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Ustica. Monumento all'assassino ignoto

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Quando si vuole cancellare la memoria

Calabresi, Pinelli, noi e gli altri

(17 Maggio 2009)

Ancora una vicenda privata la fanno diventare una cosa pubblica: dopo gli incontri con le minorenni di Berlusconi comincia la questione tra la famiglia Calabresi e la famiglia Pinelli.

Della prima storia non c’ è nulla di nuovo, conosciamo bene che l’immoralità della borghesia è capace di tutto, nulla di nuovo, quindi. Sull’altra questione occorre, a mio avviso, precisare alcune cose: la prima, appunto, è che si tratta di una questione privata tra le due famiglie. Se trovano il bisogno di parlarsi potevano farlo molto prima, non si capisce perché hanno aspettato tanti decenni. Potevano farlo prima ed in silenzio giacché è discutibile pensare che le loro questioni possano interessare il mondo intero.

Ma ovviamente l’intenzione di Napolitano, assopire i conflitti, per far vincere l’oppressione è il suo compito storico. Fin dal 1956, quando applaudiva i soldati russi che sparavano sugli operai ungheresi.

Non si capisce bene cosa vuol dire Licia Pinelli quando dice pubblicamente di aver stima di Napolitano: a parte gli applausi per le fucilazioni degli operai ungheresi ci ricordiamo che ha accettato che l’Italia portasse una guerra colonialista in Iraq ed in Afganistan; che si è espresso a favore dei criminali israeliani contro il popolo palestinese, che accetta le leggi razziste italiane nei confronti dei migranti, che è il presidente di un paese che ha oltre 3 omicidi di lavoratori al giorno, è un paese antidemocratico visto che non applica minimamente la Costituzione, guarda appunto l’articolo 11, quello sul diritto al lavoro, quello sull’antifascismo ecc... Quale stima si possa avere di un simile personaggio non è dato sapere.

Chi ha lottato negli anni ’60, ’70,’80,’90, 2000 e vuole ancora lottare per una società giusta, dove non vi sia lo sfruttamento non capisce perché dobbiamo assistere a queste sceneggiate, a queste “pacificazioni”, come se noi denunciati, picchiati, incarcerati in quegli anni ce l’avevamo con la famiglia Calabresi e non con questo Stato, con i padroni e padrini. E che pacificazione ci può essere con questo sistema, peggiore di quello degli anni ’70?

E chi ha ucciso sparando Saltarelli, vigliaccamente di botte Franco Serantini, di miseria e freddo il piccolo Massimiliano Ferretti, ancora sparando e sparando Franceschi, Lo Russo? Nostri compagni, nostri fratelli, sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi…..


P.S.: Franco Fortini dopo i funerali di Giuseppe Pinelli scriveva: “Intanto sopravveniva altra gente. Guardavano verso la cassa,in fondo alla trincea. Dall'altra parte del fossato ho rivisto la testa candida di Giovanni. Scivolando sulla fanghiglia, facendomi largo tra i fotografi, anch'io sono arrivato sul ciglio della fossa. Le bandiere nere si abbassavano. Un giovane con una corta barba ha detto con voce tranquilla alcune parole: "Pinelli è stato assassinato. Addio, Pino. Non dimenticheremo né te né quelli che ti hanno ucciso".

Francesco Giordano

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