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L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

L'Islanda riconosce lo Stato Palestinese

(3 Dicembre 2011) Enzo Apicella
Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente.

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I palestinesi vivono ...

(31 Maggio 2009)

..., ultimi del mondo, ma vivono, esistono, contro i desideri di morte e distruzione di Israele, contro il desiderio di silenzio e contro l'irritato fastidio per la loro sessantennale resistenza mostrato dai paesi occidentali, tutti, Stati Uniti ed Italia in testa.

I palestinesi vivono, squarciati quotidianamente dalla violenza tutta umana di Tsahal sostenuto da oltre il 90% della popolazione ebraica dello stato davidico. La voce di chi è appena tornato da Gaza ce lo testimonia.

I palestinesi vivono, esistono, con una fierezza che la dice lunga su ciò che sono stati e che sono queste genti, a cui noi occidentali, non avendo assolutamente nulla da insegnare, sappiamo rivolgerci esclusivamente con l'arroganza sanguinaria di chi ha la presunzione, ancora una volta del tutto umana, di possedere chissà quale elezione divina in capo all'uso del pianeta e delle sue risorse, nonché al comando su di essi.

I palestinesi vivono, pur perdendo ogni giorno, giorno dopo giorno, almeno una delle persone che appartengono all'insieme di un popolo che cerca disperatamente, ma tenacemente, di coltivare la propria terra sotto il fuoco delle pallottole e le aggressioni immonde di una frazione dell'indegnità che appartiene al genere umano.

I palestinesi vivono, e finché noi tutti non sapremo dare il nostro contributo individuale per l'affermazione del loro diritto a vivere e a tornare sulle loro terre non ci sarà alcuna possibilità di difendere sul pianeta tutte le altre genti che soffrono assalti sanguinari molto simili: non si potranno sostenere i tamil dello Sri Lanka, o i ceceni, o i kurdi, perché ciascuno dei potenti mondiali, regionali o locali che usurpano il diritto all'autodeterminazione dei popoli se richiamati alle loro orrende responsabilità giustificheranno sempre la loro tracotanza con quanto accade in Palestina da sessanta anni e più, perché la dignità di ogni essere umano passa attraverso la cruna strettissima del riconscimento del diritto ad esistere di ogni palestinese vivente sulla Terra.

I palestinesi vivono, e la loro fierezza, e la loro resistenza, civile o militare che sia -riconosciuta dal preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo laddove recita che 'è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione'-, sono la nostra speranza di un altro mondo possibile. Diversamente sarà barbarie.

Non lasciamo che continui il massacro dei palestinesi che, benché compiuto da mano israeliana, è responsabilità universale di tutti quelli che quella mano non contribuiscono a fermare.

Nessun uomo è un'isola,
completo in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla
venisse lavata via dal mare,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare
una dimora di amici tuoi,
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell'umanità.
E dunque non chiedere mai
per chi suona la campana:
suona per te.


John Donne

Brunello Fogagnoli

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