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Uomo di parte, uomo delle istituzioni

(14 Ottobre 2009)

Il Presidente Napolitano, replicando a quanti lo hanno accusato di essere di parte, di sinistra, di avere origini comuniste, ha ritenuto di dover precisare che, almeno da quanto fu Ministro degli Interni, è uomo delle istituzioni. Trattasi di una precisazione che accetta di fatto il concetto degli accusatori: essere di parte, significa non essere obiettivo nello svolgimento dei propri doveri istituzionali. Chi ha stabilito che è cosi? Pertini era fierissimo socialista e fu grande Presidente della Repubblica. Saragat, padre della patria, e quanti altri hanno ricoperto l'altissimo seggio non hanno mai ritenuto di essere uomini delle istituzioni dismettendo il loro essere di "parte". La Repubblica non ha avuto motivo di lagnarsi per nessuno di loro tranne che per Segni che non sopportava l'avvio del primo centro-sinistra e, nel corso di consultazioni per la formazione di un nuovo governo, ricevette il Generale dei Carabinieri Di Lorenzo autore del famoso Piano "Solo" che prevedeva l'arresto e la deportazione dei massimi dirigenti dei partiti.

Che cosa vuol dire "essere uomini delle istituzioni"? Non credo proprio che si possa essere uomini delle istituzioni cancellando o rimuovendo la propria origine e cultura politica. La cultura politica della sinistra e degli uomini della generazione di Napolitano si esprimeva pienamente nella Costituzione e non c'è una sola proposizione di sinistra che confligga con la carta costituzionale mentre la stessa cosa non si può dire per "la cultura" del centro-destra che è quella degli sconfitti dalla Resistenza. Questi hanno l'obiettivo conclamato di distruggere la Carta Costituzionale per
dare vita ad un ordinamento diverso dello Stato come Repubblica Presidenziale con fortissime connotazioni autoritarie. In effetti più che una Repubblica un Principato adatto ad una sorta di Caudillo dal quale emana tutto il potere: legislativo, esecutivo e giudiziario. Non fu forse il fascismo a proclamare l'unicità del Potere che deve essere ricondotto tutto alla stessa persona?

Napolitano avrebbe dovuto rivendicare il proprio passato di comunista assieme alla propria fedeltà alla Costituzione. Forse la Costituzione non reca la firma diUmberto Terracini fondatore del PCI Italiano?

La frase di Napolitano si può capovolgere affermando che non si può essere uomini delle istituzioni
senza essere uomini di parte portatori dei valori che sono largamente trasfusi nella Costituzione e ne fanno una delle più avanzate del mondo intero. E non si può essere uomini di sinistra se non si è imparziali uomini delle istituzioni.

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/napolitano-3/napolitano-parte/napolitano-parte.html

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Commenti (1)

Napolitano garantisce l'equilibrio politico e istituzionale, ma non nel quadro dei valori della Costituzione del '48.

La questione è tutto sommato semplice. Napolitano, in realtà, è fino ad un certo punto un difensore della Carta Costituzionale. La sua attività è anzitutto volta alla garanzia degli equilibri istituzionali e politici del paese, i quali - da anni - rispecchiano una "costituzione materiale" in parte al di fuori dei confini della Carta del '48 (la cui portata, comunque, non va assolutizzata, né sul piano dei diritti sociali, né su quello di una democrazia non meramente rappresentativa).
Se Napolitano fosse il garante della Costituzione, non sarebbe applaudito e difeso a spada tratta dalla Confindustria, e potrebbe tranquillamente rivendicare la propria identità culturale originaria.
Invece, così non é e lo confermano le leggi del Governo Berlusconi che non ha respinto, a cominciare dal Pacchetto Sicurezza, la cui incostituzionalità è talmente palese (soprattutto in relazione al reato di clandestinità) da non necessitare neppure dell'approfondimento della Corte Costituzionale.
Quanto agli attacchi che Napolitano riceve, oggi, dal centrodestra, essi sono la conseguenza di una linea che vuole modificare ulteriormente la Costituzione formale del paese attraverso un attacco frontale. Chi difende Napolitano, a ben vedere, il più delle volte vuole modificare la Costituzione formale, per adeguarla a quella "materiale", attraverso un procedimento diverso, più rispettoso delle regole e delle procedure.

(16 Ottobre 2009)

Stefano Macera

stefano_macera@katamail.com

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