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Libertà è partecipazione

(22 Agosto 2009)

LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE
"La libertà, non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione."



Concordo con Giorgio Gaber circa l'idea di libertà come partecipazione. Sono convinto che la suprema forma di libertà consista nella democrazia diretta e partecipata.

A proposito di partecipazione politica, il sottoscritto partecipa alla vita politica, locale e nazionale, sin da quando aveva appena 15 anni e frequentava l'ambiente, assai politicizzato, di Radio Popolare Lioni e il gruppo di Democrazia Proletaria dell'epoca, il cui leader era l'attuale sindaco di Lioni, passato da DP al PD!

Rammento anche un’idea partorita nel lontano 1986: insieme ad altri giovani di Lioni fondammo il CRAC, Centro Ricreativo di Aggregazione Culturale, una sorta di collettivo politico autonomo e di circolo contro-culturale che diede vita ad esperienze artistiche e culturali molto interessanti e straordinarie per gli anni '80, anni di disimpegno e riflusso nel privato, di vuoto desolante sul versante culturale, sociale e politico. Esperienze che andrebbero riscoperte e fatte conoscere alle giovani generazioni, come una cassetta di Canti popolari lionesi e una pubblicazione cartacea, "I quaderni dell'Ofanto".

Tornando al discorso odierno, aggiungo che la partecipazione dei cittadini varia e dipende anche dalle forme di partecipazione messe a disposizione, nonché dalle azioni e dalle intenzioni messe in pratica. Personalmente, ho rinunciato alla militanza attiva e alla partecipazione diretta nella realtà politica di Lioni per evidenti ragioni e cause oggettive, in qualche misura indipendenti dalla mia volontà.

Mi riferisco anzitutto all'assenza di un partito autenticamente comunista o, comunque, antagonista e alternativo all'esistente. Un partito che voglia e sappia esercitare il ruolo dell'opposizione rispetto alle forze che detengono il potere politico a Lioni, che amministrano gli affari e gli interessi di gruppi ristretti e controllano la vita politica, economica e sociale della nostra sventurata comunità.

Chiarisco subito che adottando la nozione di “partito” non intendo riferirmi tanto alla struttura logistica, ai locali dove riunirsi, discutere ecc., quanto soprattutto alle persone in carne ed ossa, al materiale umano, all'organizzazione delle idee e dei compagni, insomma ad un soggetto collettivo in cui potersi riconoscere per non restare isolati.

Ricordo che il Circolo Prc di Lioni venne creato nel 1995 proprio in virtù di un’audace iniziativa politica del sottoscritto, ossia la candidatura alle elezioni provinciali dello stesso anno. Inoltre, il nucleo storico che decise di formare il circolo si era già consolidato attraverso una precedente esperienza di partecipazione legata al Collettivo politico "4 gatti", la cui idea si deve ancora una volta all’impegno del sottoscritto.

Negli anni successivi, specie dal 2000 al 2003, ho continuato a partecipare alle iniziative promosse dal circolo, alle vertenze sul territorio, come ad esempio le lotte degli operai nelle fabbriche dislocate nelle aree industriali locali. Ricordo anche la mia partecipazione alle elezioni comunali del 2003, nella lista di Rifondazione Comunista. Senza dimenticare la partecipazione alle lotte e alle manifestazioni del movimento no-global, da Genova nel luglio 2001 al Social Forum Europeo di Firenze nel 2002 e via discorrendo. Insomma, non ho mai rinunciato a partecipare direttamente ed impegnarmi in maniera concreta, esponendomi di persona senza indugi, a mio rischio e pericolo.

Oggi, la realtà socio-politica di Lioni è profondamente mutata (forse è cambiato pure il sottoscritto). Attualmente partecipo alle riunioni che periodicamente vengono organizzate a Napoli dai Comunisti Internazionalisti, ma a livello locale non ho punti di riferimento di tipo politico organizzativo. Questa è una mia colpa? Tuttavia, mesi fa ho avanzato l'idea di costituire sul territorio provinciale una sorta di coordinamento politico per riunire ed organizzare i "cani sciolti" come il sottoscritto, sparsi in giro ed isolati, ma l'ipotesi è fallita miseramente prima ancora di nascere.

Per concludere, credo che ognuno partecipi nel modo che ritiene più compatibile con le proprie possibilità e condizioni oggettive, anzitutto la disponibilità di tempo materiale, in base alle proprie potenzialità e capacità intellettuali, in base alla propria volontà, insomma nel modo più consono e idoneo alle proprie attitudini e inclinazioni individuali.

Negli ultimi anni sto partecipando soprattutto attraverso il ricorso alla parola scritta, dal momento che in questa fase è l'unica arma di cui dispongo e che riesco ad usare meglio.

Lucio Garofalo

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