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il pane e le rose

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Alemanno e la toponomastica

(28 Maggio 2009)

La programmata presenza del sindaco israeliano di Gerusalemme, nonché dell’ambasciatore di Israele, all’inaugurazione di una strada dedicata alla stessa Gerusalemme è la più colossale gaffe diplomatica che possa venire in mente al sindaco di Roma. Sarebbe più corretto definirla una provocazione internazionale, per la verità.

Alemanno, per quanto sprovveduto, non può non sapere che né l’ONU, né nessuno Stato al mondo (compresa la Repubblica Italiana, di cui Roma è la Capitale), hanno mai riconosciuto l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est, e tantomeno ne riconoscono il ruolo di Capitale dello Stato di Israele, tanto è vero che tutte le ambasciate – compresa quella italiana – hanno sede a Tel Aviv. Dunque, con l’avallo del sindaco di Roma, verrebbe compiuta non solo una gaffe diplomatica, ma una vera e propria violazione del Diritto Internazionale.

Nei giorni scorsi, una lettera dell’Assessore Umberto Croppi ci ha comunicato che “l’intitolazione di un’area pubblica di circolazione al nome di Yasser Arafat – Premio Nobel per la Pace” dovrà “attendere la scadenza del prescritto decennio dalla data della morte. Cordiali saluti”. Dunque, in Campidoglio qualcuno alle regole è molto attento, al punto di non concedere deroghe nemmeno in presenza di una figura storica, insignita del Premio Nobel per la Pace. Questo ci porta legittimamente a pensare che la regola dei dieci anni dalla morte vale proprio per tutti e che il sindaco ha già commesso una gaffe (certamente più lieve di quella su Gerusalemme) quando ha dichiarato di voler intitolare una strada romana al comico Oreste Lionello, scomparso nel febbraio scorso, e che dovrà invece aspettare la sua prescritta scadenza fino al 2019. Se il Comune di Roma decidesse di procedere in deroga per Oreste Lionello, o per chiunque altro, siamo certi che lo farà, ed a maggior ragione, per il Premio Nobel Yasser Arafat.

Roma, 25.5.2009

Il Forum Palestina

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