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La risposta di G.P. Patta a Antonio Canalia e Raffaello Renzacci

(18 Maggio 2003)

Cari compagni,

sono sorpreso della vostra lettera che invece di valorizzare il risultato di una battaglia che sposta a favore del referendum la più importante organizzazione di massa del Paese, grazie ad una battaglia che ha visto anche noi protagonisti , cerca divisioni su questioni che non esistono.

In un momento nel quale la Cgil compie una scelta di enorme autonomia e assume le nostre posizioni sarebbe stata incomprensibile una nostra ridotta partecipazione alla campagna a sostegno del si per lasciarne la gestione a compagni che hanno compiuto con meno entusiamo di noi questa scelta.Abbiamo forse perso? O dobbiamo essere minoritari per condizione biologica?

E non è forse importante dare un segnale di compattezza a fronte delle critiche lanciate contro la Cgil da forze importanti per i nostri iscritti ed evitare una babele di risposte e di comportamenti?

Da ultimo , l'uscita dal comitato per il Si non è avvenuta in polemica ma in totale amicizia come si dovrebbe desumere dalla mia a Paolo Cagna. In un prossimo incontro porrò il problema di come il Comitato Promotore recuperi un rapporto con tutte le forze schierate per il Si e che sono ormai, anche grazie alla nostra azione , più consistenti di quelle che hanno dato vita al Comitato stesso.

Sento critiche di metodo : non avere riunito il coordinamento. Ricordo a Renzacci ,che è membro del direttivo nazionale, che ha votato a favore di un ordine del giorno nel quale c'è scritto: " Approva le indicazioni di voto e di comportamento sul referendum relativo all'art.18." (contenute nella relazione di Epifani)

Ovvero che la Cgil realizzerà un campagna autonoma fuori dal Comitato per il Si. Non credo che Renzacci pensi che quando si dice Cgil non si parli anche di Lavoro Società.

Ho la sgradevole sensazione che la lettera non manifesti la proccupazione primaria di rafforzare il fronte del si ma con chi si fa la battaglia. Mi ero illuso che questi atteggiamenti fossero finalmente superati tra di noi , sopratutto alla luce della grande autonomia dimostrata da Lavoro Società in tutta la vicenda dell'art.18.Evidentemente sono stato troppo ottimista e il gioco delle bandierine è molto più duro da sconfiggere di quanto immaginassi.

Gian Paolo Patta

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