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Quale democrazia?

(29 Luglio 2009)

Tra le grandi assenti in materia di regole democratiche, oltre la “porcata elettorale”, vi è la latitanza di una istituzione dello Stato, con carattere assolutamente indipendente, che potrebbe essere la Corte dei Conti o il ragioniere generale dello Stato, che offra al Parlamento, in tempo reale ed in chiaro, le cifre che riguardano la situazione economica e finanziaria, le spese dei vari ministeri, la reale entità pagata da ogni regione e da ogni categoria di contribuenti, la situazione degli enti previdenziali, ecc. ecc.
Il teatrino della politica, infatti, offre ai cittadini, in una materia fondamentale di valutazione dell’operato di un governo, come i conti pubblici, delle cifre inventate in cui una parte politica uscente sostiene di aver risanato i conti e l’altra entrante si dispera per aver trovato un disastro.

E’ del tutto evidente che al cittadino elettore viene sottratto un elemento essenziale di valutazione e la vittoria politica arride non ai virtuosi (improbabili), ma a chi ha più voce per contare balle.
Eppure sarebbe molto semplice e poco costoso avere un sito Internet, a disposizione di chiunque, aggiornato su dati ufficiali, che fotografi la situazione della spesa pubblica, il dettaglio delle spese militari (io pretendo di sapere fino all’ultimo euro quanto ci costa la guerra all’Afghanistan).

Vi sono cittadini come il giornalista di economia Massimo Riva, che denuncia silenzi sul superdebito pubblico balzato avanti nell’ultimo anno di 104 miliardi di euro, e Tremonti si può permettere di essere vago e parlare di una sciagurata eredità lasciata dal governo precedente, mentre una presenza istituzionale indipendente, di indiscussa autorità e capacità, conti alla mano, dovrebbe offrire ai cittadini dati indiscutibili.
Se un giornalista specializzato in economia non riesce ad offrire ai suoi lettori una valutazione sulla situazione economica per mancanza di dati o furberie contabili, ebbene non vi è democrazia perché i cittadini non possono valutare chi li governa, con dati chiari e ufficiali, certificati dalla Corte dei Conti, il cui principale dovere d’istituto dovrebbe essere quello di rispondere in tempo reale ai quesiti dei cittadini in materia di pubblico denaro.
Soltanto un ente terzo preposto all’informazione sullo stato della economia e dei conti, può avere l’autorità di pretendere dai governanti, dai ministeri, dagli Enti, le cifre vere e attuali ed offrirle al dibattito politico.
Oggi nella informazione economica avviene ciò che accade quando vengono fatte manifestazioni di massa, dove la questura parla di duecentomila persone e gli organizzatori di due milioni. Se invece si volesse sapere la verità, sarebbe facilissimo. Basterebbe dividere una fotografia dall’alto della manifestazione in tanti piccoli quadratini, ingrandire, contare le persone di un quadratino e fare una semplice moltiplicazione.
Con dati seri e accertati molti bluff dei politicanti sarebbero smascherati e mano mano la politica potrebbe diventare una cosa più credibile.

In questi giorni io chiederei alla magistratura dei conti di offrirmi un dato. Quanto spende la Protezione civile in materia di PREVENZIONE degli incendi, e vorrei comparare questo dato con quanto spende per il loro spegnimento con la flotta aerea, gli elitanker, gli effettivi sul campo e i “volontari”. Sono sicuro che per la prevenzione non si fa quasi nulla, come nella Sanità, mentre le giornate scelte dagli incendiari sono veramente poche, dieci al massimo quando c’è molto vento in luglio e agosto, e, se in questi giorni si pattugliassero i territori a rischio, massicciamente, con pene severissime per gli incendiari, il grande businnes dell’antincendio si sgonfierebbe a favore di una presenza capillare sul territorio, esercito compreso.
Ma la democrazia è una cosa seria! In Italia la dobbiamo ancora inventare.

29 luglio 2009

Paolo De Gregorio

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