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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

Sei operai sono "solo" rimasti ustionati, gravemente feriti ed intossicati. Così non fanno molta notizia

(21 Luglio 2009)

Le prime pagine dei giornali di oggi, hanno titoli per l'invito del presidente Napolitano al dialogo sulle intercettazioni. Corriere della Sera: "Dialogo sulle intercettazioni"; Repubblica: "Intercettazioni, serve un'intesa"; La Stampa: "Dialogo sulle intercettazioni"; Il Messaggero: "Intercettazioni, regole condivise". Ovviamente si distinguono Il Giornale e Libero, occupati a difendere il loro editore-padrone. Ma i titoli sarebbero potuti essere diversi: "Strage sul lavoro"; "Strage a Piombino"; "Esplosione in acciaieria. Una strage"; "Ancora morti sul lavoro. 6 a Piombino". Mentre si sarebbero ancora distinti Il Giornale e Libero, comunque impegnati a tutelare l'immagine di re Silvio IV da Arcore.

Alle 22.00 di domenica scorsa, quando le redazioni dei giornali erano ormai in chiusura, un grave incidente è avvenuto alla Acciaierie Lucchini di Piombino. Da una paiola è fuoriscito acciaio fuso, che a contatto con l'acqua ha provocato un'esplosione, che ha coinvolto anche diverse abitazioni circostanti. Sono aperte le indagini, per accertare le cause della scampata strage. Ma di certo, come racconta la Fiom-CGIL in un comunicato, la produzione era cresciuta ed il personale impiegato diminuito. In sintesi, ritmi di lavoro elevati mentre si risparmia in sicurezza. Ricorda tanto la tragedia della Thyssen Krupp, anche per il numero di lavoratori coinvolti, ma in questo caso fortunatamente salvi.
E ce lo avrebbero ricordato anche i giornali e le TV, quanto simili sarebbe stato questo incidente con quello della Thyssen, con uguali lacrime di coccodrillo ed uguali accuse. E di nuovo avremmo assistito alla messa in scena del cordoglio politico, alle promesse che mai più una tragedia simile potrà avvenira. E ancora immagini già viste di cariche istituzionali presenti ai funerali, con le loro maschere di partecipato dolore, che sempre tolgono seduti davanti ai tavoli decisionali.

Sei operai sono "solo" rimasti ustionati, gravemente feriti ed intossicati. Così non fanno molta notizia. Fossero morti, bè, un paio di giorni di gloria mediatica l'avrebbero avuta. Sarebbero stati ricordati per un po', fino al prossimo gossip dell'imperatore Berlusconi. Poi di nuovo silenzio. Perchè di sicurezza sul lavoro è bene non parlarne, altrimenti giornali governativi e non, possono anche un po' confondersi; e governo ed opposizione, per certi versi rischiano di mescolarsi un po' davanti alla richieste confindustriali di sconti sui costi del lavoro e sacrifici ai lavoratori.
Nel frattempo, più o meno nell'indifferenza generale, il contatore di Articolo21.info segna 580 morti sul lavoro, dall'inizio dell'anno ad oggi. Mentre, nel quasi assoluto silenzio mediatico, il governo si appresta in questi giorni ad approvare le modifiche al Testo Unico della sicurezza sul lavoro. Uno scempio normativo che metterà ancora di più a rischio la salute e la vita stessa dei lavoratori.

Chi ha a cuore la sicurezza sul lavoro, l'unica cosa che può fare singolarmente in questo momento, è fare appello al Presidente della Repubblica a non firmare le modifiche al T.U. della sicurezza sul lavoro che verranno fuori dal CdM dei prossimi giorni. Spero lo facciano in molti, perchè, a livello istituzionale è l'unica speranza di salvaguardare un strumento normativo per la sicurezza sul lavoro, certamente migliorabile ma valido se fosse applicato. Cosa che questo governo ha finora impedito di fare. Confindustria ringrazia, mentre i famigliari delle vittime del lavoro piangono.

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