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Italiana Nucleare

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(28 Marzo 2011) Enzo Apicella

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Il deposito nazionale di scorie nucleari tra approssimazione e business

(8 Giugno 2009)

Nel riprendere le affermazioni dell'ing. Scuderi della Regione Basilicata sul modo di operare della commissione di tecnici nominata dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni che ha elaborato un dossier per individuare la migliore "location" dove ospitare gli 80 mila metri cubi di rifiuti derivanti dalle vecchie centrali c'e' da restare veramente allibiti.

Le mappe sono incomplete. Abbiamo carte geologiche - sostiene Scuderi - in scala talmente elevata che basta un tratto di penna appena un po' più impreciso per sbagliare zona. Come possiamo con questi strumenti dire dove costruire un deposito che contiene tutte le scorie nucleari di Italia?".

In mancanza di condivisione o autocandidature da parte delle regioni sarà il governo ad imporre il sito su tre opzioni (Nord, Centro, Sud). Il liberismo sfrenato va a braccetto con l'approssimazione e il business da realizzare subito a tutti costi come nel caso della scelta del deposito nazionale di scorie e la riapertura del nucleare in Italia. Più che a decidere la scienza su dove ubicare deposito nazionale prevale la scelta politica, si proclamano la democrazia, gli studi scientifici e la concertazione ma in realtà si è pronti ad imporre delle scelte di tipo militare che le popolazioni non vogliono.

Nel caso del nucleare italiano "la fretta e il business possono generare grossi problemi", soprattutto, quando la lobby nucleare è a corto di soldi che cerca disperatamente dal governo. Non a caso, nel ddl 1195, già approvato al Senato si assimila il nucleare alle energie rinnovabili e quindi finanziabili con la componente A2 della bolletta elettrica che pagano gli italiani (altro che nucleare conveniente fatto dai privati). Nel decreto si paventa con la componente A2 un ipotetico finanziamento ai consorzi e imprese del nucleare con un primo stanziamento stimato in 100 milioni di euro, a decorrere da gennaio 2009, senza fare distinzioni dei fondi per la messa in sicurezza dei siti esistenti.

Un deposito di scorie nucleari deve resistere per millenni ai cambiamenti naturali, climatici dello stato dei luoghi e di tutti gli imprevisti da calcolare preventivamente. Diversamente si fa la fine del deposito tedesco nelle miniere di sale di Asse nella Bassa Sassonia, dove il governo tedesco non ha ancora calcolato le finanziarie necessarie per riuscire a bonificare il sito e a garantire sicurezza alle popolazioni locali e alle economie agricole della zona.

L'argomento è così delicato che le valutazioni richiedono studi molto approfonditi, allo stesso modo nemmeno negli Stati Uniti dopo 25 anni di studi la realizzazione del deposito geologico di Yucca Mountain è stato sospeso in quanto sono stati messi in discussione tutti gli studi effettuati (anche Yucca Mountain è a rischio allagamento). Anche a Scanzano furono commessi gli stessi errori di valutazione, anzi non vi erano proprio studi approfonditi, ma c'era solo la volontà politica di creare in un sito militare un deposito di scorie nucleare.

Allo stato at tuale è più importante mettere in sicurezza i rifiuti esistenti che attendono il decommisioning (lungo e costoso) e magari trovare una soluzione europea per i rifiuti di III categoria (i più pericolosi ) che sono ben poca cosa quelli italiani in confronto a quelli francesi o inglesi. Per i nostri rifiuti in Trisaia il problema ancora una volta sarebbe facile da superare, resta sempre aperta l'opzione di invio dei rifiuti di Elk River (II e III categoria) insieme alle 64 barre in conto lavorazione ai legittimi proprietari americani. Il sito si declasserebbe ulteriormente e sarebbe più facile portarlo a prato verde per poi riconvertirlo in modo produttivo per il territorio.

Siamo invece preoccupati per le grandi dimensioni del nuovo capannone per i rifiuti di III categoria progettato all'interno della Trisaia di Rotondella a ns. giudizio di dimensioni superiori alle quantità dei rifiuti attualmente presso il centro (nell'attesa che le istituzioni rispondano alle ns. osservazioni in mer ito).

Il che fa presagire anche ad un'eventuale opzione di sfruttamento massiccio dei siti esistenti che da provvisori diventano definitivi (soluzione più economica in alternativa al deposito unico ).

Senza deposito nazionale le centrali non si possono realizzare. I governatori che propongono il nucleare se hanno siti idonei per il deposito nazionale di scorie nucleari si autocandidino, come ad esempio il Veneto, diversamente non facciano proposte scellerate sul ritorno al nucleare che devono gravare su altre popolazioni

NOSCORIE TRISAIA

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