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Un Nobel vergognoso

Premiato il presidente americano con più soldati in guerra dai tempi del Vietnam

(11 Ottobre 2009)

Il premio Nobel è una cosa seria? Ovviamente no, basta scorrere l’elenco storico dei premiati. Ma il Nobel per la pace a Barack Obama merita qualche commento. La decisione del comitato norvegese, sul cui filo-americanismo e filo-sionismo non ci sono mai stati dubbi, è disgustosa come non mai.
Gli esecutori testamentari dell’inventore della dinamite hanno premiato quest’anno il presidente americano con più soldati in guerra dai tempi del Vietnam, un dettaglio che evidentemente pare leggero ed insignificante tanto ai commissari di Oslo, quanto ai beoti (specie di “sinistra”) che applaudono al Nobel come acclamano ogni gesto di Obama, fosse anche solo quello di soffiarsi il naso. Il totale delle truppe americane impegnate nei fronti afghano ed iracheno è oggi infatti superiore a quello dell’epoca di Bush, dato che i soldati in Afghanistan sono aumentati di 30mila unità mentre il ritiro dall’Iraq è di là da venire.

Il presidente Usa è stato premiato «per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».
Quali siano questi «straordinari sforzi» lo sappiamo, sono quelli che ci vengono dati in pasto dalla propaganda a stelle e strisce nella sua operazione di restyling dell’immagine americana, offuscata dagli impantanamenti e dalla impresentabilità del bushismo. Questi “sforzi” avevano evidentemente bisogno di un aiutino da Oslo, che ieri è prontamente arrivato.
Ma Obama si è “sforzato” anche in altri campi, rafforzando i bombardamenti ed incrementando le stragi in Afghanistan, intensificando il lancio di missili con i droni in Pakistan, avallando le carneficine israeliane a Gaza. E si potrebbe continuare.
A chi vogliono dedicare la loro scelta i signori di Oslo? Ai bambini uccisi in Afghanistan e Pakistan od a quelli inceneriti nella Striscia? Nella motivazione della loro porcheria non c’è scritto, ma sappiamo che si tratta di tabù intoccabili. Secondo la retorica attuale quelle guerre sono solo di Bush, mentre Obama si sa è poco meno che un Santo.

Va detto che il Nobel per la pace è ormai del tutto screditato. Nel 1973, anno del colpo di stato in Cile, venne premiato Henry Kissinger che di quel golpe fu l’ispiratore. Poi fu la volta di ben tre dirigenti sionisti (Begin nel 1978, Rabin e Peres nel 1994), per i cosiddetti “accordi di pace” di Camp David ed Oslo; accordi che sono semplicemente serviti a perpetuare l’oppressione del popolo palestinese.
Nel 1994 venne premiato anche Arafat, giusto per presentare la scelta come “super partes”, una ipocrita mascheratura testimoniata dal voler mettere sullo stesso piano l’oppresso e l’oppressore. Una identica scelta era già stata fatta l’anno precedente (1993), quando Nelson Mandela ebbe il Nobel insieme all’ultimo presidente del Sudafrica segregazionista De Klerk.
Qualcuno potrebbe allora pensare che non c’è proprio niente di nuovo sotto il sole. Del resto, all’inizio del secolo scorso, altri due presidenti guerrafondai (Theodore Roosevelt e Thomas Woodrow Wilson) ebbero anch’essi il Nobel.
Tuttavia, quel che dal lontano 1919 non è più capitato, accade ora con Barack Obama.

Ed accade con una differenza che non possiamo non rilevare, e che dà la misura della forza del partito americano anche nella fredda Scandinavia. Per tutti i personaggi sopra citati la motivazione risiedeva nell’aver concluso delle trattative di pace. A volte più che trattative, vere e proprie imposizioni agli sconfitti, come nel caso del Trattato di Versailles che valse il Nobel a Wilson. Tuttavia, volendo restare sul piano formale, “accordi di pace”, nel senso almeno che chiudevano una guerra anche se spesso ponevano le premesse della prossima. Ma Obama, con chi ha fatto la pace? Mistero fitto, che dovrebbe imbarazzare almeno un po’ anche gli obamiani più sfegatati. Ma sappiamo di non poter chiedere tanto a costoro. Neppure di fronte alle prossime immagini di poveri villaggi sventrati dalle bombe americane e Nato, bombe ora ancor più nobilitate dal premio istituito dall’inventore della dinamite.

Sabato 10 Ottobre 2009

Leonardo Mazzei

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