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Sulle perquisizioni avvenute in seguito della manifestazione "Nicola è ognuno di noi" del 17 maggio 2008

(23 Luglio 2009)

Abbiamo appreso stamattina delle perquisizioni a carico di alcuni partecipanti al corteo antifascista svoltosi a Verona il 17 maggio dello scorso anno, pochi giorni dopo l’aggressione mortale a Nicola Tommasoli.

I cinque giovani responsabili dell’aggressione a Nicola, legati alla tifoseria dell’Hellas (e almeno tre di loro anche a formazioni della destra radicale), sono oggi agli arresti domiciliari. Il processo, che si tiene alla Corte d’Assise di Verona, va per lunghe. Gli imputati, accusati di omicidio preterintenzionale in concorso e rapina, sono difesi da un imponente collegio di avvocati, i quali hanno assoldato fior fiore di consulenti e periti. La tesi che la difesa cerca di accreditare è che Nicola Tommasoli non sia morto per le percosse subite, ma per una causa patologica, un aneurisma o un difetto congenito di un’arteria del cervello. La Corte si è affidata a due periti super-partes, di cui il luminare è il professor Carlo Torre, autore della famosa “trovata” del sasso che avrebbe deviato la pallottola che uccise Carlo Giuliani al G8 di Genova. Nel frattempo si assiste ad una campagna di banalizzazione dei fatti di violenza accaduti a Verona negli ultimi anni, come sta succedendo per l’aggressione di piazza Viviani, anche quella opera di tifosi violenti e razzisti. Il sindaco stesso, noto per le sue ordinanze castigatutti e per la virulenza delle sue opinioni in fatto di “sicurezza”, prima invoca “condanne esemplari”, adesso parla di eventuali condanne a “lavori socialmente utili”, in una riscoperta del valore delle cosiddette “misure alternative” che forse per altri tipi di imputati/detenuti non verrebbero ritenute opportune.

Noi non abbiamo mai pensato che la galera sia positiva. Ma pensiamo comunque che giustizia, che significa anche senso delle proporzioni, deve essere fatta. Riconoscendo però che “l’humus”, in cui le violenze ultras e/o neofasciste a Verona trovano nutrimento per crescere e coinvolgere tanti giovani e meno giovani, ha una precisa valenza culturale e politica. Quella di una città ripiegata su se stessa, governata da un sindaco e un assessore condannati per propaganda razzista, in cui il consiglio comunale è popolato di losche figure di fascisti e razzisti doc. Con la compiacenza di una classe politica che ha perso completamente di vista obiettivi e natura della politica, cioè il bene di tutti i cittadini, nessuno escluso.

In questo quadro si inseriscono oggi le perquisizioni per i danneggiamenti verificatisi durante il corteo del 17 maggio 2008. Danneggiamenti di lievissima entità indipendenti dalla volontà degli organizzatori ma che, già nei giorni successivi (pensiamo alle dichiarazioni del sindaco sulle scritte), sono apparsi - in modo incredibile - quasi più gravi degli stessi fatti che hanno originato il corteo di protesta di diecimila persone: il pestaggio a morte di Nicola Tommasoli. Vogliamo sperare che questo tipo di azione giudiziaria non sia l'ennesimo “controbilanciamento” volto a distogliere dalle vere responsabilità per la morte di Nicola l'attenzione di una città che (dalle pagine dei giornali, ai rappresentanti delle istituzioni, fino al "senso comune" di una parte dei suoi cittadini) sembra aver già in gran parte assolto i cinque aggressori neofascisti, riaccogliendoli nel suo seno come "ragazzi che hanno sbagliato" e derubricando tutto ad una tragica casualità dovuta ad un'arteria difettosa.

Assemblea 17 Maggio
(organizzatori della manifestazione del 17 maggio 2008)

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