">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

F35 go home

F35 go home

(31 Luglio 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

SITI WEB
(No basi, no guerre)

Ieri a vicenza - quello che ho visto

(7 Luglio 2009)

il mio pessimismo cosmico ha avuto una battuta d'arresto ieri alla manifestazione a vicenza.
nonostante tante voci scoraggiate e scoraggianti, della serie 'saranno solo disobbedienti, che ormai hanno distrutto la lotta no dal molin', ieri sono andata. e per fortuna.
per fortuna perché ho potuto vedere e respirare l'aria che tira a vicenza. l'aria che tira al presidio.

nonostante una campagna terroristica dei media in città, sono rimasta colpita da quante migliaia di vicentini sono scese in piazza.
sono rimasta colpita ancor di più di cos'hanno fatto tre anni di lotta alla gente del presidio.

il presidio, l'avevo visto solo all'inizio, tre anni fa; e com'è ovvio mi aveva sconvolta positivamente.
ma ora, dopo così tanto tempo, le voci che mi arrivavano erano di stanchezza, di litigi e egemonie, dei soliti politicanti che distruggono i movimenti, e della gente che se ne torna a casa. voci che mi arrivavano però spesso da fonti veronesi, spesso molto politicizzate, di qua o di là.

ed ecco ieri la sorpresa.
ho visto finalmente e sono rimasta colpita. dai vicentini, dicevo. dalla loro determinazione.
soprattutto delle donne, soprattutto di quelle in età 'matura', che parlano quasi solo dialetto, con corpi pesanti e capelli cotonati, bianco-azzurro, bianco-rosetta, bianco-gialliccio, frutto di parrucchiere di paese.

colpita da quanto ieri tutti erano in sintonia, i 'veceti in marcia' e i 'tosi col casco'.
la gente del presidio (la gente, la gente: da martina, che conosciamo bene, alle signore ultra cinquantenni; la gente vicentina schierata con maglietta bianca no-dal-molin, che da tre anni è diventata 'militante' e che è quasi irriconoscibile... che fossero gli stessi vicentini di una volta, quelli quasi peggiori dei veronesi?); la gente del presidio ha organizzato il corteo, ha organizzato l'accoglienza dei manifestanti alla stazione e li ha diretti alle navette. ha organizzato il servizio d'ordine in maglietta bianca no-dal-molin. e, udite udite, ha coordinato la 'resistenza' dei 'butei coi caschi' di fronte allo sbarramento del Tuscania sin dall'inizio del corteo.

nell'attesa, con il tuscania a sbarrare il ponte e i 'tosi coi caschi' a tener botta, me ne sono andata in giro, a dare un'occhiata ai capannelli di vicentini, soprattutto ai brizzolati, soprattutto al vociare in dialetto, un po' col timore di sentire il solito malcoltento dei 'pacifisti' nei confronti dei 'facinorosi'. la solita disunione d'intenti e di pratiche.

e invece...

ho visto anziane quasi aggredire un giornalista che le voleva imbeccare con un "ma che ne pensate della testa del corteo che sta usando violenza contro i poliziotti..." e queste di ritorno a urlargli a più non posso: "ma sa diselo? i tosi i è lì a difendar el corteo. g'avemo el dirito de ndar avanti. e lori i è lì, a ciapar 'e manganejade dai polisiotti par nojaltri. l'è la polisìa i violenti e i gha da finirla perché qua la base no ja vojemo".

altri due anziani si uniscono a dar man bassa al vociare delle signore; e giornalista e cameramen si ritirano sconcertati, alla ricerca di una voce 'anti-facinorosi' in corteo; chissà se l'hanno trovata (e chissà se aveva mai un accento vicentino?).

e ancora. ho sentito due signori dai capelli grigi di fianco a me applaudire, quando oltre il ponte si è alzata una fiammata dietro alla polizia, e dirsi tra loro "bé speremo almanco che i g'abia fato un po' de dani". evvai. e una signora di rincalzo "almanco 'na camioneta" e un'altra "pecà solo che la paghemo nojaltri con le nostre tasse".
e un signore si gira verso di me e sempre in dialetto, mi fa "ma questi xe ordini da l'alto, dal governo, de blocarne in sto modo qua".

guarda la testa del corteo che resiste e, misto tra lo sconcertato e l'affascinato mi dice "bé, no x'era mai vista na roba del genere a vicensa" e mi sorride, quasi felice di assistere dal vivo a una scena alla 'die hard'.

