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(14 Maggio 2012) Enzo Apicella

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    (Dove và la CGIL?)

    I lavoratori devono poter rappresentare se stessi!

    (17 Maggio 2009)

    Come sempre accade nei momenti difficili c'è chi cerca di creare operai violenti che non ci sono, nemici dei lavoratori che non esistono, teste calde antisindacali del tutto immaginarie.

    E' quello che è accaduto ieri, a Torino, dove i lavoratori della FIAT di Pomigliano d'Arco avevano chiesto di parlare dal palco che chiudeva la manifestazione contro i licenziamenti che FIAT vuole attuare. Quei lavoratori hanno chiesto di rivolgersi direttamente ad altri operai, ma hanno un difetto: sono lavoratori che non vogliono più essere rappresentati dalla CGIL, perché la CGIL li ha venduti mille e mille volte negli ultimi venti anni, perché la CGIL ha firmato un contratto aziendale che li ha confinati in un reparto improduttivo -negli anni Cinquanta Valletta faceva esattamente la stessa cosa a MIrafiori-, perché la CGIL da anni concorda con i padroni i licenziamenti usando per questi tradimenti la forza che i lavoratori esprimono in scioperi e manifestazioni contro i licenziamenti. Questo agli operai di Pomigliano d'Arco ieri è accaduto: è stato tolto loro il diritto di parola.

    Cosa vorremmo da loro? Un gesto di accettazione dell'arroganza dell'accolita di stato che si spaccia quale rappresentante dei lavoratori, dopo che da anni la triplice allenza antilavoratori -che al secolo suona CGIL/CISL/UIL- ha concordato di tutto e di più contro i lavoratori, tutti, privati e pubblici, giovani e anziani, pensionati e precari, uomini e donne. Tutti, indistintamente. Ben venga, allora, la contestazione a chi questo mondo di sfruttamento dei lavoratori e del lavoro vuole lasciare esattamente così com'è o addiritttura peggiorarlo.

    E nondimeno, volessimo anche additare come inaccettabili atti di violenza contro persone che pure incarnano le scelte concertative disastrose degli ultimi lustri, prima di gridare al violento buona norma vuole che sia necessario verificare che l'atto di violenza ci sia stato. Invece no. Di fronte a un momento di tensione che i burocrati della CGIL che stavano sul palco di Torino -ergendosi a boriosi unici detentori del diritto di parola in nome e per conto degli operai- hanno definito 'aggressione a Rinaldini' nessun organo di informazione, tanto meno 'Il Manifesto' che si autoproclama come voce fuori dal coro, ha avuto la correttezza, o se vogliamo l'onestà professionale, o da ultimo la 'gentilezza' di brechtiana memoria di andare a chiedere a quegli operai che cosa fosse successo, perché avessero dato vita ad una contestazione così forte verso gli oratori, cosa stessero cercando di ottenere salendo sul palco in ... -qualcuno pensa a decine e decine di lavoratori violenti e furibondi?- tre o quattro rappresentanti dei lavoratori di quella disgraziata regione che è la Campania. No! Niente di tutto questo. Si dà per buona, vera, inconfutabile la versione dei burocrati e la si enfatizza fino a far diventare i contestori non lavoratori stanchi di essere colpiti dal padroni del vapore e dai lacché falsosindacali, ma violenti assalitori da cominciare a reprimere, magari usando contro di loro anche la definizione di 'terroristi'.

    E che questo appiattimento informativo, che va da 'La Padania' a 'Il Manifesto', avvenga in un momento in cui una pseudo-opposizione grida costantemente alla pratica della censura e della disinformazione, beh questo è, tristemente, il colmo.

    Allora, per rendere un miliardesimo della giustizia -umana, sociale, economica, politica, culturale, informativa- di cui quei lavoratori sfruttati e rabbiosi avrebbero diritto, e ai quali nessuno si interessa, se non per additarli come violenti e colpevoli di lesa maestà nei confronti di dirigenti di stato momentaneamente in prestito alle segreterie di CGIL, CISL e UIL, vi rendo noto -trascrivendolo qui sotto- il comunicato stampa che nessuno di voi ha potuto leggere o ascoltare perché nessun organo di stampa l'ha neppure preso in considerazione. Mi resta la speranza che qualcuno di voi, abbia immaginato che gli accusati di tanta ferocia non potessero essere rimasti in silenzio assoluto e sia andato a cercare in qualche modo la voce di chi, pur parlando e a ragion veduta, nonché a pieno titolo, è stato zittito nella più rovinosa delle forme di disinformazione esistenti. Se poi qualcuno non è riuscito a trovare nulla, questo è il sito in cui l'informazione unica che ci è stata propinata viene contraddetta con immagini, suoni, voci, interviste e comunicati: http://www.slaicobas.it/.

    Ed infine: che una parte dei lavoratori delle fabbriche della FIAT siano autoorganizzati e autodeterminati e che per dare forza a questa loro scelta si siano costituiti, nella migliore delle tradizioni di solidarietà tra sfruttati, in un sindacato di lavoratori in difesa concreta degli interessi di chi giorno e notte vende lavoro, sudore e, non di rado, sangue e vita, e che questo sindacato di base si chiami SLAI-COBAS, a tutto questo va reso onore e dignità da parte di ogni altro lavoratore, e non vilipendio, come fanno la stampa disinformativa di tutte le specie e la paccottiglia sedicente politica che governa l'Italia o che finge di dire qualcosa di appena un po' diverso da quanto sostiene chi governa.

    Con rabbia, per tutto ciò che non va e che non si vuol affatto cambiare.


    Nessuna aggressione a Rinaldini! Provocatori tra i confederali innescano il parapiglia OCCORRE UNA LOTTA UNITARIA DEI LAVORATORI CONTRO LA FIAT E I LICENZIAMENTI PROGRAMMMATI DA MARCHIONNE! (il comunicato dello SLAI Cobas)

    Brunello Fogagnoli

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