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(19 Maggio 2009)
L'associazione Unità Comunista si schiera al fianco degli operai dello Slai Cobas vittime di un ignobile campagna mediatica finalizzata a screditare e reprimere ulteriormente tutti coloro che in fabbrica non hanno chinato la testa alla concertazione e agli accordi al ribasso col padronato.
I mass media e l'intero arco parlamentare al servizio dei padroni hanno ancora una volta ribaltato la realtà dei fatti. Le proteste sono infatti nate a seguito della decisione dei vertici confederali di impedire agli operai relegati nei reparti-confino di Nola di prendere la parola dal palco. Ancora una volta si vuole impedire che i lavoratori vittime della crisi e della repressione aziendale esprimano il loro punto di vista e la loro rabbia in maniera indipendente dai diktat di CGIL-CISL-UIL-UGL!
La messinscena della caduta dal palco di Rinaldini (evidente se si visionano i filmati apparsi in rete e che guarda caso nessuna televisione ha mostrato, e nei quali si vede in maniera chiara come siano stati gli stessi operai dello Slai-Cobas a soccorrere e rimettere in piedi il segretario della FIOM) ,serve solo a giustificare i maldestri tentativi da parte dei vertici sindacali di isolare i lavoratori più combattivi, e a mettere in secondo piano il legittimo, crescente malcontento operaio verso quelle burocrazie colluse (in primo luogo FIM UILM e UGL, ma anche gran parte dei vertici FIOM) e responsabili di anni di sconfitte e arretramenti.
Solo la lotta paga
Napoli, 18-05-2009
Unità Comunista
www.unitacomunista.it
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