un altro ancora, sempre con la testa igrigita, guarda la nuvola di lacrimogeni che si alza e diventa serio e mi dice "bisogna propio fermarli. i americani, intendo". sono io che gli sorrido di cuore, stavolta.

mi allontano e da una via laterate, per i campi, mi avvicino al ponte, e man mano che mi avvicino incontro gente qualunque, molti con la bici a lato, tutti che tentano di andar verso "el casìn", gente di tutte le età, tutti attrezzati con bandane o foulard al collo, per ogni evenienza, tutti a voler vedere se la polizia se ne va e se si può procedere col corteo. e intanto discutono, di obama e se mai "cambiarà qualcosa", del "ah pecà che a la fine i la farà lo stesso la base".

ed ecco un gruppo di altri quattro anziani, bici al fianco sul ponte, non appena la polizia ha arretrato, che discutono animatamente sull'annosa questione se "i li droga de cocaina, sti polisiotti". "come vuto che i faga a star ancora in pié a quel modo con quele palandrane e sto caldo; i li droga così dopo i è ancora più catìì, guàrdali", e uno all'altro "schèrsito, i infiltradi de la digos no te i riconosi mìa; mi gho esperiensa, faséa le manifestasioni col piccì" e l'altro sottovoce al vicino "bé, mi ho fato i sioperi con la cisl".

scusate, lo so che sto restituendo solo delle buffe caricature. e non vorrei.
vorrei dar l'idea di quanto mi ha colpito la gente che ho incontrato ieri. quei signori e signore sono si sono trasformati in soggettività come qui a verona non siamo mai riusciti, credo, almeno che io ricorda.

mi ha scaldato il cuore.
che ventata d'aria fresca. contro qualunque mia aspettitativa.
mi aspettavo i soliti 5000 militanti brutti e cattivi, disobbedienti e askatasuni. e invece questi erano solo una parte. che agiva in concerto con tutto il presidio.
ovviamente io non so né posso dire dei vicentini (e non) che ieri non c'erano.

ma so di quelli che ho visto lì.

tre anni di no dal molin ha cambiato sta gente, ha costruito una società civile determinata, creativa, molteplice e compatta. solidale con le mille manifestazioni diverse delle proprie componenti.

per cui 'cittadini' e butei dei centri sociali ieri hanno collaborato e si sono distribuiti i compiti. e hanno funzionato anche di fronte all'emergenza, di fronte all'inaspettato (x mesi si erano preparati ad uno scenario diverso: forze armate dentro i recinti della base, corteo autorizzato e determinato a sfondare e a entrare; ma ecco che ieri si son visti il blocco della polizia sul percorso del corteo... che fare? e scatta il piano B, totalmente improvvisato).

per cui dal palco si dice a più riprese 'state dietro allo striscione, se vi diciamo di star dietro allo striscione una ragione c'è; ci stiamo organizzando' e ancora 'non preoccupatevi dei ragazzi coi caschi; sono dei nostri, difendono il corteo, anzi, dobbiamo ringraziarli che sono disposti a prendersi una botta in testa anche per noi'.

e infine 'non usate i sassi perché abbiamo deciso che non è con quelli che ci difendiamo. usiamo altro'.
eh già. non riuscendo ad entrare alla base, hanno deciso di usare altro x difendere il diritto di vicenza a manifestare contro la base.

dai cori di signore cantanti ('e questa è casa mia, e qui comando io' - avran mica votato lega?!?), agli estintori (usati in maniera fortunatamente efficace, stavolta), dagli scudi artigianali ai caschi e ad ogni altro mezzo concordato tra loro. un'armata brancaleone unita, per una volta.

e alla fine, dopo ore di negoziazioni, il corteo marcia tutto insieme; lungo villette coi giardini curati, da molti dei quali spuntano canne dell'acqua, tenute aperte per dar ristoro ai manifestanti. un corteo colorato e variegato, senza spezzoni e con rarissimi residui di gruppetti di vecchi e (pseudo)nuovi partiti, resi invisibili dalle migliaia di individualità in marcia.

E... SE VI SUONO INGENUA, EVVIVA!!! vuol dire che vicenza ieri mi ha finalmente scrollato di dosso un po' di cinismo velenoso, triste frutto dei mille scazzi identitari a cui assisto qui da troppo tempo.

che altro dire?

sperare che una tegola in testa cada anche a verona e ai veronesi...

io x me, sono solo contenta. inaspettatamente andare ieri mi ha tirato fuori dall'asfissia totale del clima di qui. e mi ha dato speranza.

betty

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «No basi, no guerre»

7685