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USA. 46 milioni di poveri

USA. 46 milioni di poveri

(28 Settembre 2011) Enzo Apicella
I poveri negli USA sono 46 milioni, il 15% della popolazione. I due terzi di questi poveri lavorano, ma per un salario da fame

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    Emergenza salari e emergenza occupazionale

    (31 Ottobre 2009)

    I dati diffusi dall’Istat sull’economia italiana sono inferiori alla realtà, per cui non è azzardata la cifra di 3,2 milioni di disoccupati. Sono molte le donne che negli ultimissimi anni hanno smesso di cercare lavoro, le tariffe dei servizi a domanda individuale come gli asili nido sono in costante aumento, le rette per il ricovero di un anziano in una Rsa sono quasi inostenibili. Fatti due conti , conviene rinunciare a un part time quando le spese per i figli (nido, baby sitter), le spese per raggiungere il luogo di lavoro, le spese per accudire un anziano arrivano a cifre che superano le magre retribuzioni precarie. Il mercato del lavoro in Italia sta subendo celeri e drastici cambiamenti, l’Italia tra i paesi più sviluppato è quello con il minor tasso di occupazione specie per i giovani e le donne. Il 30% dei contratti a tempo determinato non arriva alla paga mensile di 1000 euro, lo stesso discorso vale per gli interinali. L’occupazione cala anche nel settore dei servizi dove invece gli occupati sono stati in costante crescita per tutti gli anni novanta e i primi anni del nuovo secolo.

    Per ilo 2010 sono previste non meno di 1,2 milioni di domande di cassa integrazione ordinaria, la CIGs è in costante crescita tanto è vero che non si riesce a fronteggiare le domande e gli ammortizzatori sociali sono erogati con ritardo costringendo le famiglie italiane all’indebitamento. In aumento il ricorso a prestiti e al quinto dello stipendio, crescono i casi di insolvenza nel pagamento dei mutui per la casa e per l’autovettura, una situazione di crisi che si abbatte sulle famiglie bireddito, immaginiamoci allora come potranno vivere le famiglie con cassa integrazione e\o un solo reddito precario. In questo contesto di profonda crisi (e nel frattempo il Governo fa di tutto per presentare una realtà ben diversa, dove la miseria crescente e l’inedebitamento vengono sostituiti da rassicuranti immagini pubblicitarie), l’ampliamento degli ammottizzatori sociali diventa una necessità per estendere i trattementi di cassa integrazione, per potenziarne l’importo e la durata, per allargare altre forme di sostegno al reddito e al potere di acquisto. Serve un alleggerimento della pressione fiscale per i redditi da lavoro dipendente, mentre invece le preoccupazioni del governo vanno verso la riduzione delle tasse per le imprese, al ritorno impunito di fondi neri dall’estero. Servono misure non di contenimento del debito o misure protezionistiche per salvaguardare la piccola imprenditoria che ha basato tutto sulla forte contrazione del costo del lavoro e ora subisce la concorrenza del terzo mondo,servono misure di sostegno al reddito e forti detassazione del lavoro dipendente. Senza queste cure , il potere di acquisto dei salari e delle pensioni è destinato a ridursi ulteriormente con ripercussioni negative su tutti i consumi. L’Italia è investita da una crisi profonda che non si può fronteggiare taglieggiando i salari e imponendo contratti al ribasso come Governo, Cisl e Uil da qualche tempo fanno. E’ tempo di alzare la testa…prima che sia troppo tardi

    CONFEDERAZIONE COBAS

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