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Capranica (Viterbo): un altro bluff dell’”operazione foibe”?

(4 Agosto 2009)

Sabato 18 luglio, a Capranica (Vt), è stata inaugurata la locale sezione dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato (Anps), alla presenza delle autorità politiche, civili e religiose del posto. La sezione è stata intestata al vicebrigadiere Vincenzo Gigante, poiché “vittima delle foibe istriane”. Nei resoconti della cerimonia usciti sui giornali locali, però, non si fa minimamente cenno alle circostanze di questo infoibamento. Insospettisce a tal proposito soprattutto l’articolo comparso su “Nuovo Viterbo oggi”, che titola: La Polizia omaggia il brigadiere Gigante, Collaborò con il commissario Palatucci nel salvare 5 mila ebrei, Finì infoibato il 16 giugno del 1945 per mano dei comunisti di Tito, (21 luglio 2009, p. 10). Il giornale edito da Giuseppe Ciarrapico muove l’accusa infamante contro la Resistenza jugoslava di aver infoibato addirittura una persona che aveva salvato migliaia di ebrei. Nel resoconto, il giornalista Marco Tartarini scrive che Gigante, nato in provincia di Lecce nel 1906, durante la seconda guerra mondiale è a Fiume con l’incarico di vigilanza nel porto franco. Quella che però nel titolo è data come notizia certa: la collaborazione con il commissario Giovanni Palatucci nel salvare gli ebrei dallo sterminio, nel testo è in realtà semplicemente ipotizzata e l’articolo, per tre colonne su sei, parla delle gesta di Palatucci, anziché argomentare le motivazioni dell’intestazione Anps, cioè l’infoibamento di Gigante. Su questo punto si dice soltanto che i familiari del vicebrigadiere - cui va comunque tutto il rispetto che si deve a chi ha perso un proprio caro - nel timore di ritorsioni, abbiano distrutto tutta la documentazione, “difatti – scrive Tartarini -, alla data odierna nessuna traccia è pervenuta se non una vecchia tessera ferroviaria rilasciata dall’allora Regio Ministero dell’Interno, da cui si è potuto riprendere una giovane foto in borghese del Gigante, da cui il ritratto in effige incorniciata, oggi, nella sede di Capranica a lui intitolata dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato”. Qui, dopo aver mandato a farsi benedire sintassi e ortografia, si ammette In sostanza che sulle circostanze della morte di Gigante non vi siano documenti e che per l’intestazione sia stata sufficiente una fototessera!

Pensando che il vicebrigadiere avesse qualche relazione con il nostro territorio, mi sono recato all’Archivio di stato di Viterbo per cercare il nome sui fogli matricolari, senza però trovarne traccia: il poliziotto evidentemente non aveva alcun rapporto con il Viterbese, men che mai con Capranica.

Mi sono quindi rivolto altrove, per verificare se Gigante figurasse in qualche elenco d’italiani infoibati. Mi ha risposto Claudia Cernigoi, l’autrice di Operazione foibe, informandomi che un Vincenzo Gigante, nato nel 1906, è elencato tra i poliziotti fucilati a Fiume nel 1945. Coincidono con l’intestatario della sezione di Capranica il nome, il cognome, l’anno di nascita, la professione e, presumibilmente, il luogo di stanza. Da questa informazione si evince però che, innanzitutto, Gigante non è stato infoibato ma fucilato e che, come luogo di morte, figura Fiume, e a Fiume non ci sono foibe, cioè le cavità carsiche naturali del territorio istriano. Stando a questi dati, inoltre, sono ignote le responsabilità di Gigante durante il conflitto, aspetto tutt’altro che trascurabile soprattutto per la professione che questi svolgeva.

Un’associazione può intestare le proprie sedi a chi ritiene più opportuno. Certo, in questo caso, i poliziotti di Capranica potevano semplicemente dedicare la sezione a Gigante, perché collega caduto in guerra e basta, ma siccome si sono mosse accuse infamanti contro i partigiani jugoslavi, senza uno straccio di prova, sarebbe bene che l’Anps e i giornali che con enfasi hanno dato spazio alla cerimonia pubblicassero anche la documentazione su cui si è basata l’intestazione.

In conclusione va ricordato che c’è, in realtà, un Vincenzo Gigante senza ombra di dubbio degno di mille intestazioni. È un omonimo e corregionale del poliziotto: si tratta di un comunista, perseguitato durante il ventennio e Partigiano nelle Brigate Garibaldi a Trieste. Catturato su delazione nell’autunno 1944, il partigiano Gigante sarà orribilmente torturato dai nazifascisti e poi bruciato nel forno crematorio della risiera di San Sabba. Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Silvio Antonini
Segretario e Portabandiera
Anpi Cp Viterbo

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