si volle mai approfondire nulla con un procedimento giudiziario. Neanche oggi. Quando forse qualcuno presente nella “stanza piena di fumo” e perciò “da ventilare”, potrebbe aver avuto qualche evoluzione di coscienza. Nessuno ha colto l’occasione del 40° per ricordare le decine di giovani ammazzati nelle piazze del terrorismo di Stato, da Giuseppe Pinelli a Giorgiana Masi a Francesco Lorusso, laboratorio degli ammazzamenti in atto e programmati oggi a casa nostra e in giro per il mondo.
Noi di Lotta Continua – quelli che non hanno tralignato - invece ricordiamo, ricordiamo tutto. Ricordiamo di aver rovesciato il paradigma di un potere ottuso, perfido e sanguinario attraverso lo smascheramento della “Strage di Stato”, con le nostre lotte, con innovazioni davvero rivoluzionarie di contenuti e forme, di assoluta validità contemporanea, con canzoni come questa: la migliore orazione funebre per il compagno Pinelli.

Pinelli assassinato

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo che caldo faceva
brigadiere apra un po’ la finestra
ad un tratto Pinelli cascò.

Signor questore io gliel’ho già detto
lo ripeto che sono innocente
anarchia non vuoi dire bombe
ma giustizia amor libertà.

Poche storie confessa Pinelli
il tuo amico Valpreda ha parlato
è l’autore del vile attentato
e il complice di certo sei tu.

Impossibile, grida Pineili
un compagno non può averlo fatto
e l’autore di questo delitto
tra i padroni bisogna cercar.

Stiamo attenti indiziato Pinelli
questa stanza è già piena di fumo
se insisti apriam la finestra
quattro piani son duri da far.

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva
brigadiere apra un po’ la finestra
ad un tratto Pinelli cascò.

L’hanno ucciso perché era un compagno
non importa se era innocente
‘Era anarchico e questo ci basta”
disse Guida il feroce questor.

C’è un bara e tremila compagni
stringevarno le nostre bandiere
noi quel giorno l’abbiamo giurato
non finisce di certo così.

Quella sera a Milano era caldo
ma che caldo, che caldo faceva
brigadiere apra un po’ la finestra
una spinta e Pinelli cascò,

E tu Guida e tu Calabresi
Se un compagno ci avete ammazzato
Per coprire una strage di stato
Questa lotta più dura sarà.

Fonte

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