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Il movimento No War prepara la sua agenda per il 2009

Report della assemblea nazionale del 17 gennaio a Roma

(24 Gennaio 2009)

Sabato mattina, prima della manifestazione per la Palestina, si è tenuta a Roma la prevista assemblea nazionale del Patto Permanente contro la Guerra. La concomitanza con la manifestazione ha ridotto la presenza numerica ma non la rappresentatività delle realtà presenti che hanno contribuito al dibattito dell'assemblea.

Rispetto all'ordine del giorno originario - preparazione della mobilitazione europea di aprile contro il vertice della NATO a Strasburgo - si è imposta nella nostra agenda la questione palestinese sia per gli effetti dell'aggressione israeliana a Gaza sia per la manifestazione pomeridiana che ha rivelato, ancora una volta, le potenzialità di mobilitazione e partecipazione esistenti nel paese indipendentemente dagli apparati politici, sindacali, associativi ufficiali e bipartizan.

La discussione ha visto quindi alternarsi spunti sulla Palestina e sulla NATO, sulle campagne di boicottaggio verso Israele e per la chiusura delle basi militari. Dopo le introduzioni di Nella Ginatempo, Sergio Cararo, Piero Bernocchi,Cristina Tuteri, Franco Grisolia e Alberto del Movimento Umanisti, il dibattito politico è stato buono e c'era una buona rappresentanza degli attivisti e attiviste delle varie reti contro la guerra come Roberto Luchetti di Disarmiamoli e Luca della reteNowar di Roma, Angelo da Genova, Tiziano, Marco e Angelo Baracca da Firenze, Oreste Strano da Novara, Angelica da Napoli, Antonella da Lecce, Alfonso ed Ernesto da Catania. Interessante il contributo anche di Giorgio Massi ex ammiraglio oggi ritirato, di Mauro Cristaldi, Edvino Ugolini, Edoardo di Terni e dell'Assopace.

E' emersa da tutti la volontà di continuare a organizzarsi e lottare a rete sui territori contro il sistema di guerra permanente.

Le proposte emerse possono essere così riassunte:

1) unificare il percorso Palestina e NATO e proporre di fare la manifestazione a Strasburgo anche sul tema Palestina;

2) La creazione di un apposito gruppo di lavoro per preparare la partecipazione italiana di massa alla manifestazione di Strasburgo del 4 aprile;

3) organizzare la prossima assemblea del Patto contro la guerra a metà marzo a Napoli dove rilanciare la campagna contro le basi militari con annessa iniziativa di mobilitazione presso il porto di Napoli davanti al comando centrale della NATO. Serve come preparazione di Strasburgo ma anche come rilancio della iniziativa nostra sui territori. Su questo arriverà una mail del gruppo di Napoli e della rete semprecontrolaguerra;

4) proposta di seminario a Niscemi-Sigonella entro febbraio sul sistema MUOS, Africom e le funzione di Sigonella nel Mediterraneo tra cui il pattugliamento militare anti-immigrati. A tale proposito è necessario unificare la lotta contro la guerra esterna a quella contro la guerra interna ai migranti;

5) Convegno a Vicenza il 24 marzo nel decimo anniversario dei bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia;

6) E' stato proposto anche di fare una iniziativa pubblica in piazza a Terni a marzo per ricordare il primo morto italiano della protesta antiNATO nel 1949, un operaio delle acciaierie di Terni ( la proposta è da articolare e da preparare con le varie realtà dell'Umbria);

7) La partecipazione attiva alla campagna di BoicottaggioDisinvestimento-Sanzioni contro Israele

Qui di seguito il volantino che il Patto permanente contro la guerra ha distribuito alla manifestazione per la Palestina di sabato 17 gennaio

Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza
Basta con l'impunità del terrorismo di stato israeliano
Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato italiano e Israele
Revocare la cooperazione militare Italia-NATO-Israele


