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Nel paese dei posti di lavoro a un euro

Profonda crisi sociale e occupazionale in Germania

(15 Giugno 2009)

Questo articolo, apparso sul quotidiano on line francese, Mediapart, illustra la situazione sociale in Germania, in particolare in Renania-del Nord-Westfalia. Scritto prima delle recenti elezioni europee permette, tra le altre cose, anche di meglio comprendere l’esito di questo voto. (Red)

Andrea è preoccupato. Il dentista gli ha appena fatto un intervento, non potrà andare a lavorare. Sei ore al giorno, cinque giorni su sette, Andrea taglia assi in legno nell’ambito di Programma occupazionale. "Diventeranno degli scaffali". Con questo lavoro guadagna 9 euro al giorno. Un euro e cinquanta l'ora. Andrea, disoccupato di lunga data è uno dei 300'000 “lavoratori a 1 euro e 50”. Ogni mese riceve anche la somma forfettaria versata ai disoccupati dopo un anno senza lavoro: 351 euro (537 franchi svizzeri) per una persona sola.

A Wattenscheid Andrea fa il suo giro. Una lettera va portata all'ufficio del lavoro. Un salto alla cassa malati per farsi rimborsare i 25 euro del dentista. Una puntata alla posta per pagare il telefono: 23,91 euro, "mi hanno già mandato un richiamo, devo pagare altrimenti avrò delle penali". Più tardi andrà al supermercato discount. Non ha che l'imbarazzo della scelta. A Wattenscheid i mercati a basso prezzo abbondano. "Vivo con poco, non esco più, non leggo più". Andrea doveva essere un bel ragazzo. Ora si muove come un vecchio ed ha appena 42 anni.

A Wattenschein (Renania-del-Nord-Westfalia) i disoccupati sono una legione. In questo quartiere di Bochum, grande città industriale della Ruhr, regione simbolo del miracolo economico tedesco del dopo guerra, vi erano miniere di carbone: a due passi dal centro della città si intravede ancora la "Holland", oggi invasa dalla vegetazione. Tutte hanno chiuso.

A qualche chilometro, Nokia ha soppresso quasi 3’000 posti di lavoro per spostarsi in Romania. Opel ha già licenziato, e la fabbrica di Bochum è in pericolo da quando l ditta automobilistica è stata riscattata dalla canadese Magna. "La classe media non esiste quasi più. Prima vedevo i padroni delle fabbriche passare arroganti nelle strade, ora fanno la coda davanti agli sportelli dell'ufficio del lavoro, come tutti" spiega una piccola signora eccessivamente truccata: la ex-direttrice della redazione di un giornale locale.

A Wattenscheid, questo quartiere di Bochum, un abitante su cinque - sono 75’000 - vivono dell’"Hartz IV", il sussidio universale sia per i disoccupati che per i bisognosi: 351 euro, che variano in base al reddito di coppia, al suo patrimonio e al numero di bambini - l'affitto e il riscaldamento vengono rimborsati dall'Ente per il lavoro. "Hartz IV" è sinonimo di povertà. Il sussidio prende il nome dal suo inventore: Peter Hartz, ex DRU (direttore delle risorse umane) di Volkswagen (VW).

Peter Hartz era amico dell'allora cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder. È lui che ha creato la riforma dell'Ente per il lavoro, entrata in vigore il 1° gennaio 2005. L'economia mondiale prosperava, la crisi non c'era ancora. Nella competizione mondiale di allora era indispensabile adottare il modello sociale tedesco, dicevano i politici.
La riforma doveva ridurre la disoccupazione a lungo termine, incoraggiare i meno qualificati a riprendere il lavoro. Peter Hartz ha proposto misure radicali: fusione dell'aiuto sociale e dei sussidi disoccupazione, restrizioni sulle condizioni di indennizzo. In cambio, proponeva di seguire meglio i disoccupati, di aiutarli a ritrovare un impiego, anche se mal pagato. E' in quell'epoca che sono fioriti i "lavori a 1 euro" come quello di Andrea, "i lavoretti".

Gina cerca di lavoro. E lavora. Dieci ore la settimana, 8 euro all'ora, lavori di pulizia in una fabbrica di Bochum. In Germania, occupa quello che viene chiamato "un posto a 400 euro": fino a 400 euro, il suo padrone è esonerato dal pagamento dei contributi. Questo esonero vale anche per lei, e di fatto non versa i contributi né per la pensione, né per l'assicurazione malattia. Ancora un'eredità del duo Hartz-Schröder. Gina vorrebbe lavorare di più. Il suo padrone non vuole, non gli conviene. Il margine di manovra di Gina è ridotto. "Quando hanno cercato nuova forza lavoro, hanno ricevuto un centinaio di candidati, ci hanno messo due giorni. Non avevano che l'imbarazzo della scelta".

