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Grazie Londra

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(27 Marzo 2011) Enzo Apicella
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(Lotte operaie nella crisi)

Più lavoro Più salario Più servizi. Presidio a Lodi domenica 8 novembre

Paghino i padroni, i ricchi, i borghesi, noi abbiamo già dato, adesso tocca a loro!

(5 Novembre 2009)

Nella società di oggi, la sempre maggiore precarietà del lavoro e la disoccupazione, non rappresentano solo una caratteristica strutturale dell’attuale fase del lo sviluppo capitalistico, ma sono l’espressione dei rapporti di forza sempre più favorevoli alla borghesia dominante a danno dei lavoratori.

Viviamo in un sistema in cui i padroni, proprietari dei mezzi di produzione, determinano la dipendenza e l’asservimento dei lavoratori che possono avere un lavoro solo se i padroni lo consentono e che quindi devono avere il permesso dei padroni per poter vivere.

Mentre i lavoratori producono l’intero valore della produzione sociale, ad essi ne viene data solo una parte sotto forma di salario, il resto sotto forma di capitale accumulato e di profitti va ai capitalisti, ai padroni, che si appropriano così della gran parte del prodotto sociale, senza lavorare.

Il lavoratore lavora quindi non solo per sé, ma anche per il capitalista. Con il suo lavoro produce ricchezza che si accumula altrove. Quando poi il lavoratore, come sta accadendo in questa fase, resta disoccupato, deve accontentarsi dei cosiddetti ammortizzatori sociali, cassa integrazione, indennità di disoccupazione tesi solo a consentire una meno traumatica cacciata dalla produzione. Non gli viene riconosciuto il diritto al reddito, cioè alla restituzione di ciò che gli appartiene in quanto prodotto dalla classe lavoratrice e accumulato come capitale dalla borghesia.

Oggi l’unica classe veramente organizzata è la grande borghesia, la classe dei padroni, che instaurano il loro dominio politico e la loro egemonia culturale attraverso il pensiero unico, una sorta di metafisica del mercato, buona solo per mistificare le leggi di movimento reale dell’economia capitalista e impongono rapporti di forza a loro sempre più favorevoli e funzionali al maggior sfruttamento del lavoro.

Lavoro sempre più precario, pagato con un salario sempre più impoverito: da una parte un salario diretto sempre minore grazie alla concertazione concordata dai sindacati di comodo; dall’altra un salario indiretto taglieggiato dallo smantellamento dello stato sociale. La disoccupazione crescente che va ad ingrossare le fila dei disperati e la precarizzazione del lavoro vanno ad accrescere le fila dell’esercito del lavoro di riserva e quindi a rendere più efficaci le armi del ricatto del capitale e a rendere i rapporti di forza più favorevoli ai padroni.

Anche nel nostro territorio assistiamo al disastro sociale! Disoccupazione, cassa integrazione, lavoro precario, violazione dei diritti, nocività del lavoro e degli impianti, impoverimento e privatizzazione dei servizi.

Sono gli effetti della crisi? Certamente, ma la crisi è provocata da questo sistema economico e da chi lo domina.

PER USCIRE DALLA CRISI BISOGNA COMINCIARE A METTERE IN CRISI QUESTO SISTEMA !

PERCHÉ NON LA PAGHINO I PIÙ DEBOLI BISOGNA COMINCIARE A FAR PAGARE LA CRISI A CHI L’HA PROVOCATA!

TUTTI AL PRESIDIO ORGANIZZATO A LODI
DOMENICA 8 NOVEMBRE DALLE 9.00 ALLE 12.00
IN PIAZZA CASTELLO

COORDINAMENTO PER LA LOTTA
CONTRO IL PRECARIATO E LA DISOCCUPAZIONE
L O D I

Fonte

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