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Arsenico Lupin

Arsenico Lupin

(6 Dicembre 2010) Enzo Apicella
Emergenza in Lazio per le concentrazioni di arsenico nell'acqua superiori ai livelli stabiliti dalla UE

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    No allo scippo dell'acqua pubblica

    Appello ai sindaci lucani

    (8 Novembre 2009)

    Il 6 agosto 2008, il Parlamento italiano, con la legge 133, ha votato il decreto Tremonti 112, con l'articolo 23 bis, obbliga i Comuni a mettere all'asta la gestione delle loro reti idriche, entro il 31 dicembre 2010. Questo è avvenuto con l'appoggio dell'opposizione, in particolare del PD e nel silenzio quasi totale della stampa nazionale. Il governo Berlusconi ha quindi deciso che in Italia l'acqua è una merce. E' una decisione di una gravità estrema questa della privatizzazione dell'acqua che ci tocca direttamente non solo come utenti e consumatori ma anche come cittadini . Il Consiglio dei Ministri , ha poi approvato il 9/09/2009 delle "Modifiche" all'articolo 23 bis della Legge 133/2008 ,queste "Modifiche" sono inserite come articolo 15 in un Decreto legge (il 135/2009) per l'adempimento degli obblighi comunitari. Una prima parte di queste Modifiche riguarda gli affidamenti dei servizi pubblici locali, come gas, trasporti pubblici e rifiuti. Le vie ordinarie -così afferma il Dec
    reto- di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l'affidamento degli stessi, attraverso gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio "industriale". In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso SpA in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SpA quotate in borsa.

    E' la fine ad esempio in Basilicata di Acqua spa ora tutta pubblica . I soci che entrerebbero in Acqua Spa, è facile prevedere, che siano collegate a cordate composte da grosse imprese o peggio ancora da multinazionali dell'acqua .. Il sistema delle multinazionali o dei privati è semplice , pagano i debiti delle allegre gestioni regionali e poi sistematicamente devono fare il loro business per questioni di mercato, dopo l'efficienza e la riduzione di costi per fare business il passo successivo è l'aumento dei costi e delle bollette. In Basilicata è già presente nelle attività collegate ai rifiuti la Veolia(inceneritore di Potenza) , una multinazionale francese che già gestisce alcuni servizi idrici in altre regioni italiane (vedi il dissalatore di Reggio Calabria) o Acqualatina di Latina (dove per la disperazione i cittadini gravati dal raddoppio e dal triplo della bolletta dell'acqua sono scesi in contestazione ed hanno deciso di pagare secondo la media nazionale).Pensate forse ch
    e nella Basilicata ( già scippata dal petrolio), la regione che disseta anche la Puglia i privati non si faranno avanti nella gestione?

    GLI AGRICOLTORI (LA BASILICATA SI BASA SULL'AGRICOLTURA) CHE OGGI RECLAMANO DI ABBASSARE I COSTI DI GESTIONE E QUELLI DEL COSTO DELL'ACQUA AVRANNO VITA DIFFICILE QUANDO L'ACQUA SARA' GESTITA DAI PRIVATI CHE PER QUESTIONI DI MERCATO BATTERRANNO CASSA ?

    Occorre da subito chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell'acqua, che ha avuto oltre 400mila firme e ora 'dorme' nella Commissione Ambiente della Camera
    -la Regione Basilicata deve impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale, l'art.15 del Decreto legislativo 135/09, a tutela delle autonomie degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione italiana.

    ;-bisogna chiedere con insistenza alle forze politiche che dicano la loro posizione sulla gestione dell'acqua che non può essere pubblica a parole ma privata nella sua gestione così come proclamano alcuni senatori del PD che vantano emendamenti in merito.

    -convocare consigli comunali monotematici per dichiarare l'acqua bene comune e il servizio idrico "privo di rilevanza economica";
    - i comuni devono fare la scelta dell'Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l'unica strada che ci rimane per salvare l'acqua. Sarà solo partendo dal basso che salveremo l'acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano e salveremo così anche la nostra democrazia
    Il futuro di questa regione dipende solo dagli amministratori locali e dalla loro responsabilità in virtù del mandato conferito dai cittadini , che tutto vogliono tranne che l'aumento dei costi dell'acqua o peggio ancora emigrare dalla propria terra .

    NOSCORIE TRISAIA
    noscorietrisaia@libero.it

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