I postulanti sono affluiti in massa perché questo lavoro era piuttosto ben pagato. In Germania non esiste il salario minimo legale. Gli stipendi vengono negoziati a seconda delle professioni, fra padroni e sindacati. Questo modello tipico era al centro del "patto sociale" forgiato nell'immediato dopo guerra. Un'economia industriale robusta e ammortizzatori sociali generosi: ecco la doppia icona che sosteneva il miracolo economico, sorpresa divina che permetteva di raddrizzare un paese in rovina e devastato.

Sessantaquattro anni dopo la guerra, questo consenso sociale si sfalda. Sempre più padroni non aderiscono alle associazioni padronali o come membri associati, ciò che permette loro di non applicare i salari concordati. Nel 2007, il 52 % dei salariati veniva pagato secondo gli accordi per la loro professione, nel 1996 erano ancora il 66%, secondo la ricercatrice Odile Chagny nella rivista dell'IRES (Imposta sul reddito delle società). Ne risulta una sempre maggiore "dualizzazione dell'economia". Coloro che beneficiano ancora di salari negoziati (convenzionati) diminuiscono sempre più. Dietro i vetri dell'acquario ecco i salariati a tempo parziale, i CDD (contratti a durata determinata), gli interinali, i lavoratori in proprio (falsi indipendenti - NdT)

All'Est, una parrucchiera guadagna 3,05 euro l'ora

Nello stesso settore, da un'impresa all'altra, le disparità salariali sono enormi. La cassiera di un supermercato può essere pagata 12 euro perché la sua impresa applica la tariffa negoziata, mentre la sua collega di una catena concorrente la metà in meno. Nella Germania di terza classe (vedi il libro “Deutschland Dritter Klasse” di Julia Fredrichs, Eva Müller e Boris Baumholt), un'inchiesta sulla povertà pubblicata da poco. Il lettore scoprirà con stupore i salari orari dei lavoratori: il macellaio della Sassonia (4,50 euro), il giardiniere della Turingia (3,22 euro), la parrucchiera del Brandeburgo (3,05 euro)

"I ranghi dei poveri si ingrossano. Coloro che hanno un lavoro vivono nella paura, perché sono a qualche mese dal crollo. Da un giorno all'altro possono ritrovarsi con nulla, o quasi" sottolinea Martin Reucher, avvocato atipico. Il suo studio è situato in una zona di attivisti nella periferia di Bochum, vicino a un negozio di decorazioni. Al tipico abito da avvocato preferisce il pullover con la cerniera e il giubbotto di pelle. Martin Reucher, il rocker, difende gli "Hartz IV" in tribunale, trova che la legge sia iniqua e vuole annientarla con il diritto. Almeno 700 dossier sono ammucchiati nel suo ufficio, ogni giorno due in più.
I disoccupati di Bochum si passano la parola, il suo nome passa di piano in piano sulle scale degli HLM (edifici ad affitto moderato) "La legge Hartz é talmente mal confezionata che è attaccabile da ogni parte" dice l'avvocato. I processi contro la legge si moltiplicano: per la sola città di Bochum, nel 2008 sono stati censiti 9’424 processi, 28 % in più dell'anno precedente. I tribunali debordano.
L'avvocato descrive un Ufficio del lavoro sempre più intrusivo. Agenti si recano al domicilio dei disoccupati, spulciano le pezze giustificative. Aprono i frigo per contare i vasi di marmellata: "Se ne trovano solo uno, concludono che la convivenza è di fatto una coppia". In questo caso, i sussidi posso essere corretti verso il basso perché uno dei due guadagna abbastanza per mantenere l'altro.

Con la riforma Hartz, i servizi comunali di aiuto sociale e gli uffici del lavoro si sono coalizzati per lottare meglio e più da vicino la disoccupazione. "Il potere è sceso sempre più in basso nelle strutture burocratiche,- dice Martin Reucher - i funzionari hanno un potere incredibile".
La sanzioni aumentano: l'amministrazione decurta una parte dei 351 euro se stima che la ricerca di lavoro non sia sufficientemente attiva, chiede ai disoccupati di cambiare appartamento perché il loro é troppo caro.... "La metà dei miei mandanti sono malati psichicamente, un quarto soffre di disturbi gravi. Immaginatevi la loro schizofrenia: devono comportarsi come se ci fosse un mercato del lavoro, mentre le offerte sono nulle". Martin Reucher teme che la crisi faccia esplodere la crisi sociale.

La Germania scopre i suoi poveri

Nella Germania di terza classe, gli autori - tre giornalisti che hanno scoperto questa "nuova povertà" filmando reportage televisivi - descrivono situazioni ignorate da molti. Indagano sul terreno quasi inesplorato della povertà estrema, di famiglie i cui membri vivono di Hartz IV, passando le giornate ad accendere sigarette ed ad abbrutirsi davanti al televisore.
Secondo loro, la Germania ha cambiato volto il 9 agosto 2002. Quel giorno, Peter Hartz ha consegnato al cancelliere Schröder il suo rapporto, preludio della "più grande riforma sociale della Repubblica federale". "Da quel giorno e progressivamente è nata una nuova classe sociale: la classe dei precari, di gente al di sotto, di gente di troppo".