Gaza è assediata per terra e per mare da due anni chiudendo in trappola un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas o dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza ma dalle autorità israeliane che durante la "tregua" hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, uscire o ricevere i rifornimenti necessari per sopravvivere. Dal 28 dicembre ad oggi l'esercito di occupazione israeliano ha prodotto più di mille morti di cui più di 300 bambini, cui si assommano migliaia di feriti che non possono essere curati negli ospedali. Perché questi ultimi non hanno le cure e le attrezzature necessarie dopo due anni di embargo, perché vengono continuamente bombardate e cannoneggiate anche le strutture sanitarie comprese ambulanze e mezzi della Croce rossa e dell'ONU, sia perché i feriti sono migliaia e sopravanzano i posti di ricovero e cura sia perché, ed è il fatto ancora più grave, si tratta di feriti da armi da guerra tecnologiche chiamate DIME che provocano mutilazioni sconosciute o da armi chimiche come il fosforo bianco. I morti e i feriti di Gaza sono l'ennesima azione di "pulizia etnica" che lo Stato israeliano sta portando avanti attraverso una guerra di occupazione che dura da 60 anni. Complici del terrorismo di Stato israeliano, l'appoggio militare statunitense e il silenzio dei governi europei, che lasciano proseguire indisturbato in Medio Oriente il tentativo di cancellare la Palestina dalle carte geografiche, e con essa il suo popolo.Pertanto quella in corso nella Striscia di Gaza non è una guerra ma una gigantesca carneficina compiuta dalla terza forza aerea al mondo contro una popolazione indifesa che non solo non ha uno Stato ed un esercito per difendersi ma è chiusa in una prigione a cielo aperto dalla quale gli è impedito di scappare. Lo sterminio della popolazione di Gaza non è un un "uso sproporzionato della forza" per reagire ai razzi lanciati da Hamas sulle località israeliane del Sud della Striscia , bensì un'azione premeditata e preparata da tempo come ammesso dallo stesso Ehud Barak.. Non guerra dunque, né atto di autodifesa, ma genocidio di un popolo per espellere tutti coloro che ostacolano il dispiegarsi totale dello Stato sionista monoetnico e confessionale. Tutti coloro che Barak ha definito " entita'terrorista" il che esprime una logica genocida, la rappresaglia contro un intero popolo colpevole di esistere e di avere eletto democraticamente Hamas.

NO AL SIONISMO SI AL BOICOTTAGGIO

Di fronte al genocidio della Palestina dobbiamo provare a spiegare al mondo che il Sionismo è un'ideologia che appoggia la pulizia etnica, l'occupazione, e ora l'omicidio di massa. Ciò di cui ora si sente il bisogno non è solo di una condanna della strage in corso, ma anche della delegittimazione di un'ideologia che produce quella politica e la giustifica moralmente e politicamente. Tanto quanto l'ideologia dell'Apartheid ha spiegato le politiche oppressive del governo sudafricano, questa ideologia ha permesso a tutti i governi israeliani del passato e del presente di de-umanizzare i palestinesi ovunque essi si trovino e di aspirare a distruggerli. Collegando l'ideologia Sionista e le politiche del passato alle presenti atrocità, saremo in grado di fornire una spiegazione logica e trasparente alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni che oggi è il mezzo più efficace da portare avanti. Isolare politicamente Israele come fu fatto per il Sud Africa e il suo apartheid può realizzarsi attraverso il boicottaggio di massa, in tutto il mondo, dei prodotti commercializzati da Israele.Ciò può essere un modo efficace per stimolare l'opinione pubblica, non solo contro l'attuale politica di genocidio a Gaza, ma per cercare una soluzione politica più avanzata per la causa palestinese. Aderiamo alla campagna internazionale per il boicottaggio dei prodotti israeliani, invitiamo tutti a non acquistare i prodotti provenienti da Israele contrassegnati con il codice a barre 729.

CHE FARE ?

Dobbiamo agire qui ed ora sugli obiettivi minimi (aprire e proteggere subito i corridoi umanitari in Egitto e in Israele per far defluire la gente, ma soprattutto fermare l'offensiva militare israeliana), sugli obiettivi intermedi (sanzioni contro Israele per ottenere l'abolizione dell'embargo e dell'assedio, campagna di boicottaggio economico e politico, denuncia delle complicità nel nostro paese) e sugli obiettivi politici generali, esigendo l'isolamento politico di Israele con il ritiro dell'esercito dai territori occupati, la fine dell'occupazione coloniale, l'abolizione del muro e il deferimento alla Corte penale internazionale dei criminali di guerra israeliani.

Stiamo preparando anche in Italia la campagna internazionale per lo scioglimento della NATO e lo smantellamento delle basi militari che vedrà nei prossimi mesi molte mobilitazioni in Europa e nel nostro paese. In questi anni la cooperazione militare tra la NATO, l'Italia e Israele è cresciuta vertiginosamente. I risultati si sono visti nelle distruzioni e devastazioni operate dalle forze armate israeliane contro le città e le popolazioni palestinesi. Questa cooperazione militare va fermata a tutti i costi. Israele deve essere perseguita per crimini di guerra. La NATO va sciolta. Le basi militari vanno smantellate.

Su questi obiettivi dal 17 gennaio verrà avviata una campagna in tutta Italia e a livello internazionale.

STOP IMMEDIATO DELL'ATTACCO MILITARE ALLA STRISCIA DI GAZA
FINE DELL'EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE
SOSPENSIONE DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI, ECONOMICI E MILITARI TRA ITALIA E ISRAELE
FINE DELL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA
VITA, TERRA E LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE

Disarmiamoli

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