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Bilancio della Giornata Internazionale dei Lavoratori (primo maggio) a Massa e interventi

(18 Maggio 2009)

Bilancio della Giornata Internazionale dei Lavoratori (primo maggio) a Massa e interventi

Anche quest’anno la Giornata Internazionale dei Lavoratori, promossa - come ormai da 6 anni - da Primomaggio, è stato un successo. Dal pranzo popolare fino al termine del concerto c’è stato un afflusso ininterrotto da parte di centinaia di giovani e lavoratori, italiani ed immigrati.
Cogliamo l’occasione per ringraziare quanti sono intervenuti e tutti coloro che hanno collaborato a vario modo alla riuscita della giornata: dai fonici ai gruppi musicali (i Black Days con il loro blues della classe operaia, Le Voci di Baubo con le loro canzoni di protesta, Anima Migrante con la cultura africana che hanno portato sul palco), fino e soprattutto, ovviamente, a chi per settimane, con un duro lavoro anzitutto per la cucina e poi per la sistemazione dell’area, ha permesso che anche quest’anno la Giornata Internazionale dei Lavoratori fosse degnamente celebrata.
Doveva essere una giornata di solidarietà e di lotta contro la crisi del capitale e pensiamo che così sia stato.
Lo hanno ribadito gli interventi dal palco dei lavoratori. Moltissimi sono stati gli immigrati che hanno partecipato e anche questo è un piccolo grande risultato. Siamo dunque fiduciosi che questa giornata sia stata un passaggio utile alla costruzione di un’unità di classe reale tra lavoratori immigrati ed italiani, contro la montante deriva reazionaria, xenofoba, razzista... che vorrebbe metterci gli uni contro gli altri. Come abbiamo detto dal palco: “insieme siamo una classe, da soli non siamo nulla”.

Un saluto a tutte e a tutti e all’anno prossimo

Le lavoratrici e i lavoratori di Primomaggio

Intervento dal palco di Annalisa, insegnante precaria

Il primo maggio di quest’anno lo “festeggiamo” - se così si può dire - in un momento caratterizzato da una profonda crisi economica e finanziaria che ha pesantissime conseguenze sociali per i lavoratori, conseguenze nell’immediato e negli anni a venire.
Sono in aumento vertiginoso il ricorso alla cassa integrazione - ordinaria e straordinaria -, alla mobilità, alla riduzione dell’orario di lavoro con riduzione anche del già misero salario...
Ovviamente, il settore sociale più colpito è quello del precariato, soprattutto giovanile; i giovani lavoratori precari che perdono il posto di lavoro, perdono anche il proprio reddito perché spesso non hanno nessun tipo di “ammortizzatore sociale”.
Molte famiglie non riescono a pagare i mutui. Il prezzo delle case cala lentamente, mentre quello degli affitti aumenta oltre i livelli attuali, già astronomici.

L’aumento delle difficoltà economiche fa crescere il malcontento e le forze reazionarie (in prima fila la Lega e i gruppi neo-fascisti, ma subito a seguire PDL e - aldilà delle chiacchiere - il PD) aiutano il padronato a mettere tutti contro tutti: giovani contro “vecchi”, settentrionali contro meridionali, settore pubblico contro settore privato, precari contro “garantiti” e, soprattutto, italiani contro immigrati, il tutto con l’aiuto di giornalisti infami che fomentano la caccia al rom “ladro di bambini” e al rumeno stupratore.
Persino il Comune della “rossa” Bologna, governata dallo sceriffo Cofferati (altro che difensore dei diritti dei lavoratori !) pubblica un manifesto di stile e di epoca fascista (non per dire, letteralmente), intitolato “Difendila”, che mostra un violentatore (ovviamente nero) intento a stuprare una donna (ovviamente bianca).
Ecco com’è che la “sinistra” strumentalizza il problema (reale) della violenza contro le donne per alimentare razzismo e bisogno di “sicurezza”. Si spiega quindi bene perché, di fronte alla crisi, il segretario del PD - Dario Franceschini - stia lanciando la campagna elettorale sulla richiesta di accorpare le elezioni europee e il referendum in modo da risparmiare 500 milioni di euro da dare, non ai lavoratori in difficoltà, ma alla polizia per “aumentare la sicurezza” dei cittadini perché Berlusconi, con l’esercito nelle strade, non farebbe abbastanza... Tutto questo dimostra quanto la cultura della destra stia ormai dilagando anche nella cosiddetta “sinistra”.

Il rischio è che la deriva culturale reazionaria che si sta sviluppando in questo paese e che purtroppo attraversa anche parte dei lavoratori italiani, possa trasformarsi in vera e propria mobilitazione reazionaria. Contro questa prospettiva che, non c’è bisogno di dirlo, sarebbe tragica per i lavoratori italiani e immigrati e una manna per i padroni, dobbiamo sviluppare la massima mobilitazione e unirci a tutti i livelli: politico, sindacale, culturale, associativo...
Unirci non in astratto o, peggio ancora, con le imprese, nell’abbraccio mortale della “concertazione”, ma su un chiaro e concreto terreno anti-capitalista, fuori dalle logiche che hanno caratterizzato l’azione politica dei sindacati di regime e dei partiti istituzionali. Unirci dal basso, tra lavoratori e studenti figli di lavoratori, per unire quello che il padrone e lo Stato cercano in ogni modo di dividere, ricordando che i lavoratori, o sono una classe, o non sono nulla.



Intervento del palco di Lamine, operaio immigrato

Vorrei cominciare dedicando questa giornata del primo maggio a tutti lavoratori che ogni giorno vengono sfruttati dei padroni, a tutte le vittime degli infortuni di lavoro e ai morti sui posti di lavoro.
Ma vorrei assolutamente dedicare questa bella giornata di festa a tutti quelli che hanno perso il lavoro per colpa del capitalismo.
La festa di primo maggio e sempre stata per noi un momento di profonde riflessioni su tutti problemi che dobbiamo combattere tutti insieme, lavoratori italiani ed immigrati. Quindi questo saluto è soprattutto un appello alla causa alla solidarietà e all’unità tra lavoratori italiani e immigrati.
E’ venuto il momento della lotta vera, tutti insieme, per dire no alla crisi che stanno scaricando su di noi.
Dobbiamo rifiutare di pagare gli errori dei padroni che hanno sbagliato su loro modo di fare. Modo di fare che si chiama sfruttamento o, semplicemente, capitalismo.
A questi padroni voglio dire con tutta la mia anima che il lavoro è un diritto e che la lotta per la dignità è un dovere fondamentale.
Questo noi immigrati l’abbiamo capito e ci siamo messi a costruire degli spazi di comunicazione, di dialogo e di solidarietà tra lavoratori della stessa classe.
Questa spazio di fraternità noi lavoratori precari e immigrati di Massa, di Pietrasanta, di Viareggio e del Veneto l’abbiamo trovato con il movimento Primomaggio che sta facendo un lavoro di base molto importante e decisivo.
E per finire voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per fare di questa festa un successo .
Grazie


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