Si cade in fretta nello Hartz IV, la disoccupazione viene indennizzata solo per un anno, due per chi ha più di 50 anni. I 660 euro in media che ricevono i 6,7 milioni degli aventi diritto all'Hartz IV sono inferiori alla soglia di povertà (880 euro). Secondo un recente studio dell'IAB (Institut für Arbeitmarkt-und Berufforschung - Istituto per la ricerca nel mercato del lavoro e nelle professioni) che dipende all'Ente federale per l'impiego, dal 2005, un Tedesco su cinque ha ricorso all' Hartz IV almeno per un mese. Il meccanismo sembra una botola aperta verso la povertà: Il 40 % dei beneficiari che riescono ad uscirne, vi ricorrono un anno dopo.
Gli economisti dicono che le riforme del mercato del lavoro di Schröder hanno fatto emergere la "povertà nascosta". Questi poveri venuti alla luce approdano da Manfred Baasner. Questo nonno gentile e baffuto, ex direttore di impresa, che, da buon uomo d' affari dirige la tavola (Die Tafel) di Wattenscheid, una sorta di mensa dei poveri e SOS Ticino.
Oggi é martedì, viene distribuito il cibo. Persone di ogni età, uomini e donne, coppie di pensionati intimiditi che si parlano all'orecchio, di origine tedesca, turchi, russi...ognuno avanza senza far rumore, raccolgono legumi e frutta dalle casse di plastica verde.
Dieci anni fa, le Tavole di Wattenscheid distribuivano pasti e vestiti ad alcuni marginali, "spesso dalla Germania dell'Est", racconta Baasner. Oggi, ne beneficiano in 8000. Secondo Baasner, la struttura é diventata la più grande Tafel in Germania. "Certi sabati, vi sono 1500 persone", dice mostrando il suo piccolo impero dei poveri, un vecchio magazzino che viene continuamente rimesso a nuovo.
La SPD ( il partito socialdemocratico tedesco) tenta di riavvicinarsi alle vittime delle sue riforme.

Chi è povero se l'è cercata: così l'hanno pensata i tedeschi per molto tempo. Il paese si è chinato sulla propria miseria quando i media hanno ricordato i 2,5 milioni di bambini che vivono in famiglie senza risorse ed ora inizia a preoccuparsi per la situazione degli adulti.
Il 19 maggio 2009, una federazione di associazioni sociali, la Paritärische Wohlfhartsverband (PW) ha pubblicato uno studio sulla povertà.
Per la prima volta le cifre erano dettagliate Stato (Land) per Stato, città per città. Il giorno dopo la sua pubblicazione, questo "atlante della povertà" era sulle prime pagine della stampa. "Quando diventerò povero? Un tedesco su 7 minacciato", si poteva leggere attraverso enormi lettere bianche su fondo nero nel quotidiano popolare Bild. "Interi territori rischiano di deperire, l'Ovest non è risparmiato" rincara il Tageszeitung di Berlino. Che la ricerca abbia messo principalmente l'accento sulla desolazione economica di certe zone dell'Est, in particolare a ridosso della frontiera polacca, è comprensibile. Ma che l'Ovest, anche lui, abbia i suoi ghetti di poveri:
inimmaginabile fino a pochissimi anni fa...
"La Germania rischia di implodere", affermano i responsabili della PW. Le disparità dei redditi sono diventate una voragine. "L'evoluzione è impressionante", affermava lo scorso anno l'economista Markus Grabka nel settimanale Der Spiegel. Il ricercatore dell’Istituto DIW (Deutsche Institut für Wirkschaftsforschung - Istituto tedesco per la ricerca economica) di Berlino ha calcolato che tra il 1996 e il 2006, le entrate dei 10% più poveri si sono abbassate del 13%, mentre quelle dei più ricchi sono aumentate di un terzo.
A partire dal 2000, le disuguaglianze dei redditi sono esplose. Gerhard Schröder, figlio di operai, è stato eletto nel 1998: è durante il suo governo che si è scavata il grande fossato. Con l'avvicinarsi delle legislative di settembre, gli eredi di Schröder tentano di riannodare con i precari e i bassi salariati, prime vittime delle riforme Hartz. L’SPD promette di instaurare un Smic (Salario minimo interprofessionale di crescita) di 7,50 euro se il suo candidato, l'attuale ministro degli affari esteri Frank Walter Teinmeier, verrà eletto cancelliere.
In ogni città, i manifesti della campagna del partito mostrano una cameriera che sta rifacendo il letto. Vi si legge: "Affinché anche lei possa vivere del suo salario". La rete fa buchi da ogni parte.
Nei sondaggi, l'SPD è regolarmente dato perdente: anche se poveri, gli elettori hanno buona memoria.

11/6/2009

Mathieu Magnaudeix é giornalista presso Mediapart (/www.mediapart.fr). La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di Solidarietà.

Mathieu Magnaudeix

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