">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

4 Novembre

4 Novembre

(4 Novembre 2009) Enzo Apicella
91° anniversario della fine del Primo Macello Mondiale

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

    Le nostre vite, valgono più dei loro profitti, e delle loro guerre.

    (9 Ottobre 2009)

    Il prossimo 4 novembre è stata programmata una mobilitazione in tutte le città, per il ritiro incondizionato ed immediato , della missione di "pace"( l'ipocrisia del centrodestra e del centrosinistra non conosce limiti, usa la parola pace, per indicar la guerra), dal territorio afghano.
    Serve mobilitarsi in prima persona ed allargare il più possibile la partecipazione a questa iniziativa importantissima.
    Una iniziativa, che tiene conto dei sentimenti antiguerra, da anni, espressi dalla popolazione e registrati con sondaggi, che in maniera inequivocabile, mostrano un risultato univoco, che chiede la fine di questa sciaugurata missione.
    Una missione portata avanti sia dal centrodestra, che dal centrosinistra, che continuano a finanziare con milioni di euro, e con un impiego di uomini e mezzi che se fosse per loro, sarebbe, senza più fine.
    Il tutto in pieno periodo di crisi economica dell'economia capitalista.
    Il tutto in spregio a dettati costituzionali che vieterebbero, almeno sulla carta, la partecipazione ad azioni di guerra.
    E come, non chiamare guerra, una prolungata missione militare, che vede la partecipazione diretta, anche, del contingente italiano al controllo militare del territorio e a rastrellamenti, controlli e scontri a fuoco?
    Occorre quindi dare visibilità concreta a chi si oppone alla guerra ed è escluso da una informazione giornalistica succube dei poteri forti, politici ed economici, interessati a proseguire oltre ogni modo.
    E' urgente dare continuità alle mobilitazioni, come quella del 9 giugno a Roma che hanno poi scontato la delusione per l'atteggiamento tenuto dal governo Prodi e dalle stampelle alla sua sinistra, che votarono il rifinanziamento.
    Coordinarsi, creare una rete organizzativa non episodica, ma strutturata e capace di incidere nell'agenda di tutti i giorni.
    E dico questo, non come critica al movimento antiguerra esistente, i cui compagni e compagne si sono prodigati generosamente, e hanno saputo tenere testa ad un momento pieno di difficoltà, affrontando le tendenze pro-guerra, sviluppatesi nei vari settori della sinistra governista.
    Le tendenze opportuniste pro-guerra, sono state però sconfitte, e messe all'angolo, proprio da questi compagni e da queste compagne, a cui va il nostro ringraziamento.
    Dobbiamo dare un messaggio chiaro, che sappia diffondere il movimento antiguerra autorganizzato ovunque possibile, con una partecipazione ampia all'iniziativa intrapresa, che ribadisca la netta contrarietà popolare, alla continuazione di questa fallimentare azione di guerra in Afghanistan.
    Senza se, e senza ma, coscienti che come controparte non abbiamo solo le pruderie nazional-militariste della destra di Berlusconi, ma anche gli opportunismi congeniti di un centrosinistra, capitanato dal pd, ormai senza più capacità di indicazione di strade alternative, sempre più "attento" a risultare credibile al capitale e al sistema economico-politico che esprime, e che usa la guerra, di bassa o di alta intensità,a seconda della fase, per i propri fini ed i propri progetti di sfruttamento.
    Una strategia, quella capitalistica, capace di disinteressarsi dell'altissimo costo umano , che da anni , la popolazione afghana, sta pagando con morti, feriti, e una vita quotidiana somigliante sempre più ad un vero e proprio inferno.
    Altro che ricostruzione, l'intero territorio afghano soffre di distruzioni sempre maggiori , mancanze di scuole ed ospedali, penuria di cibo e di strutture abitative.
    Errori umani combinati con distruzioni pianificate, vessano le popolazioni civili; anziani, donne, bambini, creando veri e propri disastri.
    Dobbiamo fermare questa immane sofferenza , pagata da chi non ha alcuna colpa, ma solo la sfortuna di esser nato e di abitare, in un territorio diventato terreno di conquista geo-politico/economica , spacciata per lotta al terrorismo islamico e ammantata da operazione per esportare la democrazia.
    Ovvio, che la democrazia, gli afghani, non la avranno mai, nè dagli occidentali, nè dai fondamentalisti islamici,ma dovranno sapersela conquistare con una resistenza che porti all'autodeterminazione e a politiche e prassi che mettano in crisi i locali governi fantoccio, come quello di Karzai , eletto al suo nuovo mandato, con brogli giganteschi e solo per questo motivo, innegabili.
    Per poterci opporre a questa guerra, dobbiamo saper autorganizzarci, per creare sit-in ovunque, per far si, che quel si vuole nascondere, diventi visibile oltremodo, e non più offuscabile.
    Ogni presidio che si riuscirà ad organizzare il prossimo 4 novembre servirà anche come percorso unitario per arrivare ad una manifestazione nazionale sullo stesso tema .
    Opponiamoci a chi con la forza e con la guerra, crede, di poter mettere a tacere i popoli del mondo, ridiamo forza e prassi concreta all'internazionalismo e alla solidarietà, riprendiamo possesso e pratica politica e culturale di tipo partecipativo, rivendichiamo ad alta voce la nostra irriducibile repulsione verso chi avalla le logiche militariste.
    Mettiamo in crisi i progetti di guerra del governo Berlusconi, con l'azione e la mobilitazione generale.
    Le nostre vite, valgono più dei loro profitti, e delle loro guerre.
    Senza alcun se, senza alcun ma.
    Non delegando più il nostro presente, ed il nostro futuro.

    Enrico Biso

    Fonte

    Condividi questo articolo su Facebook

    Condividi

     

    Ultime notizie del dossier «Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...»

    Ultime notizie dell'autore «Enrico Biso (Latina)»

    6826