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Non contro la "Casta", ma contro le caste

(28 Luglio 2009)

Una persuasione assai comune e diffusa, assegna ai politici l’etichetta di "Casta" per antonomasia, nel senso deteriore del termine. Non c'è nulla di più distorto e deviante che esaltare o assecondare tale mistificazione, alimentando un clima di qualunquismo che è molto più deleterio del male stesso, più nocivo della corruzione e dell'inettitudine del ceto politico. Infatti i cittadini, indignati dai loro osceni "rappresentanti", reagiscono con atteggiamenti di crescente disaffezione e distacco dalla vita politica.

L’inevitabile conseguenza per la democrazia è che l’esercizio della professione politica diviene un appannaggio riservato a una cerchia sempre più elitaria, dunque più corrotta e corruttibile dai grandi potentati economici sovranazionali, immuni da ogni azione di controllo esercitabile dalle masse popolari o dagli organi parlamentari. In tal modo le democrazie occidentali, esistenti solo sulla carta, degenerano in forme oligarchiche controllate da ristretti comitati d’affari, costituiti dalle corporation multinazionali e dai padroni incontrastati del capitalismo bancario e finanziario internazionale.

In realtà, di caste oltremodo corrotte e parassitarie non c’è solo quella politica, anzi.

Nell’abbrutimento provocato dall'alienazione e dallo sfruttamento capitalistico, nell'imbarbarimento causato dalla ferrea logica del profitto e dell'affarismo economico, miliardi di esseri umani sono costretti nella condizione più abietta e disumana, ridotti allo stato brado: l'uomo è condannato a diventare il più feroce tra le belve.

Lungi da me l’idea di difendere la casta politica, le immunità e le prerogative esclusive di cui gode. Tuttavia, ci sono altre caste privilegiate e parassitarie che sono persino peggiori, molto più corrotte e potenti della casta politica. Si pensi all'alto clero, che usufruisce di franchigie speciali quali, ad esempio, l'esenzione da varie tasse, tra cui la vergognosa dispensa dal pagamento dell'imposta ICI sugli immobili ecclesiastici.

Si pensi alle colossali rendite godute dall'alta finanza, ai benefici totalmente detassati che inoltre causano la rovina di milioni di piccoli risparmiatori. In genere si tratta di semplici e onesti lavoratori, illusi e sedotti dalle potenti "sirene mediatiche" degli investimenti in borsa, alla ricerca di "facili fortune", mentre li attende solo la peggiore delle iatture: il crack finanziario. Le cui vittime non sono i grandi speculatori della finanza globale, ma i milioni di piccoli risparmiatori e investitori ingannati da impostori e sciacalli che promuovono gli interessi delle banche e delle società finanziarie.

Si pensi, dunque, alle grandi speculazioni borsistiche che, nel giro di pochi giorni, hanno mandato in rovina intere nazioni, addirittura intere regioni continentali come il Sud-Est asiatico o vaste aree dell'America Latina: si pensi al crack argentino di qualche anno fa.

Si pensi alle popolazioni dell'Africa, letteralmente stremate dallo sterminio alimentare, stritolate dai debiti su cui speculano i pescecani dell'alta finanza internazionale. Si pensi a queste inaudite forme di parassitismo generato dall'establishment capitalistico globale: un insieme di caste parassitarie e speculative che prosperano a spese della stragrande maggioranza del genere umano. Un sistema affaristico che schiaccia i diritti più elementari degli esseri umani, che stentano persino a sopravvivere fino al tramonto.

Lucio Garofalo

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