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(11 Agosto 2011) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

Innse:un anticipo dell'autunno che verrà.

(12 Agosto 2009)

Riemerge il protagonismo dei lavoratori, che dopo una lunghissima ed estenuante lotta, riescono a salvare il proprio posto di lavoro e di conseguenza il proprio futuro. La ricetta per evitare di essere sconfitti ? Partecipazione ai massimi livelli , solidarietà diffusa e una sentita concezione di classe. Dopo esser passati per tavoli che non hanno risolto il problema e azioni giudiziarie rimaste impantanate, i lavoratori hanno alzato il livello di scontro e si sono opposti, con la forza delle loro ragioni, al tentativo di vendere i macchinari della fabbrica. Tentativo portato avanti con il corollario fornito da cariche e manganelli. Azione che però ha fatto capire che solo una autorganizzazione decisa avrebbe potuto opporsi ad un percorso che portava dritti al non avere di fatto più un lavoro. L’azione decisa ha "bucato" lo schermo dell’informazione asservita al potere , salire su un carroponte per ben 8 giorni, e far capire che non si accettava supinamente il tentativo del padrone Genta di ottenere il più possibile con la vendita dei macchinari a scapito della vita dei lavoratori. Dopo anni di svendite e di sconfitte operaie, la lezione Innse è più chiara che mai: solo la lotta dell’unità di classe può pagare. Una vertenza che si considerava ormai perdente, riesce ad essere stravolta dai lavoratori in lotta. Dicevano che la soluzione era ormai la chiusura, che si potevano solo vendere i macchinari ma, grazie alla lotta ad oltranza, spuntano fuori compratori che altrimenti non si sarebbero visti. E ritorna all’ordine del giorno il chi pagherà i costi della crisi dell’economia capitalista ? A Milano, alla Innse, la risposta la hanno saputa dare all’unisono : noi la crisi non la paghiamo! E alle parole hanno saputo far seguire una azione decisa per difendere concretamente il loro lavoro, i loro diritti, le loro famiglie, il loro futuro. In autunno ci aspettano moltissimi casi analoghi alla Innse e la sinistra di classe dovrà attrezzarsi ad estendere esperienze, capacità, solidarietà,. Dovrà inoltre far capire con giusti obiettivi che l’aria è cambiata e che con una decisa autorganizzazione ci si può difendere da speculatori impuniti, sindacati gialli , finti amici governisti , che come al solito proporranno e tenteranno trattative al ribbasso. Un messaggio semplice ma efficace, che gli operai lombardi hanno indirizzato anche al governo Berlusconi intento a scaricare la crisi sulle fasce deboli del paese. Un buon anticipo dell’autunno che verrà. Di lotte estese che possono vincere solo se chiariscono all’unisono di aver imparato la lezione che arriva dall’Innse. Invertire una logica padronale che vuole le masse lavoratrici ricattabili e licenziabili, in una nuova fase. Una fase in cui chi detiene le redini dell’economia sappia che può esser licenziato anche chi osa licenziare per profitto. Che può esser espropriato senza indennizzo alcuno chi lucra sulle altrui vite. Le nostre vite valgono molto di più dei loro profitti ed il prossimo autunno è già iniziato in Lombardia. L’opposizione sociale, la sinistra anticapitalista, possono stravolgere l’agenda quotidiana.delle politiche governative, e non è che l’inizio di un lunghissimo anticipato autunno, destinato ad essere memorabile.

Enrico Biso

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