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(23 Maggio 2009)

E' diventato financo banale citare Gramsci ad ogni occasione ma non posso, guardando la foto dell'assemblea degli industriali italiani che si spenna le mani in applausi quando Berlusconi attacca il Parlamento e la Magistratura non ricordare le sue riflessioni sul "sovversivismo delle classi dirigenti" che, in determinate situazioni storiche, rompono la coesione sociale basata sulla libertà e la democrazia per rivendicare il controllo totale sulle classi subalterne e sullo Stato attraverso l'unità (rivendicata da Mussolini ed ora da Berlusconi) dei tre poteri nettamente distinti dal liberalismo: il potere giudiziario, il potere legislativo, il potere esecutivo.

Berlusconi ieri ha compiuto una spregiudicata e pericolosa operazione di populismo: ha identificato la Casta nel Parlamento. Attaccando il Parlamento ha fatto credere di attaccare una classe di grandi profittatori, parassiti, sanguisughe della Repubblica ed ha trasformato una azione che dai libri di Salvi a quello di Stella tendeva a denunziare le degenerazioni partitocratiche ed oligarchiche in attacco alla istituzione in quanto tale.

Definire i parlamentari come capponi o tacchini che si sottrarranno alla autoriforma che Berlusconi minaccia aggrava il clima di basso impero in cui stiamo vivendo. Un Parlamento ridotto a votificio da un Capo del Governo che mostra insofferenza financo per il proprio Consiglio dei Ministri viene dato in pasto a famelici pennivendoli e personaggi del sistema massmediatico che identificano in Berlusconi il "Salvatore", colui che libera l'Italia da una casta di privilegiati diventata insopportabile.

Mentre Berlusconi agitava la spada ed urlava contro la Magistratura ed il Parlamento, gli industriali italiani preparano il materiale per una svolta sociale in cui divorziano dai vincoli della democrazia che hanno sentito sempre molto stretti e che ora diventano insopportabili per la libertà di azione che reclamano verso lo Stato e verso i lavoratori. Hanno già varato, con l'aiuto della Cisl e dell'Uil, una riforma del modello contrattuale che aumenterà la dipendenza dei lavoratori dalle decisioni degli imprenditori facendoli regredire verso un regime di immobilità sociale e di mera sopravvivenza. Plotoni di giuslavoristi bipartisan lavorano intensamente per demolire lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori ed aprire una nuova fase in cui la borghesia italiana non si accontenta più di negare diritti ma vuole anche costrizioni, limitazioni giuridiche fino a fare del lavoratore un soggetto sociale con minori diritti del cittadino. Non deve sfuggire la concomitanza tra l'assemblea confindustriale e il Congresso della Cisl che certamente è casuale nel calendario, ma assai convergente e densa di rimandi nella qualità del progetto che, nella maschera menzognera della compartecipazione, aggiunge nuove limitazioni e nuovi obblighi ai lavoratori.

Osservo, en passant, che gli applausi degli industriali contro i privilegi della casta sono viziati all'origine dal fatto che, molti di loro, amministratori delegati o managers, lucrano spregiudicatamente ai danni degli azionisti che non hanno alcun potere reale di controllo e della pubblica amministrazione dalla quale ricavano emolumenti assai più sostanziosi di quelli dei deputati e dei senatori. Non hanno le carte in regola per ergersi a moralisti mentre applaudono una persona che, a livello internazionale, è oggetto di scandalo per le sue vicende giudiziarie ed anche personali, mostrandosi indifferenti ad una minima decenza di etica.

A differenza di Mussolini che per affermare il potere degli agrari e degli industriali distrusse con il ferro ed il fuoco le Camere del Lavoro, il progetto di egemonia capitalistica della Marcegaglia e di Berlusconi può contare su Sindacati compiacenti e complici (la complicità di Sacconi..) come la Cisl, l'Uil e l'UGL e sulla paralisi della opposizione che, nella sua parte parlamentare, condivide il programma di "modernizzazione" della Confindustria ed mostra incertezze e contraddizioni rispetto la proposta presidenzialistica e sulla debolezza della sinistra scacciata dal Parlamento e vittima di errori che non ha ancora superato. Non ci sarà bisogno di incrudelire con la repressione per sottomettere ancora di più i lavoratori: basteranno le nuove leggi e gli accordi che saranno stipulati.

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