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Madrid: il Tribunale Costituzionale riammette alle europee Iniziativa Internazionalista.

Riesce lo sciopero generale nel Paese Basco

(23 Maggio 2009)

Con una decisione a sorpresa, i sei giudici del Tribunale Costituzionale di Madrid hanno sentenziato all’unanimità, alle 23 di giovedì sera, la riammissione alle elezioni europee della lista “Iniziativa Internazionalista – Solidarietà tra i popoli”, che era invece stata proibita dal Tribunale Supremo qualche giorno prima, su indicazione del governo, perché considerata una emanazione dell’organizzazione clandestina ETA, nonostante tutti i suoi candidati non siano esponenti della sinistra indipendentista basca ma di organizzazioni politiche, sociali e sindacali di varie nazionalità dello Stato Spagnolo, di sinistra e solidali con la lotta del popolo basco.

Secondo il Costituzionale non ci sono prove sufficienti per dire che Eta e Batasuna abbiano una relazione determinante sulla lista Iniciativa Internacionalista. Quindi quest'ultima si potrà presentare normalmente alle elezioni europee del 6 giugno. E' una sentenza a suo modo spartiacque quella dettata dal tribunale Costituzionale spagnolo. La Fiscalia generale, cioè l'ufficio dei Pubblici Ministeri che dipende dal Governo di Zapatero, aveva proceduto dopo una causa dell'Avvocatura dello Stato. E’ la prima volta dopo tanti anni che una sentenza avallata dal tribunale Supremo viene ribaltata dagli alti giudici della Corte costituzionale. Questa sentenza mette fine a una lunghissima sequela di censure elettorali che rimangono un punto fermo degli ultimi anni della storia elettorale della Spagna rispetto al panorama basco. La lista europea era stata dichiarata 'contaminata' per la presenza di esponenti – come il drammaturgo di fame mondiale Alfonso Sastre - che in passato avevano aderito liste o manifestazioni di Herri Batasuna e dei movimenti creati dalla sinistra abertzale dopo la messa fuori legge. Fra i diversi punti sottolineati dai giudici, in uno si legge che è evidente che le prove dimostrino "la coincidenza ideologica fra ETA e Batasuna, ma non chiariscono in maniera chiara un'unione di volontà fra questi soggetti e la lista in questione e ancor meno l'assunzione da parte della lista ricorrente (cioè Iniziativa internazionalista) di metodi violenti come strumento di intervento nella vita pubblica". Il governo di Zapatero ha emesso uno scarno comunicato in cui accetta la decisione dei giudici. La sentenza è destinata a creare più di una frizione in seno agli organi giudiziari e a creare dibattito politico. Ora non solo la sinistra indipendentista basca potrà esprimere finalmente un voto per una lista che rappresenta le proprie idealità e cultura politica, ma anche settori importanti delle sinistre politiche e sociali catalane, galiziane, andaluse, asturiane e di tante altre regioni spagnole potranno tornare a votare, dopo aver abbandonato a se stessa una Izquierda Unida che ha abbandonato da tempo ogni ipotesi di conflitto di classe e di internazionalismo.

Un duro colpo per il governo di Madrid, dopo la riuscita dello sciopero generale proclamato sempre giovedì dai sindacati di classe e nazionalisti baschi. Uno sciopero che ha ottenuto l’adesione media del 50% dei lavoratori delle quattro province basche dello Stato Spagnolo, con punte tra l’80 e il 100% in alcuni poligoni industriali e nelle scuole e nelle università, lasciando le città e i paesi con negozi, bar e centri commerciali chiusi per tutta la giornata, mentre i picchetti – controllati a vista e a volte sciolti con la forza dalla polizia in assetto antisommossa – percorrevano le vie per invitare i dubbiosi a chiudere e a unirsi alle manifestazioni. Il segretario generale del principale sindacato, ELA, Adolfo Muñoz, al termine della grande manifestazione di Bilbao, ha espresso soddisfazione nonostante l’associazione degli industriali e il governo regionale basco guidato dal socialista Patxi Lopez continuassero a parlare di fallimento della mobilitazione. Il nuovo segretario di ELA ha ribadito le parole d’ordine dello sciopero generale: “se vogliono la pace sociale e un sindacalismo docile se lo scordino, non avranno né l’una né l’altro!”. Da parte sua la nuova segretaria di LAB Ainhoa Etxaide si è rallegrata per l’esito dello sciopero nonostante la manipolazione informativa e il ricatto padronale, il che indica “una forte coscienza di classe tra i lavoratori in tempi di crisi”. Ainhoa Etxaide ha ricordato che “non sono i soldi da destinare ai lavoratori e alla popolazione a mancare, ma sono i ladri e i politici che appoggiano i capitalisti a essere troppi”.

Al termine della giornata, caratterizzata da cortei e presidi di massa in centinaia di località, sono stati 7 i militanti del sindacato e delle organizzazioni sociali arrestati dalla polizia autonoma. Gli slogan principali della giornata di sciopero sono stati ‘la vostra crisi non la paghiamo’, ‘no al ricatto dei padroni’, ‘no al capitalismo’. La mobilitazione è stata boicottata dai sindacati legati alle organizzazioni politiche spagnole mentre è stata sostenuta dalla sinistra indipendentista, da Aralar, dai socialdemocratici nazionalisti di Eusko Alkartasuna, dal movimento ecologista, da quello femminista, dalle organizzazioni studentesche e degli immigrati.

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

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