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(11 Novembre 2011) Enzo Apicella

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il 15 giugno votiamo SI

al referendum per l'articolo 18

(11 Maggio 2003)

L’art. 18 della Legge 300 -Statuto dei Lavoratori- adempie una funzione di alto valore sociale: la tutela dal sopruso padronale.

All'art. 18 si ricorre infatti per difendersi dai licenziamenti arbitrari e ingiustificati, cioè al di fuori dei casi previsti dalla Legge e dai Contratti.

L’articolo 18 - accertato in giudizio che il licenziamento è ingiusto- prevede per il/la lavoratore/trice il diritto di riavere il proprio posto di lavoro, la copertura previdenziale dalla data del licenziamento a quella della reintegrazione e un risarcimento pari alle retribuzioni perse, che comunque non può essere inferiore alle cinque mensilità. Se invece il lavoratore non intende più ritornare al suo posto di lavoro, può richiedere -in sostituzione della reintegrazione- ulteriori 15 mensilità.

L’art. 18 non si applica a tutti i lavoratori subordinati, ma solo a quelli che lavorano in unità produttive che abbiano più di 15 dipendenti o che complessivamente occupino in più sedi in Italia oltre 60 dipendenti. Coloro che invece lavorano in posti al di sotto dei 15 dipendenti (oppure lavorino per partiti, sindacati, scuole religiose, ecc…), in caso di vittoria in giudizio per il licenziamento ingiusto e arbitrario, non hanno diritto a tornare al loro posto di lavoro e vengono solo “monetizzati” con un'indennità economica (un'elemosina da due mensilità e mezzo fino a sei).

Sono le stesse condizioni sul posto di lavoro ad essere minacciate.

In una situazione in cui il padronato può cacciarti via come e quando vuole per una manciata di euro, la difesa dai livelli di sfruttamento, il diritto alla salute e alla sicurezza, la stessa vita sindacale sono sotto continuo ricatto.

Per la civiltà del lavoro e dei diritti COSTRUIAMO in OGNI POSTO DI LAVORO i COMITATI PER IL SI'

NON È CHE L’INIZIO...

Fin dall'inizio il referendum è stato promosso con l' obiettivo di unificare, sul terreno dei diritti, tutto il mondo del lavoro, incluso quello con contratti atipici.

E' un obiettivo di alta portata, perché, da quando nel '97 la Legge Treu ha aperto il varco, siamo oggi giunti alla feroce deregulation del mercato del lavoro delle Leggi Delega del governo Berlusconi, che capovolge lo Statuto dei Lavoratori in uno Statuto dei Lavori, che distrugge la stabilità del lavoro a tempo indeterminato, generalizzando il precariato nelle forme più spregiudicate, (lavoro in affitto, a chiamata, a intermittenza, a prestazioni ripartite, a leasing), con uso e abuso dei co.co.co, con una selvaggia liberalizzazione di part-time e subappalti, traslochi e scorpori dei lavoratori senza vincoli.

E' una lotta di attacco: la vittoria del sì al referendum, per la tutela dal licenziamento arbitrario di circa 4 milioni di lavoratori dipendenti che sono privi dell'articolo 18, produrrebbe allo stesso tempo un impatto fortissimo sulla via della uguaglianza dei diritti per più di 2 milioni di co.co.co. e i/le 3 milioni di lavoratori/trici in nero.

CONTRO LA LEGGE DEL PADRONE

La strategia dell’azienda Italia, rispetto alla competitività del mercato internazionale e alla crisi industriale, invece di alzare il tiro con l'innovazione tecnologica, ha sempre giocato una ben misera, ossessiva politica di contrazione del costo del lavoro. E, quando poi la spremitura del salario si rivela insufficiente, si passa all'attacco dei diritti, anch'essi “colpevoli” di essere un costo.

La Legge 848, infatti, colpisce a fondo le stesse basi del diritto del lavoro. Riduce cioè il lavoratore a variabile dipendente dalla condizione dell’impresa, la quale deve liberarsi dei “lacci e lacciuoli” frapposti da norme e contratti, per assumere e licenziare senza vincoli e disporre di forza lavoro con la più frammentata flessibilità.

Si va verso l'abbattimento dei Contratti Collettivi di Lavoro, per un ignobile sistema di rapporti di lavoro individuale, in cui il lavoratore è lasciato solo in balia dell’impresa.

Per questo il referendum per l'estensione dell'art. 18, che rivendica per tutti e tutte il "diritto dei diritti", assume un significato universale, di lotta per una società diversa, fondata sulla centralità della persona e sul Diritto collettivo, che liberi le nuove generazioni da un futuro condannato all'insicurezza e alla totale mercificazione.

CONFEDERAZIONE COBAS

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