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Pace, lavoro e libertà

Pace, lavoro e libertà

(16 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Manifestazione nazionale della FIOM

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(Contratto Metalmeccanici)

Sul contratto metalmeccanici

volantino dello Slai Cobas Ansaldo Camozzi

(14 Maggio 2003)

Il programma di Confindustria è quello di imporre il totale dominio dell'impresa sul lavoro, di universalizzare la flessibilità selvaggia, di distruggere i contratti collettivi individualizzando il rapporto di lavoro. Cancellando dalla storia la memoria che solo unite le formiche operaie hanno la forza di abbattere la quercia che loro sono.

Il Governo ha fatto proprio questo programma traducendo il libro bianco di Maroni nelle leggi delega che vanno via via distruggendo ogni diritto e ogni valenza collettiva dei lavoratori.

Questa è la guerra infinita che è stata lanciata contro i lavoratori

Il ruolo di un sindacato vero dovrebbe essere quello di opporsi mettendo insieme la forza unitaria dei lavoratori. Ma c’è chi pensa invece che ormai sia quello di sedersi riverente al tavolo dei padroni per aiutarli a tradurre in regole contrattuali tutte quelle leggi che ci stanno scaricando addosso. Dopo aver vergognosamente siglato il Patto per l’Italia, Fim e Uilm ritengono di non avere ormai altro ruolo da svolgere che questo. Vantandosi di essere gloriosi firmatari di accordi. Corteggiati dai padroni, ricattano e deridono i lavoratori, chiamando estremisti e scissionisti quelli che non riescono a digerire di essere da loro coinvolti a strisciare sotto i padroni. Non riusciamo a capire l’asservimento a cui si rassegnano i loro iscritti.

Al di là dell’insulto contenuto nelle richieste salariali, che continueranno a far diminuire il salario reale e aumentare i profitti padronali, il contratto siglato, a tarallucci e vino e senza bisogno di lotta, contiene :

- le normative previste dalla Legge 30 del 2003 (ex 848), che introduce la precarietà totale nel mercato del lavoro, i contratti a chiamata, l’affitto permanente di manodopera, la totale liberalizzazione degli appalti.
- le norme del Decreto 368, che toglie ogni vincolo e ogni regola alla gestione dei contratti a termine
- le norme del Decreto legislativo 8 aprile 2003, che comportano la fine dell’orario settimanale massimo e il passaggio agli orari plurisettimanali e ultraflessibili.
- l’assegnazione a un “gruppo di lavoro nazionale” il compito di modificare l’attuale inquadramento unico differenziandolo fabbrica per fabbrica. Ogni lavoratore e ogni azienda avrà la sua qualifica e la sua paga.
- l’istituzione di un Ente Bilaterale, finanziato dalle aziende e da altri enti, nel quale si amministreranno la formazione professionale oggi, le assunzioni domani e che trasformerà il sindacato in agente collocatore dei lavoratori, invece che in difensore dei loro diritti.
- il peggioramento delle norme sul lavoro interinale (d’ora in poi i lavoratori potranno essere affittati anche al secondo livello) e sul diritto allo studio ( viene sostanzialmente assorbito nella formazione professionale e aziendale).
- una reperibilità peggiorativa delle condizioni esistenti che rischia di trasformarsi nel diritto dell’impresa al comando del lavoratore. Si peggiora e si estende la normativa per i lavoratori discontinui.
- viene cancellato l’intero articolo 27 del contratto e sostituito da un’interpretazione restrittiva e peggiorativa della Legge 626, sulla salute e la sicurezza.

E’ da anni che subiamo contratti da noi sempre giudicati “perdenti”.
Ma questo è il visto definitivo rilasciato ai padroni di fare quello che vogliono.

La Fiom dichiara di volersi opporre a tutto ciò rilanciando il ruolo di avanguardia che ha avuto nel lontano passato il contratto dei metalmeccanici. Nel clima generale che ci circonda non è una sfida facile. Se davvero lo vuol fare deve inventare forme di lotta capaci di incidere veramente sugli interessi padronali e non esporre i lavoratori a nuove pesanti frustrazioni.

Un futuro di dignità dei lavoratori è solo nelle nostre mani. O saremo capaci di riorganizzarci per ricostruirlo o esso sarà abbandonato per sempre nelle mani dei padroni.

Slai Cobas Ansaldo Camozzi

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