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Stop agli allevamenti per vivisezione

Stop agli allevamenti per vivisezione

(20 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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    Le ragioni delle donne

    Appello per il sì al referendum per l’estensione dell’articolo 18

    (24 Maggio 2003)

    Il 15 giugno si vota per il referendum che estende l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori alle aziende con meno di 15 dipendenti.

    Si tratta di una grande occasione per riaffermare la pienezza della cittadinanza democratica in questa epoca della globalizzazione economica, che erode alla radice le fondamenta stesse dei diritti e riduce chi lavora a una condizione di crescente deprivazione di diritti e tutele, di nuova servitù e dipendenza, di feroce espulsione di chi non riesce a competere sul mercato del lavoro e della vita.

    Noi voteremo sì e siamo impegnate a sostenere attivamente il referendum, a fare tutto quello che è nelle nostre mani perché il 15 giugno si raggiunga il quorum necessario e vinca il sì.

    Per questo ci rivolgiamo in particolare alle donne, perché siamo convinte che da loro possa venire un contributo grande e significativo, un impulso decisivo, come è avvenuto in tante altre grandi occasioni politiche del nostro Paese, per questa vittoria.

    Le donne infatti hanno molte ragioni per esprimere un voto favorevole: ragioni specifiche come lavoratrici e generali come cittadine. Quelle di noi che hanno a cuore che la cittadinanza sia luogo di convivenza democratica, esercizio di diritti universali, solidarietà nelle relazioni sociali, accoglienza alle popolazioni migranti, sicurezza di un futuro degno di questo nome per le nuove generazioni, sanno bene quanto sia importante la sicurezza del lavoro e la dignità del lavoro.

    Le donne sono al centro dei processi della globalizzazione e subiscono direttamente tutte le contraddizioni degli spietati meccanismi economici che sorreggono e rendono possibile l’affermarsi del primato assoluto del mercato. Precarizzazione estrema dei rapporti di lavoro, flessibilizzazione degli orari ad libitum dell’impresa, deregolamentazione selvaggia, fino al punto che ogni tutela sia sradicata, subordinazione della vita intera alla logica del mercato e al trionfo del profitto: questa è oggi la condizione di chi lavora. Ma non è la stessa cosa subirla se si è donne o se si è uomini. Sul lavoro femminile pesa ancora, in forme nuove e più brutali che mai, il loro essere donne: la possibilità di essere madri che da diritto si trasforma in incompatibilità con la logica di impresa, il corpo femminile che da espressione di libera soggettività diventa oggetto di desiderio sessuale da parte di capi e colleghi, il perdurante, odioso obbligo del lavoro domestico per le donne, che cresce in misura di quanto viene smantellato lo stato sociale. E il mobbing da omofobia che nei luoghi di lavoro è particolarmente pesante per le donne.

    Nelle grandi battaglie democratiche e civili che hanno cambiato la faccia dell’Italia le donne hanno avuto sempre un ruolo di primo piano, sono state protagoniste, sempre, delle trasformazioni positive, dei punti di arrivo, delle conquiste. Sapendo spesso essere solidali, al di là delle storie personali, delle culture diverse, delle appartenenze politiche.

    Per questo ci rivolgiamo alle donne perché insieme si riesca a affermare un diritto fondamentale – quello a non subire il ricatto del licenziamento senza giusta causa anche nelle aziende con meno di quindici dipendenti - che non risolverà di per sé tutti i problemi del lavoro ma sicuramente porrà le condizioni per affrontarli con più chiarezza e determinazione da parte di tutti e tutte.

    Andreina Albano (Arci), Angela Azzaro (giornalista), Silvia Baratella (S.in.COBAS), Raffaella Bolini (Arci), Stefania Brai (giornalista), Bianca Bracci Torsi (giornalista), Imma Barbarossa (Comm. Naz. Pari Opportunità), Antonella Camardella (Presidente Municipio di Bagnoli), Maria Grazia Campari (Oss. sul Lavoro delle Donne - Milano), Giovanna Capelli (Forum delle donne Prc), Nadia Cervoni (Donne In Nero), Laura Cima (deputata Verdi), Rita Corneli (ass. Donne In Genere), Elettra Deiana (deputata Prc), Loredana De Petris (senatrice Verdi) Titti De Simone (deputata Prc), Elena Del Grosso (univ. di Bologna), Rossana Dettori (CGIL Roma), Sancha Gaetani (ricercatrice biomedica), Nella Ginatempo (univ. di Messina), Daniela Giordano (attrice), Cristina Gramolini ( Presidente Arci Lesbica), Maria Inversi (attrice), Sveva Haertter (Rsu Filcams), Gemma Lunian, Silvia Macchi (univ. La Sapienza), Paola Manduca (genetista), Laura Marchetti (antropologa), Graziella Mascia (deputata Prc), Alessandra Mecozzi (FIOM Naz.), Lidia Menapace (saggista), Elisabetta Mondello (univ. La Sapienza), Luisa Morgantini (parlamentare europea), Luigia Pasi (S.in.COBAS), Sabrina Petrucci (FIOM Naz.), Anna Pizzo (giornalista), Barbara Pettine (FIOM Roma), Ilaria Pranzini (S.in.COBAS), Margherita Recaldini (S.in.COBAS), Rosi Rinaldi (Fiom Naz.), Annamaria Rivera (univ. di Bari), Giovanna Romualdi (giornalista), Angela Ronga (CGIL Funzione Pubblica Roma), Mariagrazia Rossilli (ricercatrice), Gigliola Toniollo (Uff. Nuovi Diritti CGIL), Ines Valanzuolo (Tavolo delle Donne di Bioetica), Barbara Valmorin (attrice), Tiziana Valpiana (deputata Prc) Luana Zanella (deputataVerdi)

    Forum delle donne di Rifondazione comunista

    Fonte

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