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2008: L’anno nero dei fondi pensione

la rivincita del TFR

(27 Giugno 2009)

Un calo del 6,3% dei rendimenti dei fondi negoziali nel 2008 e un ulteriore calo dell’ 1% nei primi tre mesi del 2009, gli azionari perdono quasi il 25% del rendimento, Il TFR si rivaluta del 2,7% nel 2008 cui si aggiunge lo 0,3% del primo trimestre del 2009. Rilanciare la previdenza pubblica.

Il 2008 stato l’anno nero per i fondi pensione. I rendimenti aggiornati al 31 marzo 2009, segnano un calo del 6,3% dei rendimenti dei fondi negoziali nel 2008 e un ulteriore calo dell’ 1% nei primi tre mesi del 2009: in particolare la diminuzione è del 24,5% (2008) e del 5% (primo trimestre 2009) per il comparto azionario; del 9,4% e 1,7% per il bilanciato; del 3,9% e 0,9% del misto mentre c’è un rialzo dell’1,6% e dello 0,6% per l’obbligazionario puro.
Andamento simile per i fondi aperti, i cui rendimenti scendono del 14% nel 2008 e di un ulteriore 2,2% tra gennaio e marzo di quest’anno con il picco di un taglio del 27,6% (2008) e del 5,6% (2009) per l’azionario a cui si oppone un apprezzamento del 4,9% e del 1,3% per l’obbligazionario puro.

I Pip, piani di investimenti individuali, nel 2008 realizzano un calo dei rendimenti del 24,9% mentre nel primo trimestre la riduzione ha toccato il 4,6%: in caduta del 36,5% (2008) e del 7,6% (2009) le linee azionarie e in salita del 2,7% e dello 0,9% quelle obbligazionarie.

Il TFR, che anche nel 2007 aveva reso mediamente più dei fondi, si rivaluta del 2,7% nel 2008 cui si aggiunge lo 0,3% del primo trimestre del 2009.
I fondi pensione sono in crisi in tutti i paesi in cui sono presenti; negli Usa, le perdite arrivano fino al 50% e scatta l’allarme pensione per milioni di lavoratori.

I numeri e il volume delle perdite, l’esplosione della crisi finanziaria, il crollo dei valori azionari hanno reso evidente a tutti quanto sostenuto dalla Cub: nel conferimento del TFR ai fondi pensione c’e solo un forte rischio per il salario dei lavoratori e un forte guadagno, a prescindere dalla resa dell’investimento, per i gestori, le banche e gli speculatori che hanno la possibilità di “giocare” con i soldi dei lavoratori.
Come al solito, invece di prendere atto del fallimento e della truffa della previdenza complementare, pensano di introdurre cambiamenti perché tutto continui come prima.

Non serve la riforma della riforma, la soluzione c’è già:
rilancio la previdenza pubblica, quale strumento unico, universale per il mantenimento del reddito percepito prima del pensiona-mento e opporsi alla riduzione delle pensioni attese con peggioramenti delle aliquote su cui calcolarle e all’aumento dell’età pensionabile.
diritto (oggi negato) al recesso dall’adesione ai fondi e ad interrompere i versamenti e richiedere quanto versato.
cancellazione per i nuovi assunti del silenzio assenso per lo scippo del TFR ai fondi pensione.

Milano 16/06/2009

Confederazione Unitaria di Base
http://www.cub.it

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