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(18 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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Fascismo: fermiamolo, prima che sia troppo tardi!

Liberiamo gli antifascisti arrestati a Pistoia!

(28 Ottobre 2009)

All’arresto di tre antifascisti a Pistoia l’11 ottobre, accusati di devastazione della sede fascista di Casa Pound, hanno risposto presìdi, cortei, assemblee di protesta e, insieme, di solidarietà con gli arrestati.
Un arresto operato dalle forze di polizia senza alcuna prova, dopo che avevano fatto irruzione in un circolo Arci, sequestrato per ore i presenti riuniti per discutere dell’organizzazione di azioni politiche di contrasto al fascismo, arrestato tre di loro, tuttora privati della libertà.

Ma le iniziative di solidarietà non hanno visto partecipi molte realtà che pure si dicono antifasciste, al punto che la lista degli assenti comprende la CGIL, l’associazione dei partigiani (Anpi), l’Arci, il PD, l’IdV, Sinistra e Libertà, il PdCI e il PRC (attivo solo con la federazione di Livorno).
C’è da restare allibiti, inoltre, per i comunicati di solidarietà verso Casa Pound da parte dell’ArciGay di Pistoia, dimentica dei numerosi omosessuali aggrediti e umiliati dai fascisti solo negli ultimi mesi.

Ma chi sono quelli di Casa Pound? Sono aggressori di studenti romani in lotta, propagandisti dell’ideologia fascista nelle scuole, seminatori di odio verso gli extracomunitari, esecutori di agguati contro di loro, seguaci dello scrittore Ezra Pound, che militò con nazisti e “repubblica sociale italiana” di Mussolini.

Dalle fila dell’estrema destra nascono le iniziative coi reduci delle SS naziste, coi fautori del cosiddetto “negazionismo” (per loro i forni crematori dove si uccisero milioni di ebrei, rom, omosessuali, testimoni di Geova e comunisti non sono esistiti), e campagne con cui si agitano i problemi dovuti alla crisi economica per presentarsi nei quartieri popolari e nelle scuole a vendere idee xenofobe e razziste, travestite da parole d’ordine sociali, e a reclutare con l’inganno aderenti alle loro squadracce facinorose.

Tutto questo si intreccia con l’azione del governo Berlusconi, del PdL e della Lega Nord, che, infatti, danno ospitalità istituzionale ai gruppi di estrema destra, li coccolano, offrono loro sedi e finanziamenti.
È un governo, quello di Berlusconi, che si sta muovendo su un progetto di cancellazione della libertà finalizzato a rendere impraticabile il diritto di manifestazione e quello di sciopero, a ridurre ai minimi termini l’azione sindacale, a fare dei sindacati Cisl e Uil i complici dell’abolizione della libera contrattazione sindacale per sostituirla con imposizioni governative e padronali, sulla falsariga di quanto avveniva nel periodo mussoliniano.
Per avere ancora più mano libera, il governo, inoltre, intende riformare la Costituzione, cancellandone la matrice antifascista e istituendo un ordinamento e un funzionamento dello Stato di tipo totalitario.

In questa situazione di grave minaccia per la libertà e la democrazia (basti pensare al cosiddetto “Pacchetto Sicurezza”, concepito in primo luogo contro i migranti, ma senza risparmiare gli italiani), invece di rafforzare l’azione antifascista e antirazzista, invece di costruire iniziative unitarie contro il governo e la sua politica di devastazione della democrazia e di feroce attacco economico-sociale ai lavoratori, c’è chi preferisce tacere o mettere sullo stesso piano la violenza fascista e la risposta di chi vi si oppone.
C’è chi preferisce predicare che la violenza va respinta da qualunque parte provenga, ma si guarda bene dal mobilitarsi e dal mobilitare contro quella fascista, l’abuso di potere poliziesco, l’azione arbitraria della magistratura, le iniziative del governo contro migranti, diritto di sciopero, diritti individuali e sociali.

Tra l’altro, anche in Toscana, dipinta spesso come un’isola felice, negli ultimi anni troppo numerose sono state le aggressioni fasciste, ultima delle quali il pestaggio a Prato di un migrante, inseguito e picchiato solo perché vendeva rose nei ristoranti del centro storico.

Tacere e rimanere immobili significa favorire i fascisti e le loro pratiche quotidiane, permettere via libera all’azione governativa, condannare all’isolamento gli antifascisti.

Noi non ci stiamo!

comitato antifascista e antirazzista pisano

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