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Presidente Napolitano ... Ha da passa' 'a nuttata!

(5 Ottobre 2009)

Ho sempre considerato eccessivo il giudizio che fa dell'Italia un Paese strano, dove l'eccezione è quasi sempre la regola e le regole quasi sempre un'eccezione; di certo, però, negli ultimi tempi il nostro Presidente della Repubblica non ha perso occasione per fornire elementi in grado di confermare questo tipo di giudizio.

Soltanto pochi mesi fa, come dovremmo tutti ricordare, il Presidente Napolitano rifiutò la controfirma al Decreto Legge con il quale il Governo intendeva intervenire nella vicenda Englaro.

La mancata controfirma comportò, ovviamente, l'impossibilità di pubblicare il Decreto Legge e, quindi, il comportamento del Presidente Napolitano costituì l'affermazione di un vero e proprio "diritto di veto" nei confronti degli atti di urgenza emanati sotto la responsabilità del Governo.

Un "diritto di veto" che non ha alcun fondamento costituzionale (gli effetti prodotti dalla mancata emanazione del decreto legge non possono infatti essere risolti in alcun modo secondo l'iter di formazione delle leggi previsto dalla Costituzione, così come invece succede per il rinvio delle leggi alle Camere all'art. 74,), che fu reso possibile soltanto dalla decisione del Governo di non aprire un conflitto istituzionale.

Allo stato dell'arte, quindi, pur in assenza di previsioni costituzionali, da un giorno all'altro ci siamo risvegliati in una sorta di Repubblica presidenziale dove, appunto, al Presidente Napolitano, con il sostegno di tutta l'intellighenzia di sinistra, veniva consentito l'esercizio di un potere d'interdizione per il quale non vi era possibilità di appello: se il Presidente della Repubblica rifiuta la controfirma ai Decreti Legge (si chiami Napolitano o Berlusconi), questi non possono entrare in vigore e né essere sottoposti al Parlamento per l'esame e la conversione definitiva in legge entro il breve termine di 60 giorni.

Fatta questa breve premessa, torniamo ai giorni nostri, occupandoci non tanto delle polemiche, bensì della capacità del Presidente Napolitano di ... stupirci.

Incredibile ma vero, anche dalle parti del Presidente Napolitano si sono accorti che la Costituzione non prevede poteri di veto, anzi, ora siamo addirittura passati dal "potere di veto" a "nessun potere".

A chi, infatti, chiedeva di non firmare la legge che contiene il cosiddetto "scudo fiscale", è stato il Presidente Napolitano stesso a rispondere: "Nella Costituzione c'è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi il Parlamento vota un'altra volta la stessa legge ed è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare. Questo voi non lo sapete? Se mi dite non firmare, non significa niente".

Abbiamo capito bene?

Sì, purtroppo abbiamo capito bene.

Per il Presidente Napolitano il più efficace potere di garanzia che l'art. 74 della Costituzione gli conferisce "non significa niente": per quale motivo usarlo, infatti, se tanto può essere successivamente annullato da una nuova approvazione della legge rinviata al Parlamento?

Siamo quindi di fronte ad un'altra originalissima interpretazione (svilimento) della Costituzione da parte di chi ne dovrebbe costituire il massimo baluardo.

Il presidente Napolitano come Berlusconi: la Costituzione ed il Parlamento come inutili ingombri per decisioni già prese altrove; una perdita di tempo della quale si può ben fare a meno.

E' sufficiente dare per scontato il risultato finale, anche di fronte ad una legge approvata per pochi voti, ed ecco che si passa dalla necessità di un nuovo pronunciamento del Parlamento all'inutilità preventiva del Parlamento stesso.

Sia che ci si chiami Napolitano, sia che ci si chiami Berlusconi, ciò che alla fine emerge non è la tutela della democrazia parlamentare, ma l'affermazione di un sistema di potere accentrato in poche mani.

Non resta quindi che confidare nell'unica certezza rimasta: i Presidenti vengono e vanno, le Costituzioni rimangono ... Ha da passa' 'a nuttata!

4 ottobre 2009

Franco Ragusa
www.riforme.net/

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