">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
Sciopero generale dei lavoratori migranti

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(L'unico straniero è il capitalismo)

immigrazione e democrazia

(21 Maggio 2009)

Massimo Fini in un suo articolo sul Gazzettino del 15.5.09 sostiene che le sole regole a cui deve attenersi un immigrato nel nostro paese sono quelle della legalità e non deve rinunciare a nulla della sua cultura.

Teoricamente giusto, ma quanti hanno capito quale funzione abbia svolto e svolge il fenomeno della immigrazione, chi ne trae i massimi vantaggi, chi ne patisce gli svantaggi, e quale strumentalizzazione politica sia stata esercitata proprio da quelle forze sociali e politiche che con doppiezza hanno utilizzato il lavoro dei migranti e nello stesso tempo si associano alla protesta contro i clandestini?

La classe dominante, la Confindustria, i padroni dell’edilizia, gli agrari, hanno appoggiato i flussi migratori con l’evidente risultato di aver ridimensionato le conquiste dei lavoratori, mettendoli di fronte al fatto compiuto della presenza di milioni di poveracci pronti a sostituirli, hanno goduto e godono di grandi profitti nelle varie situazioni di utilizzo del lavoro nero, mentre la destra cavalcava e cavalca il disagio delle grandi periferie, dove si sono riversate queste masse di immigrati, in senso xenofobo e razziale, ottenendo un vistoso consenso elettorale.

La Chiesa e la sinistra parlano di accoglienza e diritto di asilo, ma sembrano non rendersi conto della enormità del problema e dei vantaggi che questo fenomeno ha portato alle destre, cosa successa già in Francia.

Personalmente ho sempre sostenuto che quello della immigrazione, compresa quella d’origine europea, è un fenomeno perverso, legato a squilibri in genere originati dal colonialismo occidentale, e oggi in crisi in quanto la economia italiana e quella europea soffrono di una minore domanda delle loro merci, fenomeno dovuto all’ingresso nella scena globale di nuovi soggetti economici che offrono le stesse merci a prezzi più bassi.

Questo è un fenomeno strutturale, e se non viene capito e gestito, nel senso di fermare tutta l’immigrazione, ci porrà di fronte a una guerra tra poveri tutt’altro che metaforica.

Ma l’aspetto principale, per cui è essenziale fermare il fenomeno, è quello, moderno, razionale, colto in senso scientifico, della SOSTENIBILITA’, che dovrebbe essere la pietra angolare da cui far partire ogni ragionamento, per cui si deve raggiungere un equilibrio tra numero di abitanti e risorse di ogni nazione, nel senso misurabile dell’autosufficienza alimentare ed energetica (energia prodotta con le rinnovabili).

L’immigrazione e la grande prolificità di questa cultura, si scontrano con una minore offerta di lavoro, anche per il futuro, e vi è la necessità vitale di diminuire di numero per entrare nel campo della sostenibilità, spostando verso la piccola agricoltura e la produzione diffusa, decentrata di energia elettrica milioni di individui, famiglie, cooperative, con spazio adeguato per tutti.

La globalizzazione, con le sue truffe finanziarie, con la evidente crisi ambientale, con la precarietà dei mercati, è fallita e va sostituita dal progetto globale della sostenibilità, della diminuzione delle nascite, della fine delle assurde spese per gli armamenti, della fine del consumismo, del rispetto dell’ambiente e della salute delle persone, di una riconversione economica verso il soddisfacimento dei consumi interni.

A Massimo Fini chiedo di commentare queste valutazioni ed inserire il problema immigrazione di questo ampio quadro.

Paolo De Gregorio

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «L'unico straniero è il capitalismo»

Ultime notizie dell'autore «Paolo De Gregorio»

3557